Pianificazione o improvvisazione? Quando viaggiare non è uguale per tutti.

Creato il 30 ottobre 2014 da Martinaway @MartinawayTB

Se c’è una cosa che amo del mondo dei blog è il continuo confrontarsi, amo quei semplici dialoghi che nascono dal nulla, da una (mai) banale conversazione o da un dubbio apparentemente esistenziale, e le mille domande fatte per conoscersi, per capirsi, per scoprirsi. Che cosa non manca mai nella vostra borsa di viaggio? Ed ecco che un blogger dopo l’altro risponde divertito, mentre scopre di non essere l’unico con quella piccola mania. Dove vi trasferireste senza pensarci due volte? Tac, post e viaggiatori con gli occhi sognanti spuntano come funghi in un autunno virtuale.

“…mondo dei blog…”

Poi però capita che compaiano anche domande alle quali non sappiamo davvero rispondere. Martina, di PimpMyTrip, Elisa, di TripVillage, e Federica, di Viaggi & Delizie, insieme a tantissimi altre blogger che hanno risposto all’appello, si chiedono “Un viaggio va improvvisato o pianificato?”. E chi lo sa.

O meglio, credo che ognuno abbia il suo modo di viaggiare. Non ne esiste uno sbagliato, ma nemmeno uno giusto e tutti i post che sono stati scritti fino ad ora sembrano riflettere quest’idea. C’è chi pianifica con le tabelle Excel e chi, invece, prende lo zaino e parte, chi ha cambiato idea strada facendo e chi sta ancora sperimentando. Ma io da che parte sto?

“…Un viaggio va improvvisato o pianificato?…”

Credo dipenda tutto dal viaggio che si sta per affrontare. Non ho mai pianificato un viaggio, un po’ perché ci pensava qualcun altro, un po’ perché non ne sentivo il bisogno. Quando però ho scoperto che sarei volata fino a New York e che ci sarei rimasta circa sei giorni, ho deciso di cambiare tattica.

New York era il mio sogno fin dalle scuole medie: sognavo i grattacieli, le strade trafficate, i musei di cui tutto il mondo parla e gli angoli che la rendono così bella. C’erano (e ci sono) così tante cose da vedere che riuscire a scoprirle tutte in una settimana scarsa sarebbe stato quasi impossibile. Quindi ecco che con internet da una parte e le guide cartacee dall’altra, ho iniziato a pianificare per (provare) a non perdere nulla. Ammetto che alcune cose ho dovuto comunque rimandarle ad un secondo viaggio, ma senza il mio travel plan non sarei mai riuscita a vedere tutto quello che ho visto in quei sei giorni.

“Quindi ecco che con internet da una parte e le guide cartacee dall’altra, ho iniziato a pianificare…”

Segnavo sulla mappa tutti i posti da vedere, li collegavo con un pennarello, controllavo su Google Maps quando ci sarebbe voluto, approssimativamente, per passare dal punto A al punto B e così via. In mezzo a questo intricato groviglio di mete, però, mi ritagliavo degli angolini di improvvisazione. New York, come tutte le grandi città, va vissuta, non potevo affrontarla in maniera del tutto razionale, così, ogni giornata aveva qualche ora buca: una sosta per un caffè, un giro per i negozi, una passeggiata per scoprire la città all’aria aperta invece di prendere la metro per essere più veloce. È stata la scelta più giusta.

Credo di aver vissuto la città al meglio, non perdendomi le cose che più volevo vedere, ma nemmeno seguendo una tabella di marcia dittatoriale. Ho scoperto un negozietto spettacolare a Chelsea (del quale prima o poi vi parlerò), ho mangiato la ciambella più buona della mia vita seguendo un ragazzo che teneva tra le mani un cartellone pubblicitario e ho riposato i piedi in alcune chiese così silenziose da non sembrare newyorkesi.

“…una sosta per un caffè…”

Quindi, alla fine, sono una pianificatrice o un’improvvisatrice? Credo che ogni viaggio vada vissuto con una piccola lista tra le mani, per non perdere le cose fondamentali, ma anche con un po’ di sana improvvisazione, per viverlo davvero. Riflettendo un po’ credo di potermi definire un’improvvisatrice pianificata, dopotutto, nel mio elenco di cose da fare, inserisco spesso la voce “da qui in poi improvvisare”. L’ho sempre detto che sono un po’ complicata.

E tu che tipo di viaggiatore sei? Scrivi un post o raccontalo nei commenti.

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