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Petrolio e scuole in Basilicata: il turismo didattico di Eni tra polemiche e veleni

Creato il 05 dicembre 2014 da Nonsoloturisti @viaggiatori
Petrolio e scuole in Basilicata: il turismo didattico di Eni tra polemiche e veleni

Venerdì 28 novembre Eni e la Fondazione Eni Enrico Mattei hanno presentato a Milano, presso la sala congressi del Touring Club Italiano, un nuovo progetto di turismo didattico ambientato in Basilicata e rivolto a tutte le scuole. Tale progetto offre la possibilità di approfondire le tematiche legate a energia e sostenibilità ambientale attraverso l'esperienza maturata sul territorio lucano. Peccato che in tutta la durata dell'incontro non si sia fatto cenno alcuno alle implicazioni ambientali dell'intervento principe nel rendere la Basilicata così interessante dal punto di vista dell'energia: le trivellazioni.

La Basilicata, regione ricca di bellezze paesaggistiche e tesori culturali, ha visto negli ultimi anni svilupparsi al suo interno diversi progetti rivolti allo sfruttamento delle fonti fossili e rinnovabili. In particolare è il petrolio a destare maggiormente speranze e preoccupazioni allo stesso tempo. Nella regione si trivella per estrarre l'oro nero da oltre 15 anni e da quasi altrettanti istituzioni ed enti locali si fronteggiano riguardo all'opportunità di ampliare le opere di estrazione e alle ripercussioni che queste stanno avendo sull'ambiente circostante. Resta però il fatto che le risorse della regione sono di importanza fondamentale nel contesto energetico ed economico come quello attuale e che le attività di Eni destano giustamente l'interesse di scuole in tutta Italia desiderose di prendere parte ai progetti didattivi proposti.

Tra i protagonisti di questi progetti figura ad esempio il comune di Calvello, in provincia di Potenza, uno dei primi paesi italiani ad aver approvato il Piano d'azione per l'energia sostenibile che persegue l'obiettivo del Patto dei Sindaci di ridurre del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica entro il 2020. L'intento è quello di creare una rete turistica attiva con il coinvolgimento delle associazioni di promozione turistica e sfruttando l'itinerario didattico offerto dalle azioni fin qui intraprese.

Petrolio e scuole in Basilicata: il turismo didattico di Eni tra polemiche e veleni

Anche la Val d'Agri e la Val Camastra sono divenute una meta unica in Italia per scoprire le applicazioni e i progetti delle energie rinnovabili. Per valorizzare questi territori EniScuola propone agli istituti secondari di tutta la penisola una visita scolastica nelle valli lucane con un pacchetto che coniuga contenuti scientifici e culturali con vantaggiose offerte di viaggio. Trasporto in pullman (con partenza da qualunque città italiana) e guide per tutto l'itinerario sono infatti forniti gratuitamente ad Eni, mentre vitto e alloggio sono offerti a prezzi scontati grazie a un accordo stipulato con albergatori e ristoratori locali.

Petrolio e scuole in Basilicata: il turismo didattico di Eni tra polemiche e veleni

Nonostante la ricchezza di risorse e gli impegni dichiarati dalle istituzioni nazionali, la Basilicata resta però una delle regioni più povere d'Italia, soggetta ad un alto tasso di disoccupazione e a una continua perdita di popolazione causata dall'emigrazione dei giovani. Resta ferma la convinzione di parte degli enti locali nel voler sfruttare le risorse fossili per dare ossigeno a tutte le categorie imprenditoriali presenti sul territorio, comprese quelle legate al turismo. Il millantato miracolo dell'oro nero, però, non si è ancora visto e ad arricchirsi per il momento sono solo le compagnie petrolifere che in Italia pagano royalty di gran lunga inferiori ad altri paesi produttori: solo il 10 per cento contro il 45 per cento del Canada e l'80 per cento di Norvegia e Indonesia.

"Il petrolio è una risorsa, un'occasione da non perdere - ha ribadito durante l'incontro Mario Domenico Antonio Gallicchio, sindaco di Calvello - ma non spetta all'Eni creare posti di lavoro. Lo sviluppo lo deve creare la politica locale con le risorse a disposizione."

Gallicchio ha anche espresso la convinzione che "il turismo didattico è l'unico in grado di standardizzare il nostro turismo", intendendo che il beneficio diretto verso le aziende del territorio dalle visite delle scuole della nazione sarebbe in grado di creare un mercato consistente per gli operatori locali che in questo modo avrebbero risorse durante tutto l'anno - e non solo d'estate come accade ora - per alimentare la crescita imprenditoriale e quindi creare nuove opportunità di lavoro e di occupazione.

L'incontro però, privo di un controcanto, non ha rispecchiato l'acceso dibattito all'interno delle istituzioni sulle modalità di estrazione delle risorse naturali e sulle ripercussioni che ciò avrebbe sui paesaggi e sulla salubrità dei terreni su cui si realizza l'altra importante industria della regione: l' agricoltura. Esprorpi selvaggi per far posto alle trivelle, clientelismi e danni all'ambiente sono le accuse che si ripetono ormai da anni. Lo stesso governatore Marcello Pittella si è più volte espresso con veemenza contro l'avanzamento delle trivelle davanti alle folle, salvo poi far finta di niente di fronte al provvedimeno "salva trivelle" proposto dal governo Renzi a settembre. Un provvedimento che toglie agli enti locali il potere di veto su interventi di ricerca e trivellazione.

Forse, prima di puntare sull'oro nero per il futuro della regione e far accorrere le scuole per mostrare il miracolo dell'energia, occorrerebbe fare chiarezza su cosa è andato storto fino ad oggi e cosa occorre fare per migliorare la situazione.


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