Sul Corriere del Mezzogiorno, un articolo su Napoli, delinea per sommi capi l’altro volto del patrimonio Unesco: il degrado urbano che investe alcune parti del centro storico.
La Chiesa del Carmine è attorniata da recinzioni e impalcature che farebbero pensare a prossimi lavori di manutenzione, tuttavia si tratta di confinare i pericoli poiché ci sono grosse possibilità che parti della struttura potrebbero cedere. Ed è la stessa cosa anche per le fontane settecentesche del Seguro a pochi metri, collocate in Piazza Mercato, il vecchio cuore pulsante della città e teatro dei più importanti eventi storici, come la rivoluzione di Masaniello. Un abitante del posto racconta «È successo che a questa fontana – quella prossima alla basilica – fu montata l’impalcatura e poi ‘bendata’ con delle tavole intorno per proteggerla dai vandali in attesa dell’inizio dei lavori. Nel frattempo i lavori non sono partiti e le tavole sono sparite. I soliti ignoti che se le sono portate via di notte. Dopo questo ‘regalo’ – prosegue – neanche è venuta più la ditta ad ‘imbracare’ la seconda fontana. E resta tutto così».
In effetti, molte impalcature preventive sono state montate intorno agli edifici storici per evitare sciagure come quelle che hanno visto, tragicamente, la morte di cittadini senza colpe, se non quella di scegliere un marciapiede e non un altro, come il ragazzo tristemente colpito dalle pietre cadute dalla facciata della Galleria Umberto.
Dopo alcuni episodi che hanno toccato i confini estremi dell’inefficienza, il Comune di Napoli ha sollecitato il Ministero degli Interni perché si facesse qualcosa in merito alla manutenzione. Sarebbe quasi surreale sperare in interventi preventivi anziché sanatori.
Tuttavia buona parte del centro storico resta in attesa di opere pubbliche. La stessa questione si sollevò circa la bonifica e la potatura degli alberi cittadini, ma solo dopo l’incidente che causò la morte di una donna., in via Aniello Falcone. È come la benzina per l’auto: fin quando la luce non è rossa, non ci si ferma per provvedere, sempre che non si aspetti di restare a piedi.
Un degrado, quello di Piazza Mercato così come di altri luoghi e monumenti napoletani, che parte da lontano, da decenni di incuria, mani sulla città e mani nel portafogli della città. Problemi per cui non bastano pochi anni affinché siano risolti, e non bastano soltanto i soldi, poiché vanno ri-educati i cittadini al rispetto della ricchezza artistica e culturale.