A indagare su quel caso di omicidio è il commissario Realis, un cinquantenne appassionato di letteratura e di floricoltura. Numerosi indizi lo costringono, suo malgrado, a incriminare il sacerdote. Ma nella sua mente si addensano crescenti perplessità: le indagini procedono con una linearità fin troppo consequenziale, fra testimonianze e coincidenze che sembrano obbedire a un piano diabolico, a una tenebrosa congiura ordita per annientare don Gabrio.
All’insaputa di Realis, in effetti, un misterioso Principe conduce, insieme a complici celati dietro maschere ed epiteti emblematici (il Filosofo, l’Artista, l’Abate…), un “Grande Gioco” che consiste nello scegliere una vittima predestinata e metterla in una situazione talmente disperata da non consentirle altra via d’uscita che il suicidio.
Sulla sua reazione, sulla sua capacità di resistenza alla pressione, sull’esito della sua discesa agli inferi i “persuasori di morte” fanno scattare – ulteriore perversione – le loro scommesse, inebriati dalla sensazione di esercitare un potere assoluto sul destino di una persona. Che è appunto, nella fattispecie, il sacerdote. Tra il commissario, convinto della sua innocenza, e le forze occulte del Male si apre così uno scontro rabbrividente, che non potrà risolversi senza qualche sconfinamento nel soprannaturale.
Roberta Borsani (1959) è nata e vive in provincia di Milano. Insegnante di lettere alle scuole superiori, da sempre si interessa di psicologia e mitologia. “Persuasori di morte” segue la raccolta di poesie “Il rosaio d’inverno” e il romanzo “Sangue del suo sangue”.