Sabato 5 settembre a Langhirano ha preso il via la XVIII edizione del Festival del Prosciutto di Parma, la grande kermesse organizzata per far conoscere e far degustare al pubblico, il prosciutto di Parma, e per fare apprezzare le bellezze turistiche e culturali del territorio in cui nasce, organizzata dal “Consorzio del Prosciutto di Parma”.
Nel cuore di Langhirano ha preso vita “La cittadella del Prosciutto di Parma”, uno spazio dedicato ad alcuni prosciuttifici di Parma, ma anche ad alcuni loro “cugini” di San Daniele del Friuli, dove alcuni produttori hanno la possibilità di incontrare nel proprio stand sia il pubblico che la stampa, per raccontare il loro prosciutto, la loro storia e per promuoverne il prodotto.
Nella “Cittadella del Prosciutto di Parma” trova posto anche lo Spazio Eventi dove nel tardo pomeriggio abbiamo avuto modo di prendere parte a due brevi ma intense occasioni di degustazione e di abbinamento del “Parma”: abbiamo prima provato il Prosciutto in una accoppiata inaspettata, innovativa e curiosa e poi in una più classica e tradizionale.
Il primo abbinamento è stato quello del Prosciutto di Parma col Saké , la bevanda alcolica tipicamente giapponese ottenuta dall’unione di alcol etilico con il liquido derivato dalla fermentazione del riso, presentato a cura dell’Associazione “La via del Saké” di Milano.
L’abbinamento classico prevedeva, invece, una “Verticale di Prosciutto di Parma e bollicine” Prosciutto di Parma stagionato 18, 24 e 30 mesi abbinato ai Vini frizzanti dei Colli di Parma e ai Vini della Strada del Barolo e Grandi Vini di Langa.
Io sono tradizionalista di natura e anche se l’abbinamento inaspettato con il Sakè mi intrigava ho preferito quello con i vini che mettono bene in risalto il suo sapore delicato e dolce e il suo aroma fragrante e caratteristico… ma non è detto che con il tempo e nuove degustazioni possa cambiare idea!!!
A “raccontarci” del Prosciutto di Parma, il vicepresidente del Consorzio il Dr. Federico Galloni.
Il Consorzio che oggi raggruppa 151 aziende, 4.200 allevamenti suinicoli, 130 macelli, 3.000 addetti alla lavorazione nella provincia di Parma, per un totale di 50.000 persone che lavorano nel circuito tutelato;, è nato per garantire, salvaguardare e proteggere il metodo tradizionale di lavorazione del Prosciutto di Parma oltre che a vigilare sull’osservanza della disciplinare produttiva.
Il Prosciutto di Parma DOP si ottiene con la prolungata stagionatura delle cosce di suini pesanti nazionali che, a stagionatura ultimata, hanno una forma tondeggiante, il peso compreso tra gli 8 ed i 10 kg. , al taglio sono di un bel un colore uniforme ,compreso tra il rosa e il rosso, inframmezzato dal bianco puro delle parti grasse.
A proposito delle parte grasse del Prosciutto di Parma, il Dr. Galloni ha sottolineato più volte che non vanno eliminate, in quanto contengono acidi grassi saturi essenziali molto salutari che vengono rapidamente convertiti nel nostro organismo.
Altra componente che conferisce al Prosciutto di Parma la dolcezza, il sapore delicato, ma nel contempo gli da la fragranza è “il marino” il vento che proviene dal mare, e che viene lasciato entrare nei locali dove i prosciutti sono a stagionare aprendo letteralmente le finestre…
Il Prosciutto di Parma è autentico capolavoro, che come ricorda il Dr. Galloni, per essere gustato al meglio deve essere mangiato con le mani: prima mangiano i nostri sensi, poi la nostra bocca!!!