Nel corso del tempo è cambiata l’opinione della società nei confronti dell’omosessualità considerata da sempre più persone come un comportamento del tutto normale.
L’istituto privato di studi politici, economici e sociali americano Pew Research Center ha condotto una ricerca in 39 Paesi con lo scopo di verificare quale fosse il livello di accettazione dell’omosessualità: ne emerge che maggiormente i Paesi sono secolarizzati e minore è l’omofobia.
Paesi dove l’omosessualità è largamente accettata sono quelli del Nord America, dell’Unione Europea e dell’America Latina mentre le condizioni non sono facili nei Paesi islamici, in Africa, in gran parte dell’Asia ed in Russia. L’opinione pubblica si divide in Israele, Polonia e Bolivia.
Nel Nord America l’80 per cento dei canadesi pensa che l’omosessualità debba essere accettata mentre questa opinione è condivisa solo dal 60 per cento degli statunitensi.
In Europa i maggiori Paesi “gay-friendly” sono la Spagna dove l’88 per cento pensa che l’omosessualità sia normale, la Germania (87 per cento), la Repubblica Ceca (80 per cento), la Francia (77 per cento), la Gran Bretagna (76) e – nonostante le posizioni della Chiesa Cattolica e di parte della classe politica – l’Italia (74 per cento). Posizioni più basse nell’ortodossa Grecia dove solo il 53 per cento dell’opinione pubblica pensa che l’omosessualità sia normale, la Polonia (solo il 42) mentre la situazione è veramente difficile in Russia dove addirittura il 74 per cento dell’opinione pubblica pensa che l’omosessualità debba essere respinta.
Nonostante l’omosessualità sia accettata solo dal 60 per cento degli statunitensi bisogna sottolineare che questa percentuale è più alta di 11 punti percentuali rispetto al 2007 quando solo 49 americani su 100 credevano che fosse normale. Anche il civile Canada ha fatto grandi passi in avanti nell’accettazione dell’omosessualità: nel 2007 solo 7 canadesi su 10 ritenevano che le relazioni tra persone dello stesso sesso dovessero essere accettate (+10 per cento nel 2013). Da ricordare che i matrimoni per le coppie gay sono legali in Canada dal 2005 mentre è presente in 12 Stati degli Usa.
Sempre il Pew Research Center rileva che ormai per il 72 per cento degli statunitensi il matrimonio per le coppie omosessuali è inevitabile (nel 2004 questa percentuale era del 59 per cento).
In questi sei anni è cambiato di molto anche l’atteggiamento dell’opinione pubblica italiana: nel 2007 il 65 per cento riteneva l’omosessualità come un fatto normale mentre oggi questa opinione è condivisa dal 74 per cento. Da ricordare che il nostro Paese è l’unico dell’Europa occidentale che non prevede una legge a favore del matrimonio per le coppie gay e non esiste neanche l’istituto delle unioni civili.
Il Per Research Center ritiene che ci sia una forte relazione tra la religiosità di un Paese e l’orientamento dell’opinione pubblica riguardo l’omosessualità: in quei Paesi laddove la religione è centrale nella vita delle persone (principalmente nei Paesi islamici) minore è l’accettazione dei comportamenti omosessuali. Ciò nonostante, ci sono Paesi fortemente religiosi come il Brasile e le Filippine dove l’omosessualità è largamente accettata mentre Stati dove la religiosità è particolarmente bassa come Cina e Russia e le condizioni degli omosessuali sono certamente difficili.
In molti Paesi il fattore età è particolarmente determinante nell’accettazione dell’omosessualità ed i più giovani sono decisamente più tolleranti degli anziani: in Italia ad esempio l’86 per cento dei giovani tra i 18 ed il 29 anni pensa che l’omosessualità sia qualcosa di normale e bisogna positivamente sottolineare che questa percentuale è più bassa solo rispetto agli under 30 spagnoli (90 per cento) e tedeschi e canadesi (87 per cento). Nonostante l’opinione pubblica italiana (soprattutto più giovane) sia particolarmente tollerante ed aperta alle istanze degli omosessuali, la nostra classe politica continua a rimanere sorda alle istanze di questa parte di cittadini italiani.
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