Il cellulare rimane per me una sorta di alieno, una cosina che allunga l’antennina a mo’ di dito per dirmi: telllefffono…casa!Per avvisarmi che non esiste più solo il telllefffono di casa, ma anche lui. Porello.
Nonostante questo è palese che senza il cellulare pure io farei fatica a vivere. Ahimé!
Un po’ di giorni fa sfogliavo la rubrica, e mentalmente mi sono scontrata con alcune riflessioni che mi hanno fatta sorridere. Perché la rubrica è mobile. E non è una questione di ”mobile phone”. Mobile nel senso che i nomi cambiano. Cambiano gli appellativi che diamo ai nostri “rubricanti” nei passaggi che intercorrono da conoscente, amica, migliore amica, traditrice, ex migliore amica. Quindi la tua compagna di banco Elisa è passata da Elisa scuola, a Ely, a Ely TVTTTTTTBBBB, a Elisa stronza.
Ogni passaggio emotivo insomma, porta con sè il suo specifico appellativo in rubrica. Perché inserire nomi è un arte.
Facciamo che una sera, in un bar del centro con le tue amiche, ti si avvicini uno che vuole palesemente rimorchiarti. Carino. Prima ti strizza la palpebra mobile (e neanche qui c’entra il “mobile phone”), poi prende la sedia, si piazza vicino a te e parlate tutto il tempo. Altrettanto palese che poi ti chieda il numero.
Se fisicamente si “salva” è ovvio che tu debba darglielo e salvare il suo nella tua rubrica. Ma il ragazzo ha un problema frequente. Il suo nome è come il pane: comune. E così scopri che si chiama Marco.
Piacere Marco! Sì ok…ma adesso come ti salvo??? Perché in rubrica hai circa altri dieci Marco, tra cui:
Marco MARE. In ogni rubrica che si rispetti c’è sempre un MARE che affianca minimo una decina di nomi. E in fondo si va al mare per “salvare” nella memoria ogni istante no?
Marco Billionaire. Ovvero un Marco + nome della discoteca in cui vi siete incontrati.
Marco Firenze, o Venezia, o Catanzaro. Cioé Marco + il nome della località in cui tu e lui avete passeggiato romanticamente tra quadri, musei e quel motel. E se il Motel era sulla laguna allora opterei per una Marco San Marco
Marco Università. E mai e poi mai scorderai quel semestre. Il primo solitamente. Poi però, al secondo, hai allargato le tue “facoltà” di conoscenza, quindi bisogna specificare se è Marco Ingegneria (quello del primo semestre), o Marco Giurisprudenza (secondo semestre)
Marco cesso. Quello che hai dovuto dargli il tuo numero per sfinimento, promettendoti che il numero sarebbe rimasta l’unica cosa tua che gli avresti dato
E poi c’è MARCO in stampatello. Hai avuto il suo numero per vie così traverse e psicopatiche che se non gli scrivi è solo perché se ti chiede: “Come hai avuto il mio numero?” devi partire dalla cacciata dal Paradiso di Adamo ed Eva. E sarebbe proprio una vergogna!
Non sai manco chi sia, ma sai perfettamente che il suo numero è l’unica cosa sua che avrai.
E ora capite perché l’ultimo che avete conosciuto, quello lì del bar, non è facile da salvare.
Marco Bar-venerdì-amiche-centro? No. Troppo lungo.
Eh vabbé, vada per Marco Bar.
Ma questo spregievole appellativo il bel Marco lo terrà per una settimana al massimo. Poi capita che vi scrivete, e ti chiede di uscire. E lì la rubrica segue a ruota la vostra storia d’amore, che si riassume in ogni singolo nome con cui lo salvi.
Marco Bar – Marco - MARCO
Inutile che vi spieghi il percorso che in questo caso il principino Marco fa nel vostro cuore. Da conoscente a “il Marco con cui esco e mi piace da morire”, fino al fidanzamento e all’ipotetica rottura, della serie se prima volevo “salvarti” adesso vorrei prendere un macete.
Ovvio che il percorso, la maggior parte delle volte (fortunatamente), si stabilizza all’appellativo AMORE MIO, ma adesso ditemi che è successo anche a voi, di odiarlo talmente tanto che “non voglio neanche salvarlo nella rubrica”. Quindi lo cancello. E così i suoi messaggi mi compaiono come mi comparirebbero quelli di un perfetto sconosciuto, semplicemente con il numero.
Numero che ovviamente, manco a dirlo, sappiamo a memoria