Tutta la storia recente della Nigeria ruota intorno, nel bene e nel male, al suo più prezioso avere: il petrolio.
Le multinazionali, pur di continuare ad estrarre senza problemi, hanno arricchito una piccolissima parte della popolazione, attraverso la sistematica corruzione di tutti i livelli della politica e dell'amministrazione pubblica. Facendo letteralmente terra bruciata intorno. I danni ambientali, sommati a quelli politici e sociali (avete mai notato che la prostituzione africana in Europa proviene tutta dalla Nigeria, e tutta da Benin City?), costituiscono il vero problema di questo rapporto tra la Nigeria e il petrolio.Le altre economie, quelle agricole e manifatturiere, sono state, a partire dagli anni '60 (ed in particolare dopo il 1970) abbandonate, a favore del monopolio petrolifero.Dalla fine del 2014 i prezzi del petrolio sono crollati (guarda caso quando, poco prima, gli Stati Uniti avevano raggiunto l'autosufficienza petrolifera) e per la Nigeria incominciano nuovi guai. Si stima che i ricavi da petrolio (rappresentano il 95% delle esportazioni nigeriane) saranno per il 2015 "solo" 67 milioni di dollari, ovvero il 18% in meno dell'anno precedente.
Le compagnie petrolifere stanno decidendo di abbandonare il Paese, che è sempre più pericoloso (Boko Haram ha annunciato di voler interrompere la produzione) e corrotto. Del resto la produzione "facile" si stà esaurendo e vi sarebbe necessità di nuovi investimenti in Nigeria. Di contro, le coste dell'Africa orientale offrono oggi nuove aree su cui scavare ed estrarre a costi minori. Inoltre esse sono più a diretto contatto con il versate asiatico dove maggiormente nei prossimi anni vi sarà richiesta di petrolio.Vi è anche il fattore ambientale. Le compagnie finora tra risarcimenti e altro hanno dovuto sacrificare una piccola parte dei loro immensi guadagni.
In caso di progressivo abbandono la Nigeria oltre all'inevitabile crisi economica, dovrà affrontare anche la complessa questione delle mancate bonifiche da parte delle multinazionali che le hanno prodotte. Tempi duri per il colosso africano.
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