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Perugia e la nuova mobilita’ urbana:scale mobili dal bove a s.giuliana?

Creato il 08 novembre 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

 

A cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 maturò l’ipotesi di prolungare le scale mobili della Rocca Paolina da Santa Giuliana a scendere fino al Bove, quindi attraversando via XX Settembre, via Pellas, Via Birago, via Caduti del Lavoro e altre minori. Ma l’idea fu scartata obiettando che i percorsi pedonali meccanizzati con scale mobili sono validi per distanze sull’ordine delle centinaia di metri, non chilometri (infatti in gergo tecnico si chiamano “percorsi ettometrici”), poiché quando cominciano a richiedere troppo tempo, perdono appetibilità e quindi efficacia. L’attuale percorso della Rocca Paolina è lungo 400 metri (da piazza Partigiani a piazza Italia), invece con la prolunga fino al Bove sarebbe diventato di 1.400 metri. Oggi come allora ritengo che tale obiezione, fondata sul piano teorico, non è giusta per il nostro caso, per un motivo assai semplice: dal Bove a Corso Vannucci, attraversando i quartieri più popolosi e densi della città, il percorso non avrebbe una sola originedestinazione, ma molte. Cioè la quota di utenti che salirebbero e scenderebbero in punti intermedi tra le due estremità del percorso, sarebbe intorno al 50%, differenza sostanziale con le scale mobili che incontriamo ormai in molte città ove la partenza e l’arrivo soddisfano oltre il 90% di chi le usa.In questi vent’anni la città si è poi orientata ad altro, il Minimetrò soprattutto, ma ha ugualmente sentito -in un qualche modo- l’importanza del Bove. Vi è stato spostato un mercato ambulante e vi si è attrezzata un’area per camper, e si è pure segnalato con cartelli il percorso pedonale più breve verso il centro, a salire per l’appunto su quelle vie dette all’inizio, via Caduti del Lavoro, via Birago, via Pellas, via XX Settembre e infine Santa Giuliana e piazza Partigiani. Il Bove in effetti è l’area più importante e potenziale dell’intera città, comprese le sue conurbazioni estese da Villa Pitignano a Taverne di Corciano, poiché possiede in sé un primato strategico, che risiede nell’essere l’unica area ove si incrocino la superstrada e la ferrovia in area urbana, ai piedi della collina che regge il centro storico. Ma questa caratteristica strategica conferisce al Bove una potenzialità ben maggiore di quanto finora realizzato. Il Bove potrebbe benissimo essere un grande polo urbano che copra la ferrovia scavalcandola e facendo tutt’uno col Borghetto di Prepo. I limiti da porre sono estetici e funzionali, spettando alle naturali potenzialità del mercato immobiliare le dimensioni e le funzioni più varie e creative: centro commerciale, parcheggi di varie specializzazioni, residenze, servizi pubblici e privati. La ferrovia sottostante ovviamente dovrà avere una sua importante fermata chiamata “Bove-Prepo”. uttavia già i soli utenti del parcheggio per camper, più i molti residenti delle vie popolose e dense, giustificano la realizzazione delle scale mobili Bove-Santa Giuliana, che a quel punto si chiameranno Bove-Centro. Anzi, i molti che vengono a Perugia in camper, restano assai perplessi dal disservizio dei bus, che non passano mai e sono molto cari: il percorso meccanizzato di 1400 metri durerebbe molto meno che aspettare il bus e tutti i semafori… Una volta realizzato quest’asse Bove-Centro, avremmo che il centro storico di Perugia a quel punto sarebbe collegato a valle con due strutture meccanizzate: questa di cui stiamo parlando più il Minimetrò verso Fontivegge. Cosa ben giustificata perché questo versante è notoriamente quello col maggiore sviluppo moderno. Sarebbe così nato un triangolo, con il
vertice al centro storico e due lati che vi convergono da basso, dai due centri direzionali/commerciali più grandi della città.
A questo punto -infine- si imporrebbe il completamento del triangolo, con un qualcosa che unisca ben di più e meglio Fontivegge col Bove, per esempio un percorso pedonale assistito da tappeti mobili (tapis roulant), oppure una navetta su un binario apposito.

Arch. Luigi Fressoia



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