Le strutture, ritmate con i 1056 tasti bianchi e neri dei 12 pianoforti, generano un programma altamente suggestivo: superfici, linee, intrecci, sequenze di suoni e colori, finiscono per sommarsi, ora fondendosi, ora separandosi, in un’energica musicale armonia. Veloci sulle tastiere, le ventiquattro mani si mettono a suonare tutte insieme appassionatamente alla ricerca di sonorità inimmaginabili, ora ardite, ora rigorose, sempre impeccabilmente perfette, regalando momenti di sublime emozione. Il repertorio proposto alterna la grande tradizione della musica classica a firme moderne e contemporanee di differenti musiche folk. Si apre con l’Estate di Vivaldi e La bella addormentata di Tchaikovsky, per poi passare a Beethoven e Mozart. Ma è con una struggente interpretazione del Bolero di Ravel che il teatro si scalda oltre ogni misura segnando un netto iato nel ritmo. Si prosegue con Orobroy, il piano flamenco di David Peña Dorantes, e Honky Tonk Train Blues, famosissimo lavoro di Meade Lux Lewis, per poi stupire tutti con un’interpretazione “classica” del rock dei Van Halen (Jump) e con i suoni balcanici di Goran Bregović (Kalashnikov). Dopo aver avvinto strettamente a sé il pubblico con queste performance di grande impatto e suggestione, è tempo di rendere la serata monumentale con l’ingresso sul palcoscenico del Coro del Friuli Venezia Giulia, preparato dal Maestro Cristiano Dell’Oste, che dell’evento musicale ha curato anche la produzione. Le voci imperiose impreziosiscono la serata con l’esecuzione, tra gli altri brani, di Fortuna imperatrix mundi dai Carmina Burana di Carl Orff e 1492: Conquest of Paradise di Vangelis, che letteralmente incendiano il Duse, costringendo all’immediato bis in un teatro percorso da vibranti ed interminabili applausi. Se uno spettacolo memorabile doveva segnare la rinascita dello storico teatro bolognese, ebbene questo “Piano Twelve” ha perfettamente assolto allo scopo, regalando a tutti gli spettatori accorsi una serata da serbare tra i ricordi più cari.
Gli scatti inseriti nell’articolo sono stati gentilmente concessi dal Teatro Duse di Bologna