Certo è un cammino ancora largo ma non poi così tanto. Basta dare un’occhiata al report del 2030Water Resources Group, il comitato che sta lavorando per togliere all’acqua l’attuale status di bene pubblico (di cui fa parte anche il nostrano Massimo Potenza, amministratore delegato del Gruppo Barilla), per capire che il cammino verso un regime di schiavitù e controllo legato alla privatizzazione è ben delineato e gli obiettivi delle multinazionali ben chiari.
Da un lato l’esaurimento del petrolio e dall’altro l’aumento della popolazione mondiale, avevano fatto suonare l’allarme nella casa dei magnati del commercio internazionale e degli economisti già diversi anni fa. Così cominciarono a parlarne durante i loro forum, partorendo idee tipo “l’acqua non è un bene pubblico” e “è un vantaggio privatizzare le fonti d’acqua di tutto il pianeta”. Concetti difesi, tra i tanti, da Peter Brabeck, patron di una delle più grandi multinazionali legate al commercio di alimenti e, ovviamento, all’acqua: la Nestlé.
Il grande capo della Nestlé, nell’intervista che ho pubblicato di seguito, è addirittura riuscito a dire un mucchio di bestialità, senza, ovviamente, vergogna:
“la gente d’oggi pensa che tutto quello che viene dalla natura sia buono [...] un buon esempio è il movimento bio, secondo il quale il cibo organico è ora il meglio. No, il cibo organico non è il meglio. Dopo aver mangiato per 15 anni cibo geneticamente modificato, ad oggi, negli Stati Uniti non c’è stata nessun consumatore che si è ammalato per aver mangiato questi alimenti. E nonostante tutto ciò, ci sono ancora tante contrarietà all’adozione di tali politiche alimentarie in Europa, per paura che ci accada qualcosa. È pura ipocrisia, più d’ogni altra cosa”.
Sì, sì ragazzi, ha avuto coraggio di dire che nessun americano si è ammalato mangiando cibo geneticamente modificato e che l’alimentazione organica è pura ipocrisia. Se non bastasse, Brabeck si supera quando dichiara:
“in merito alla questione della privatizzazione dell’acqua ci sono due posizioni: la posizione delle Ong, che difinisco come estrema, secondo cui l’acqua è un bene pubblico e per cui ogni persona del pianeta, in qualità d’essere umano, ha diritto all’acqua. Dall’altra parte c’è la posizione che considera l’acqua come un bene di consumo in più e per tal ragione deve avere un valore di mercato. Io personalmente credo sia meglio dare all’acqua un valore di mercato, così sapremo tutti che ha un prezzo”.
Di seguito, potete ascoltare l’intervista (con sottotitoli in inglese) a Brabeck che, sinceramente, mi ha lasciato a bocca aperta, totalmete scandalizzato dalle parole e dai ragionamenti assurdi di questa persona, convinta che la privatizzazione di un bene pubblico quale l’acqua sia addirittura un dovere, oltre che un diritto legittimo delle multinazionali “impegnate” a trovare soluzioni all’attuale e futura crisi legata all’approvigionamento delle risorse naturali, “una soluzione ai problemi del mondo” – come ha il coraggio d’insinuare Brabeck. Questa chiamata alla responsabilità sociale, così palesemente ipocrita, esce proprio dalla bocca di uno dei fautori della devastazione di mezzo pianeta, che attraverso la propia multinazionale Nestlé ha sfruttato le risorse naturali, ha calpestato i diritti dei lavoratori e ci ha avvelenato con i propri prodotti.
Insomma, tutti i progressi che si potrebbero mettere in atto, ad esempio portando gratuitamente l’acqua dove non c’è, non sono nemmeno considerati, anzi, il pensare all’acqua come un diritto d’ogni cittadino è ormai deriso da parte di chi la pensa come Brabeck e tra poco sarà, senza più ridere, considerato un crimine.
Non sto esagerando, pensate solo che in molti paesi è già stata proibita la raccolta d’acqua piovana da parte dei cittadini, pena multe esorbitanti. Negli Stati Uniti diverse persone sono state condannate per raccogliere acqua piovana e poi utilizzarla, previa depurazione, per uso domestico. Scandaloso, sì ma, purtroppo, realtà.
Il grande capo della Nestlé si giustifica dicendo che “quello che ci fornisce la natura non è tutto buono” ed “è necessaria una regolamentazione”, da leggere, ovviamente come privatizzazione.
Tra pochi anni potrete essere multati per bere acqua da una fontana pubblica e, tra altrettanti anni, non ce ne saranno proprio più di fonti pubbliche, dovremo pagare a Nestlé o Barilla o chichessia una quota, per usufruire di tale “servizio”.
Le persone come Brabeck, a base di opportunismo, ipocrisia e strategie di persuasione di massa, continuano a fare i loro sporchi affari e decidere in sede privata il destino di ciò che è patrimonio pubblico, cercando la maniera più “efficace” di privarci dei nostri diritti.
Il processo di privatizzazione dell’acqua è allarmante e, se siete ancora degli inguaribili ottimisti, vedrete che è solo questione di tempo, cercheranno di convincerci tutti che la “loro acqua” è l’unica salubre, si autoproclameranno beneffattori dell’umanità, ci venderanno “acqua purificata” e ci vieteranno di raccogliere, bere, distribuire o consumare acqua “in proprio”, perché considerata una pratica pericolosa e contraria alle leggi.
A tutto il team di criminali del Water Resourcers Group do ragione su una cosa: come ha avuto il coraggio e l’ignoranza di affermare Peter Brabeck, non tutto quello che ci fornisce la natura è buono… infatti, anch’io sono dell’opinione che il giorno in cui questa persona e tutti i membri di tale congrega di magnacci sono nati, madrenatura ci ha fatto vedere come le sia possibile partotire il peggio del peggio.
Vi lascio alla breve intervista, da cui ho tratto le dichiarazioni di Brabeck, seguita da una seconda, un po’ più lunga. Vi prego, ascoltate con attenzione cosa è capace di dire questa persona e, se avete cervello, impegnatevi a boicottare la Nestlé.
Matteo Vitiello
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