di Glenn Ficarra e John Requa (Usa, 2009)
con Jim Carrey, Ewan McGregor, Leslie Mann, Rodrigo Santoro
durata: 102 min.
In principio doveva essere I love you Philip Morris. Poi, come da migliore tradizione (si fa per dire), i titolisti italiani hanno pensato bene di trasformarlo nel più morbido (e stupido) Colpo di fulmine - Il mago della truffa, e non certo per evitare una pubblicità occulta alla multinazionale del tabacco... Philip Morris infatti non è altro che il nome del protagonista del film: un delinquentello di mezza tacca, timido, ingenuo, sempliciotto e, quel che è peggio (ma solo per la nostra opinione pubblica) omosessuale. Sbattuto in carcere, Philip non sopravviverebbe molto alle 'attenzioni' degli altri detenuti se non gli venisse incontro un certo Steven Joy Russell, ex-poliziotto, ex-impiegato, ex-marito modello e adesso straordinario e scriteriato truffatore, che s'innamora perdutamente del compagno di cella fino a giurargli amore eterno...
Colpo di Fulmine è un film intrigante, furbetto e ben costruito, malgrado una sceneggiatura a volte zoppicante e (forse) troppa carne al fuoco per una pellicola che ha comunque il merito di unire tematiche 'serie' e importanti (l'universo gay, l'Aids, il terribile sistema carcerario americano) con una comicità caustica e irriverente, decisamente non per tutti i gusti. La furbizia sta più che altro (diciamolo una volta per tutte!) nell'aver messo a fuoco in primis la relazione omosessuale tra i due protagonisti, tema ancora piuttosto scomodo e dibattuto non solo in paesi conservatori e bacchettoni come il nostro, ma anche nei democraticissimi e puritani Stati Uniti d'America, e che manco a dirlo scatena una morbosa curiosità nel pubblico pagante... da noi, poi, si è raggiunto il massimo dell'ipocrisia con la clamorosa 'storpiatura' del titolo. Cose nostre, di cui non possiamo certo andar fieri.
E già che ci siamo diciamo anche due parole sugli attori protagonisti: Ewan McGregor è bravo e credibile in un ruolo per lui inusuale, lavora per sottrazione e si lascia andare a un'interpretazione dimessa ma significativa, a testimonianza della sua poliedricità. Jim Carrey dal canto suo si conferma come una delle più belle 'facce di gomma' del cinema americano contemporaneo, anche se a volte il suo campionario di mossette, tic, nevrosi, scatti e sorrisi spezzati rischia di essere un po' forzato... alla fine il pensiero non può non andare al Leonardo Di Caprio di Prova a prendermi, che ovviamente vince il confronto: ma stiamo parlando di un vero e proprio capolavoro paragonato a un buon prodotto medio per spettatori non troppo smaliziati: alla fine anche il film di Ficarra e Requa stimola e diverte, risultando forse un po' contorto ma in ogni caso efficace e godibile.
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