Piante e Zombie vanno in guerra - Recensione - Xbox One

Creato il 25 febbraio 2014 da Intrattenimento

Lo sparatutto in terza persona di Popcap diverte e convince

A seguire il teaser di settimana scorsa eccoci finalmente a recensire Garden Warfare: Plants vs Zombies, curioso progetto di Electronic Arts e Popcap che traduce in sparatutto l'universo di uno dei tower defence più iconici. Dopo un viaggio nella piovosa Guildford, sede britannica del distributore statunitense, siamo pronti per dare un voto all'esperienza con questa produzione tutta petali e brandelli, e se avete seguito la nostra copertura già sapete che siamo piacevolmente colpiti da quanto giocato. Lo dicevamo anche nella nostra ultima anteprima: Garden Warfare è un titolo che stupisce per il suo valore, certamente non una pietra miliare per il settore, ma comunque tutt'altro che inutile. Ma andiamo con ordine e vediamo insieme cosa ci aspetta per i (circa) 35 Euro richiesti su PC, Xbox 360 ed Xbox One.

Eat your veggies!

La grande domanda di questo gioco è fondamentalmente una: zombie o pianta? Ti unisci alle fila delle verdognole e combattive regine di vasi e giardini o ti alzi dal tuo eterno riposo e cominci a camminare (goffamente) assieme ad altri non morti come te? Abbiamo tutti le nostre preferenze, i nostri gusti, ma il bello è che in Garden Warfare entrambe le compagini sono molto ben caratterizzate e soprattutto le classi che ci vengono proposte sono interessanti da ambo i lati, stuzzicando la voglia di provare tutt'e due le fazioni. Ogni classe gode di un attacco base e di tre mosse speciali utilizzabili solo ad intervalli di tempo, un fattore che rende la loro attivazione piacevolmente pianificata e che premia il giocatore capace di aspettare il momento giusto. Oltre a questo, con qualche similitudine indispensabile per il bilanciamento, ognuna delle otto classi presenti in gioco gode di un gameplay personale e diverso dalle altre. Peashooter e Soldier corrispondono più o meno alle classi d'assalto presenti in altri titoli, armati come sono di un'arma automatica e dotati di grande mobilità (anche verticale, il che gli permette di posizionarsi sui tetti e da lì godere di una posizione particolarmente favorevole). Tra le piante abbiamo poi il Cactus, un cecchino che però non gode di un danno particolarmente elevato, mancanza alla quale sopperisce con la possibilità di inondare il campo di battaglia di mine anti-zombie e di attivare un aglio volante da controllare in prima persona; poi c'è il Chomper, pianta carnivora capace di mangiare in un sol colpo i nemici se attaccati da dietro e di andare sottoterra in stile Tremors per poi balzare fuori sotto al malcapitato del caso; e da ultimo il Girasole, il curatore del gruppo, con scarse capacità offensive, ma fondamentale per la buona tenuta dell'armata vegetale. Gli zombie non sono da meno in quanto a varietà ed oltre al citato Soldier ci propongono l'Ingegnere, armato di lanciagranate e di un elicotterino radiocomandato; lo Scienziato, letale a distanza ravvicinata grazie ad un simil fucile a pompa e capace di attivare un marchingegno per curare i compagni; e l'All Star, che ricorda da vicino il Grosso di Team Fortress 2 sia per stazza che per la mitragliatrice gatling che imbraccia. Sebbene ogni classe giochi un ruolo importante nel bilanciamento della squadra, ce ne sono alcune che da sole sembrano capaci di fare stragi. Il Chomper, per esempio, può dimezzare le fila avversarie con un lavoro certosino sui fianchi, mangiandosi gli zombie che si avventurano sul perimetro del campo di battaglia, mentre l'Ingegnere può sfruttare il danno ad area del suo lanciagranate per sfoltire i gruppetti di nemici. L'impressione è che, in generale, gli sviluppatori siano riusciti a mantenere una certa fedeltà per quanto possibile al gameplay del titoli originali, con le piante in un ruolo più difensivo e gli zombie più abili nell'attacco. Questo si vede anche dalla modalità di gioco più divertente di quelle proposte, Gardens & Graveyards, che chiede ai vegetali di difendere dei punti di controllo, ed ai non morti di catturarli entro un tempo limite. Le capacità difensive delle piante sono esaltate da questo ritorno alle origini, e rapidamente si creano tra i giocatori sinergie e tattiche che vengono naturalmente suggerite dal gameplay: i curatori affiancano i Peashooter in prima linea, i Cactus si tengono nelle retrovie per un certosino lavoro di cecchinaggio, mentre le piante carnivore aggirano la linea d'attacco degli zombie ingaggiando solo a colpo sicuro. La difesa sembra essere allora particolarmente avvantaggiata, ancora di più se aggiungiamo la possibilità per le piante di attivare alcuni vasetti sparsi attorno ai punti di controllo, piantandovi delle torrette offensive e difensive, ma è qui che entra in gioco l'Ingegnere, vero e proprio re di questa modalità. A metà strada tra lo spawn point dei non morti ed il punto di controllo delle piante ci sono, in posizioni predeterminate, dei teletrasporti che solo l'Ingegnere può attivare. La tattica vincente è sembrata spostare il centro dell'attenzione proprio verso questi punti, proteggendo l'Ingegnere nella sua costruzione e così creando un corridoio preferenziale di zombie che piovono sugli avversari, affiancati da quelli controllati dall'intelligenza artificiale che è possibile attivare in alcuni punti specifici. Se tutto fila liscio, dunque, l'Ingegnere attiva teletrasporto e torrette difensive trasformando l'attacco in un vero e proprio 'zerging' del punto di controllo delle piante, che ora provano a dividere le loro forze tra la difesa vera e propria e l'attacco del teletrasporto che può essere distrutto. Plants Vs. Zombies: Garden Warfare - Trailer commentato da Major Nelson

Oh, c'hai figu?

Se Gardens & Graveyards è la modalità regina della produzione Popcap, altre sono le damigelle che la accompagnano nel suo viaggio tra flora ed ex umani. C'è l'immancabile modalità addestramento nella quale sparacchiare senza preoccuparsi tanto del punteggio, c'è il deathmatch a squadre che sposta l'attenzione (e gli equilibri) dalla ricerca di obiettivi allo scontro duro e puro, ma soprattutto c'è la modalità cooperativa Garden Ops, che è la più vicina concettualmente al gameplay originale della serie. Quattro giocatori prendono qui i panni di altrettante piante e si preparano a difendere il proprio giardino da infinite ondate di zombie. Si inizia piano, con quelli facili da abbattere, in un crescendo di difficoltà che nel giro di una decina di minuti alza l'asticella della sfida a livelli piacevolmente stuzzicanti, con zombie dotati d'armatura, di attacchi devastanti, miniboss e veri e propri super zombie da affrontare obbligatoriamente in gruppo. La scelta delle classi si rivela dunque fondamentale per la buona riuscita dell'avventura, la presenza di un Girasole ad esempio appare fondamentale viste le sue ottime capacità di curatore, ma va detto che anche in sua assenza si può sempre decidere di piantare dei girasolini nei vasi sparsi per la mappa così da creare delle stazioni di cura. Il meccanismo è identico a quello visto in Gardens & Graveyards, con la possibilità per i giocatori di coltivare i vasi distribuiti attorno ai punti sensibili, piantandoci la pianta-torretta preferita scelta tra quelle che si hanno nell'inventario. Sì, perché le piante utilizzabili (così come gli zombie evocabili dai non morti nel multiplayer competitivo) sono oggetti consumabili che devono essere recuperati tramite le bustine di carte che è possibile comprare nell'apposito negozio. Fermi tutti, sappiamo che a sentir parlare di negozio parte subito la free-to-play-fobia, ma per questa volta possiamo dormire sonni tranquilli visto che le transazioni vengono fatte spendendo esclusivamente la valuta guadagnata giocando, niente soldi veri. Le bustine si presentano in diversi tagli, partendo da quelle base contenenti solo consumabili fino ad arrivare a quelle speciali con dentro oggetti per la personalizzazione, ed altri necessari per sbloccare le sotto classi. Ogni classe, infatti, gode di 6 versioni speciali con abilità particolari (il cactus congelante, il soldato con la mitragliatrice più potente e via dicendo) che vanno sbloccate proprio con i pezzi ottenuti nelle buste di figurine. Da quanto provato possiamo dire che la quantità di crediti ottenuta con ogni partita ci è sembrata bilanciata con il prezzo delle buste: non si fatica poi tanto a portare a casa qualcosa, anche se chiaramente la busta più ambita di tutte richiederà un buon pomeriggio di farming. Il sistema dunque funziona, sbloccare oggetti ed esilaranti personalizzazioni per i propri personaggi è piacevole e soddisfacente, anche se va segnalata l'inspiegabile impossibilità di andare ad eseguire modifiche all'equipaggiamento tra una partita e l'altra senza lasciare la lobby. Completano l'offerta ludica le versioni classiche delle modalità citate, nelle quali non si possono utilizzare i potenziamenti dei personaggi, ed una cooperativa a due giocatori in split screen nella quale affrontare le ondate di zombie. Il tutto si svolge in (poche) mappe di grandi dimensioni e generalmente ben fatte, con tanti corridoi, spazi aperti e in copertura, anche se la possibilità per alcuni personaggi di sfruttarne l'occasionale verticalità può dare vita a sbilanciamenti tra le forze in campo. Tecnicamente sappiamo di non essere di fronte alla produzione che mostrerà i muscoli di Xbox One, ma non sono mancati dei bei momenti che ci hanno ricordato il perché di un salto generazionale: i personaggi sono animati con molta cura e resi vivi da scelte cromatiche azzeccatissime, ed anche le mappe sono ben costruite e scorrono fluide a schermo pur durante le fasi più concitate, impreziosite da qualche piccola chicca come la possibilità di sporcare le pareti, distruggere qualche oggetto qua e là, e vedere dei barili rotolare grazie ad una buona gestione della fisica. Insomma, pur senza stupire, questo Garden Warfare: Plants vs Zombies riesce a soddisfare anche sul fronte grafico, rivelandosi così un prodotto non perfetto ma comunque molto divertente ed accessibile.

Pro

  • Accessibile e divertente
  • Le classi godono di grande personalità
  • Mappe ben disegnate

Contro

  • Il numero di mappe e modalità è poco più che sufficiente

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