Peter Reich: Un Libro dei Sogni

Creato il 22 luglio 2014 da Martinaframmartino

È davvero Un Libro dei Sogni il testo scritto da Peter Reich per ricordare la vicenda di suo parte Wilhelm Reich, il fondatore dell’Orgonomia. Comincia con un sogno indotto dall’anestetico necessario a curare una spalla ferita, e fa subito un passo indietro nel tempo per raccontare il sogno del padre e i suoi progetti, ma visti con lo sguardo sognante di un bambino per il quale è difficile distinguere la realtà dalla fantasia. In molto punti il testo fa riferimenti all’attualità talmente precisi che non si può far finta che quella di cui narra Reich non sia la realtà, almeno per come la percepiva lui. In un fantasy avrebbe certamente ragione Reich, e concetti come aura, kundalini e altri che ho trovato in molte storie non sono tanto lontani da quel che credeva lui. Però se amo il fantasy classico e sono quasi sempre molto fredda nei confronti dell’urban fantasy è perché la mia mente mantiene una certa separazione fra ciò che è possibile, credibile o provato nel nostro mondo rispetto a quanto lo è nei mondi inventati, cosa che mi impedisce di immedesimarmi completamente con il giovane Peter.
Il suo sogno prosegue, anche dopo la morte del padre, anche se in modo confuso. Quando la realtà ti si è presentata davanti in modo diverso da come ti aspettavi, quando le cose cambiano, come fai ad andare avanti?
Peter fatica a distinguere la realtà dal sogno, i due elementi si intersecano continuamente, così come continui sono i salti avanti e indietro nel tempo. E la comparsa del regista Makavejev non fa che nascere nuovi sogni da affiancare a quelli vecchi, o forse riplasma quelli vecchi per creare qualcosa di nuovo.
Scritto bene, si tratta di un libro molto particolare, a tratti sognante, filtrato attraverso gli occhi di un bambino o di un adulto che vorrebbe credere ma che ha visto sgretolarsi troppe cose intorno a lui, anche se la mia parte razionale mi impedisce davvero di entrare all’interno del sogno di Wilhelm Reich.



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