Pesca&Fidanzata; – 7 su 7

Da Pietroinvernizzi

La pesca non si esaurisce con le battute. La si vive ogni giorno pensandoci, cercando di ricostruire perché una preda si sia slamata, rimuginando su quale artificiale sarebbe meglio usare in uno spot con livelli bassi oppure semplicemente sognandola a occhi aperti. Ecco come viene vissuto il pre e post battuta dalla mia compagna.

La mia settimana è scandita anche, oltre che da 2 miliardi di cose, dall’umore di Jacopo. L’umore di Jacopo è esclusivamente vincolato a una cosa: la possibilità più o meno remota di andare a pescare il sabato. Ora, tenendo presente che, da quando c’è Cecilia, non riesce più ad andare a pesca almeno un giorno alla settimana, il suo umore è quasi sempre grigio tendente al nero. In ogni caso il calendario è scandito in siffata maniera.
Lunedì
È il giorno peggiore: è il primo giorno lavorativo della settimana, quello in cui si rende conto che mancano ancora 5 giorni INTERI prima di andare a pescare. In più il meteo non arriva a dare notizie precise sulle condizioni del week end successivo, quindi tutto rimane avvolto da un nebuloso dubbio che non riesce a rischiarare.Il lunedì fa milioni di telefonate a Pietro, cercando in lui quel supporto che chiaramente, guardandomi dall’altra parte del divano, non trova. Ma il lunedì, per fortuna sua, dura solo 24 ore, quindi è già ora di programmazione vera.

Martedì
È il giorno della svolta: qui iniziamo già a ricordarci che la settimana trascorre inesorabile, e quindi il sabato prima o poi si avvicinerà, e con lui l’incontro con l’amata! Le telefonate con Pietro non sono più consolatorie, ma iniziano a caricarsi di programmi e aspettativa, anche se la pianificazione non è così serrata, perché altri 4 giorni sono lunghi da far passare, quindi bisogna anche perdere un po’ di tempo ad insultare gente che non ne capisce un cazzo o ne capisce troppo. Gente che pesca per lavoro (“e io no, amore, ti rendi conto??!!!”), gente che vorrebbe ma non può,  può ma non ne vuole sapere…insomma si insultano persone a caso con l’idea di caricarsi per l’uscita (mah…chissà!).

Mercoledì
Inizia a tirare fuori l’armamentario: con un anticipo imbarazzante, che neanche Furio di Verdone avrebbe condiviso. Inizia ad aprire le varie scatolette mettendole a posto a caso (non ditemi che c’è una logica perché non c’è: se le metti a posto settimanalmente sei malato se pensi che siano in disordine). Semplicemente vuoi accarezzare i tuoi artificiali giustificandoti agli occhi del mondo, feticista maledetto. L’uscita si avvicina, si inizia a stabilire luogo e orario, anche se ancora imprecisato, le telefonate con Pietro si intensificano (macchina mia o tua? Che canna porti? Dici che pioverà? Ho sentito che ci saranno le condizioni ottimali per la big one, me lo sento, cioè ‘sta volta non ci ferma nessuno…e via dicendo…).

Giovedì
L’adrenalina è in rapido aumento, al lavoro non si lavora più: so per certo, anche se non sono lì con lui, che sono più le pagine aperte su blog, siti, forum di pesca che su documenti da finire di preparare. Inizia a dirmi che si sveglierà molto presto (come se per me fosse diverso da sette mesi a questa parte…BASTARDO!), che gli mancheremo davvero un sacco (ahhahaahah) che mi ringrazia perché sa che tutta la giornata sola con la bimba è lunga (no, tu non lo sai quanto possa essere lunga e non ringraziarmi perché ti assicuro che appena smetto di allattarla troverò il modo di fare una abbonamento settimanale alle terme!). Ormai è come se Pietro vivesse con noi, ci manca solo che tenga in vivavoce tutto il giorno la conversazione con lui. Ogni tanto mi capita addirittura di apparecchiare per tre!!!( Comunque Pietro tu qui sei sempre il benvenuto!). Il meteo ormai è quasi preciso, l’alba e il tramonto sono certi, l’odore del fiume inizia a farsi sentire anche in casa, e siamo invasi da aggeggi alieutici della più svariata origine, qualità e colore…

Venerdì
Ormai è tenuto in piedi solo dall’adrenalina, l’idea di essere sul fiume il giorno successivo gli trasmette uno stato di febbrile demenza: non si può parlare praticamente di niente perché risponde a monosillabi…è qui ma in realtà è già là sul fiume…che te lo dico a fare? Non c’è molto da dire sul venerdì: passa rapidissimo perché le cose da preparare sono troppe, ormai la pianificazione è finita, la logica è annullata, ora vive solo di ansia, passione, angoscia e speranza.

Sabato
Buco: perché io non ci sono, ma i report parlano per me…

Domenica
Stato di semi incoscienza: stanchezza, calo di tensione, telefonatine appena accennate a Pietro (perché anche la fidanzata ha diritto ad almeno un giorno a settimana, cazzo!), sorrisino ebete ancora sulle labbra, racconti epici più o meno credibili, tutto viene sistemato perché si asciughi e si mantenga in modo ottimale, la casa è invasa da indumenti e “chincaglie” puzzolenti e umide, tutto fermo, tutto immobile, tutto in silenzio, perché domani è lunedì e si ricomincia…