Pessoa, il grande sedentario che sapeva viaggiare

Creato il 26 aprile 2011 da Paciampi

La vigilia di non partire mai
almeno non ci sono valigie da fare
Non c'è solo Emilio Salgari, nel pantheon dei viaggiatori immaginari. Tra gli scrittori che ci hanno schiuso orizzonti rimanendo abbarbicati nello stesso luogo, quale fosse una condizione dell'anima, c'è anche lui, Fernando Pessoa, il portoghese dalla parola capace di dare forma all'inquietudine, al desiderio, al silenzio.
Viaggiatore dell'infinito. Grande sedentario. Poeta che seppe nascondersi dietro diversi altri nomi, poiché anche questo è un modo di essere altrove.
Ne parla Antonio Tabucchi, nel suo ultimo libro, Racconti con figure (Sellerio). Ricordando, per esempio, che l'unico vero viaggio della sua vita fu quello che lo riportò da Durban, in Sudafrica, a Lisbona, città da cui non si sarebbe più allontanato.
Scrive Tabucchi:


Altri sarebbero stati i suoi viaggi: eroici, visionari, furibondi viaggi di avventure e di scoperte, ma tutti immaginari
So di cosa sono fatti questi viaggi: impalpabili e autentici, come lo sono i moti dello spirito.

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