Trama: Andrew, brillante avvocato di Philadelphia è licenziato per inefficienza e inaffidabilità dal prestigioso studio legale dove lavora. È una scusa, ignobile: in realtà hanno scoperto che è omosessuale e malato di Aids. Sostenuto dall'affettuosa famiglia e dal suo tenero compagno, difeso da Joe Miller un grintoso avvocato nero che si libererà ben presto dei suoi pregiudizi, Andrew decide di far causa ai suoi ex datori di lavoro.
Ci sono pellicole, dotate di forza e grazia senza pari, inattaccabili nonstante il tempo e le numerose visioni.
Una di queste è sicuramente "Philadelphia" di Jonathan Demme.
Mescolando efficacemente dramma umano, giudiziario e denuncia sociale, Demme confeziona un film senza sbavature, se non forse quella di essere diretta ad un pubblico "popolare" e di non rischiare fino in fondo, Hanks e Banderas non hanno mai momenti di intimità durante tutto il film, forse per una sorta di pudore nei confronti del grande pubblico.
Tom Hanks, che personalmente non ho mai amato troppo, non è mai stato così bravo.
Il suo Andrew è un uomo come tanti, con una famiglia affettuosa ed un compagno innamorato, sta morendo, ha subito una ingiustizia ed è deciso a portare comunque avanti la sua battaglia, con le poche forze che gli rimangono, per ottenere ciò di cui ha diritto, per sfondare il muro di paure e preconcetti che gli si è parato davanti.
Hanks ci dona l'interpretazione perfetta, giustamente premiata con l'Oscar. Andrew è forte, fiero, ironico, quando dice a Joey "sei sopravvissuto alla tua prima festa gay", intenso, bellissima la scena della sua deposizione al processo, toccante, ma mai patetico.
Bravissimo anche Denzel Washington, Joey in fondo è solo un individuo che ha paura di confrontarsi, ma che ben presto lascerà perdere i suoi preconcetti e capirà che gli uomini si, sono davvero tutti uguali. Adeguatamente intenso Antonio Banderas, nei panni di Miguel, compagno devoto deciso a stare accanto ad Andrew nei suoi ultimi istanti.
Bravi anche Jason Robards nei panni del capo dello studio legale dove lavorava Andrew, e Joanne Woodward in quelli della madre di Andy.
Fotografia splendida e colonna sonora da applauso. Meritatissimo l'Oscar a Bruce Springsteen per la straziante "Street of Philadelphia".