Come già accadeva per i racconti contenuti nel primo volume, anche in questi Dick non si concede escursioni nella sola fantascienza, abbracciando invece tutto lo scibile per quel che riguarda la sfera del fantastico. Non è rara infatti l'impressione nel lettore di trovarsi di fronte a racconti che hanno atmosfere e sapori dei vecchi episodi del serial Ai confini della realtà, anche in questo l'autore si rivelerà precursore, la serie classica di The twilight zone (questo il nome originale) vedrà infatti la luce nei palinsesti della CBS solo nel tardo 1959.
A conferma dell'inclinazione di Dick verso le weird tales un titolo su tutti, piuttosto esplicativo dell'argomento: Breve vita felice di una scarpa marrone (The short happy life of the brown Oxford). Se una scarpa può essere felicemente protagonista di un racconto particolare figuriamoci se non possono esserlo divinità in miniatura od orologi a cucù poco socievoli, alberi malevoli o elettrodomestici insistenti.
Ovviamente c'è pane anche per i denti di chi ama la fantascienza più classica, dai pianeti lontani alle guerre galattiche, dal viaggio nel tempo alle distopie apocalittiche. Torna ricorrente lo scenario di guerra, una delle maggiori ossessioni dell'autore, così come tornano i mondi alternativi, ciò che è vero e ciò che è falso.
Non tutti i racconti sono belli e meritevoli alla stessa maniera, cosa che accade più o meno in ogni antologia, e in un volume di oltre cinquecento pagine il rischio di sovraccarico da visioni fantastiche potrebbe anche venirvi a bussare alla porta. Presi però con le giuste dosi i viaggi immaginifici di Dick, visionario e anticipatore, non possono che lasciare soddisfatti i fan del genere e non solo.
Siamo a metà dell'opera, vedremo quante e quali altre sorprese riserveranno gli ultimi due volumi della raccolta. Poi via ai romanzi.
Philip K. Dick