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Piani Occupazione per i Giovani Italia-UE: Riflessioni a Freddo

Creato il 03 luglio 2013 da Fugadeitalenti

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La scorsa settimana Italia ed Europa hanno varato significative misure per contrastare la disoccupazione giovanile. Oggi si prosegue, con il vertice ministeriale a Berlino sul lavoro. E dunque?

A mente fredda una veloce riflessione, su questa estate di “pacchetti” per l’occupazione giovanile.

La prima considerazione è che si tratta comunque di un segnale importante: in un paio di mesi, complice anche l’attivismo del Governo Letta, si è passati dal pianto greco a delle azioni più o meno concrete. Non era affatto scontato.

Se andiamo poi nel merito di queste azioni concrete, emergono i primi problemi: l’Unione Europea, con operazioni cosmetiche che a Bruxelles riescono particolarmente bene (basti ricordare il ridicolo “Pacchetto per la Crescita” da 120 miliardi varato in pompa magna un anno fa, di cui pare si sia recentemente riparlato a “Chi l’ha visto?”), ha portato da 6 a 8-9 miliardi lo stanziamento complessivo per i giovani disoccupati, da qui al 2020. Sei miliardi nel primo biennio, gli altri 2-3 (nessuno sa dire con esattezza quanti, tutto dipenderà dai non meglio precisati “margini di flessibilità” del bilancio comunitario) negli anni successivi. Ergo: i soldi sono pochi (all’Italia andrà un miliardo e mezzo in tutto, secondo le previsioni più rosee), l’onere di impiegarli al meglio ricade sulle spalle degli Stati nazionali. I quali, se non saranno bravi a fare i compiti a casa, sprecheranno l’ennesima occasione. Auguri.

Sul fronte italiano, le misure prese la scorsa settimana dal Governo non rappresentano certo la panacea di tutti i mali: sono semplicemente un inizio. Probabilmente contribuiranno a stimolare la creazione di qualche posto di lavoro in più. Ma non risolveranno il problema. Personalmente, avrei cominciato a mettere in campo misure più strutturali: in questa fase serve coraggio, perché non rilanciare l’idea del “contratto unico”, in grado di far uscire l’Italia dal gigantesco equivoco e complicazione delle decine di tipologie contrattuali esistenti? Perché non adottare una formula ben più moderna di contratti per i giovani, dove si firma fin da subito per un’occupazione a tempo indeterminato, ma con tutele progressive?

Sul piano strutturale: in conferenza stampa a Bruxelles, il premier Enrico Letta ha ammesso l’enorme sfida di implementare la nuova “Garanzia Europea per i Giovani”. Se vogliamo ricevere il miliardo europeo per il biennio 2014-2015, dovremo assicurare che dall’1/1/2014 un giovane italiano rimasto senza lavoro o uscito dal percorso formativo riceva entro quattro mesi una proposta di lavoro o formazione. Ergo: in sei mesi (sei mesi!) dobbiamo far sì che i nostri centri pubblici per l’impiego, dove attualmente transita il 3% dei senza lavoro (… e solo l’1,8% lo trova poi effettivamente), acquisiscano un’efficienza scandinava. Ciò che non si è fatto in 30 anni lo dobbiamo fare in sei mesi… Il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini annuncia che a questo penserà il secondo pacchetto per l’occupazione, in arrivo a settimane. Auguri anche in questo caso.

Aggiungo che il lavoro non è una formula astratta che si crea a comando: sempre Letta ha ammesso che pure il suo Governo ha solo abbozzato qualche misura di politica industriale, nel recente Decreto del Fare. E’ chiaro che senza una politica industriale chiara e coraggiosa, disegnata dall’alto, le nostre aziende -poco innovative- continueranno a perdere in competitività, offriranno lavori sempre meno qualificati, fomentando così un incremento dell’emigrazione del capitale umano qualificato. Classico caso del cane che si morde la coda. Senza coraggio, non si va da nessuna parte. Si vivacchia, appesi alle sorti personali di un politico quasi 80enne, che continua ad accumulare condanne penali (evasione fiscale, concussione, prostituzione minorile… tra gli ultimi trofei nel suo poco invidiabile Palmares).

Coraggio è anche quanto chiedono in una lettera aperta ad Enrico Letta alcuni giovani esperti del lavoro, tra cui Alessandro Rosina ed Eleonora Voltolina. “I giovani sono risorse, non categorie da proteggere”, hanno scritto i sette firmatati, NELLA LETTERA CHE POTETE CONSULTARE A QUESTO LINK.

La disoccupazione tocca il 12,2% – quella giovanile è al 38,5% (ultimi dati Istat di maggio): CORAGGIO!!!

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