E quando la nave salpa
e subito ci accorgiamo che s'è aperto uno spazio
tra il molo e la nave,
non so perché, mi coglie un'angoscia mai provata,
una nebbia di sentimenti di tristezza
che brilla al sole delle mie angosce rifiorite
come la prima finestra sulla quale riverbera l'alba,
e mi avvolge come il ricordo di un'altra persona
che fosse misteriosamente mia
Questi versi - tratti da Ode marittima - ce li ha lasciati il grande Fernando Pessoa, il poeta portoghese che si è interrogato sull'uno e sui molti che ognuno di noi è e che così diceva: Viaggiare? Per viaggiare basta esistere.
Pessoa ha viaggiato più con la fantasia che con il suo corpo - pur trascorrendo un bel pezzo di vita in Sudafrica - ma conosceva bene i sentimenti che si associano al viaggio, dall'inquietudine alla sorpresa, dalla nostalgia alla possibilità di inventarsi sotto un altro nome, un'altra storia.
Sapeva bene anche che il viaggio è distacco, concetto che richiama un movimento della mente e del cuore, ma che può essere anche tremendamente concreto. Il distacco di un aereo dalla pista, il distacco di una nave dal molo a cui era attraccata.
Ed è proprio vero:
Ogni molo è una nostalgia di pietra.