Petrucci stabilisce l’obiettivo minimo per Londra: 25 medaglie. Tante o poche?

Creato il 04 luglio 2012 da Demi84 @anisport

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Si avvicinano sempre più le Olimpiadi di Londra 2012 ed ecco che si cominciano a fare pronostici e a stabilire obiettivi. Ieri il presidente del Coni Gianni Petrucci ha posizionato l’asticella a 25-26 medaglie. Questo quindi il traguardo minimo richiesto ai 290 atleti al momento qualificati per i Giochi, cifra che potrebbe aumentare nel corso del weekend. A Bressanone si terranno infatti gli Assoluti di atletica che metteranno in palio altri ticket per Londra. E’ proprio sul numero di qualificati che si sono basate le dichiarazioni di Petrucci, convinto che l’alto numero di partecipanti possa trasformarsi in maniera proporzionale in un buon numero di medaglie. “So bene che Francia, Spagna e Germania sono molto forti, ma siamo tra i primi dieci per qualificati: dobbiamo sfruttare il numero di azzurri in gara”, ha affermato il massimo esponente del Comitato olimpico nazionale.

Tali parole possono sembrare ottimistiche, ma a giudicare dai risultati raggiunti nelle ultime otto edizioni delle Olimpiadi, non è per nulla così. Se andiamo a calcolare il numero medio di medaglie vinte dai nostri ragazzi a partire da Mosca 1980, notiamo infatti che il risultato è esattamente 26. Per non parlare poi che da Atlanta ’96 la spedizione azzurra è tornata in patria con 35 medaglie, da Sydney 2000 con 34 e da Atene 2004 con 32. Nella scorsa edizione, quella di Pechino 2008, c’è stato un calo importante con 27 podi raggiunti, tra cui soli 8 ori e con l’età media degli atleti medagliati più alta delle ultime otto manifestazioni: ben 29,90 anni.

Il traguardo minimo stabilito da Petrucci non ci pare quindi per nulla ambizioso, ma anzi, dimostra il momento critico che sta attraversando la nostra Nazione e, con essa, anche il mondo dello sport italiano. Ciò che ci rincuora però è vedere che a Pechino 2008 è stata registrata la percentuale più alta degli ultimi 32 anni di donne vincitrici almeno di un bronzo (ben il 33%). A Londra auguriamoci quindi che le ragazze proseguano nella loro rincorsa agli uomini azzurri, ma anche che ci sia un ricambio generazionale che ci consenta di abbassare l’età media degli atleti per poter sperare in futuro di stabilire obiettivi più ambiziosi.

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