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Peter Turkson, cardinale ugandese in cima alla lista dei papabili, ha difeso le legislazioni omofobe africane

Creato il 19 febbraio 2013 da Andream
Peter Turkson, cardinale ugandese in cima alla lista dei papabili, ha difeso le legislazioni omofobe africaneIl cardinale ghanese Peter Turkson, uno dei porporati in cima alla lista dei papabili per il prossimo conclave, ha difeso le legislazioni africane che condannano penalmente l'omosessualità, sostenendo che è necessario comprendere le ragioni dietro queste legislazioni e rispettare la cultura che ne è alla base.
Come riportato dal quotidiano cattolico National Catholic Register:
In un discorso tenuto il 28 gennaio [2012] a 54 nazioni africane alla Conferenza dell'Unione Africana ad Addis Abeba, [il Segretario generale dell'ONU Ban] Ki-moon ha detto che la discriminazione basata sull'orientamento sessuale o l'eguaglianza del gender «è stata ignorata o persino punita da molti Stati per troppo a lungo». Ha aggiunto che alcuni governi trattano le persone omosessuali come «cittadini di seconda classe o persino come criminali», e che «dobbiamo essere all'altezza degli ideali della Dichiarazione Universale».
Secondo il Catholic Family and Human Rights Institute (C-FAM), la maggioranza dei paesi africani disapprova l'omosessualità in quanto immorale e degradante, e molti puniscono gli atti omosessuali, alcuni giungendo persino a comminare la pena di morte. Molte di queste leggi sono successive al periodo coloniale e sono state promulgate negli ultimi dieci anni. Nella maggior parte dei paesi, i diritti di «lesbiche, omosessuali, bisessuali e transgender» non sono neppure contemplati come possibilità in un futuro distante.
Questa dichiarazione incontrò la dura reazione del cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio consiglio "Cor Unum", il quale attaccò questa posizione dell'ONU affermando che le parole di Ki-moon erano «stupide» e che la politica da esse convogliata «non è la nostra cultura, è contraria alla nostra fede», chiosando «non è possibile imporre ai poveri questo genere di mentalità europea».
Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, si schierò al fianco di Sarah, sostenendo che sebbene alcune pene imposte agli omosessuali in Africa fossero una «esagerazione»,
«l'intensità della reazione è probabilmente commisurata alla tradizione.»
Commentando poi lo stigma connesso all'omosessualità in Africa, ha sostenuto che fosse importante comprenderne le ragioni e rispettare la cultura alla loro base:
«Proprio come c'è un significato nel richiedere i diritti, c'è anche una chiamata a rispettare la cultura, di tutte le persone». «Quindi, se viene stigmatizzata, in tutta onestà, è probabilmente giusto scoprire il perché sia stigmatizzata».
Insomma, riferendosi alle legislazioni di un continente in cui gli omosessuali sono perseguitati, e passibili persino di pena di morte, uno dei cardinali in cima alla lista dei papabili ritiene che sia importante comprendere e accettare la cultura alla base di tale omofobia, perché è giusto rispettare tutte le culture e le tradizioni.
Oltre a un cardinale che ha coperto per decenni i preti pedofili della sua arcidiocesi, al prossimo conclave parteciperanno almeno due che ritengono accettabile l'omofobia, anche quella codificata nelle legislazioni. E uno di questi, purtroppo, è persino in cima alla lista dei papabili.
Edward Pentin, «Cardinal Responds to U.N.'s Criticism of Africa's Social Policies», National Catholic Register, 21 febbraio 2012; Cavan Sieczkowski, «Cardinal Peter Turkson, Possible Pope Successor, Has Defended Legislation Like Uganda's 'Kill The Gays' Bill», Huffington Post, 13 febbraio 2013. Fotografia di Bongoman (Opera propria) e rilasciata sotto licenza [CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], attraverso Wikimedia Commons.

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