Ho appena firmato la Petizione “Proteggiamo i bambini dal #fenossietanolo. Unilever, Artsana e Procter & Gamble adottate il principio di precauzione!”
Come si legge nella paginadi Change.org:
“Il fenossietanolo è sospettato di essere tossico per la riproduzione e per lo sviluppo” e dunque “non andrebbe più utilizzato nei prodotti cosmetici destinati ai bambini sotto i tre anni”.
L’appello è stato lanciato lo scorso novembre dall’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (Ansm) francese.
Il fenossietanolo è uno di quei conservanti che fanno spesso la loro comparsa nei cosmetici per la prima infanzia. “Non andrebbe più utilizzato nei prodotti per i bambini sotto i 3 anni per i suoi possibili effetti di disturbatore endocrino”, allerta l’Ansm. Questa sostanza è fortemente sospetta per la capacità di attraversare la barriera cutanea e la pericolosità aumenta quando si tratta di cosmetici che non prevedono risciacquo, come avviene con l’uso delle salviettine imbevute e delle paste protettive, utilizzate molte volte al giorno. L’Authority francese ha chiesto ai produttori di rinunciare al suo utilizzo e ai consumatori di evitarne l’uso, almeno sulla pelle dei bambini.
I produttori più sensibili non hanno fatto finta di nulla di fronte al caso sollevato dall’Agenzia sanitaria francese e, alcuni, hanno manifestato la disponibilità a rivedere l’uso di questa sostanza. È il caso di Coop: “In base alle Linee Guida di cui ci siamo dotati sottoponiamo tutte le sostanze contenute nei cosmetici a marchio Coop a vari tipi di valutazioni, tra le quali anche quella di tipo tossicologico. Alla luce di questa nuova recentissima emergenza stiamo provvedendo a una verifica e stiamo valutando la possibile sostituzione di questo conservante con un’altra sostanza in grado di corrispondere alle stesse prestazioni”.
Dello stesso tenore è la risposta della Conad: “Abbiamo letto con interesse l’inchiesta realizzata dal Salvagente sulla posizione assunta dall’Agenzia francese circa il fenossietanolo utilizzato in cosmesi e ci siamo subito attivati per richiedere ai nostri fornitori un’informativa approfondita sullo stato della produzione scientifica in materia e sulle eventuali sostanze alternative”.