Picasso: per una pura tarologia (.1)

Da Tarocchipensiero @MichelPelucchi

" Ineluttabile modalità del visibile: almeno questo se non altro, il pensiero attraverso i miei occhi. Sono qui per leggere la segnatura di tutte le cose, uova di pesce e marame, la marea danzante, quella scarpa rugginosa. Verdemoccio, azzurroargento, ruggine: segni colorati. Limiti del diafano." (Joyce)

Oggi parleremo di una cosa semplice, un atomo piccolino sulla questione della manifestazione, e della visione.

Esso riflette la natura dell'immagine che struttura il Tarocco, ne decide la sua natura versatile, dinamica, vibrante e assieme palpitante. Atom (atomo) Heart (cuore) Mother (madre).

Ho in qualche modo accennato a moltissime cose nel corso dei post precedenti, fornendoti quell'approccio che ritengo imprescindibile alle Carte: il sincretismo atomico, la sintesi tra i diversi saperi, le opere ed i loro autori. Da qui partimmo - e qui muoviamo - per esplorarne il simbolismo arcano. Ricordate...

In numero di 22, gli Arcani Maggiori, sono una sorta di mosaico; un quadro che per ciascun tassello ne presenta altri al suo interno, e assieme possono combinarsi ripetutamente, senza il ben che minimo indirizzo pregiudiziale. Non vi è modello a cui potete affidarvi per imparare a conoscere queste poetiche invenzioni dello spirito.

Dirò "Pablo!" Stanne certo: parlerò allo stesso momento di Picasso e del Tarocco! Della sfida che completa ciascuna pratica della visione: tra il visibile e l'invisibile. Tra la figura (definita) e il suo e-movere, dynamis della Forma Archetipica: dell'Arcano.

Tutto ciò è come imperscrutabile, razionalmente diventa perlopiù imponderabile.

Vorrei che afferraste questo enigma creativo e visivo, affinché liberato il campo, si possa entrare nella giusta dimensione conoscitiva/ricreativa: quella dei Tarocchi e del loro sviluppo interiore.

Ne consegue che senza alcuna crescita spirituale, le Carte, mai e poi mai, ti offriranno quella spontanea "modalità della Visione" già operante nel tuo vissuto , e che sprofonda - come oggi mi suggerisce un autore di science fiction - "nel bizzarro incanto di quella immagine deforme".

Seguitemi allora con molta attenzione.

TRACCIARE I LIMITI, FARLI FUORI

" Tracciare accuratamente i limiti nei quali cerchi di lasciarti sorprendere dal tuo modello. Sorprese infinite in una cornice finita". (Bresson)

Si può dire di Pablo che "a partire dal periodo cubista inventò" un nuovo concetto di rappresentazione, un concetto non "reale" della cosa veduta. Sicché, con la sua opera, nulla più rimane compiuto, definito e delimitato. Tutto si compie, vibra e sposta; ed un quadro sono pure mille: mille ed uno: movie picture fantastico, inesauribile, virtuale.

Egli ha riportato in auge (lui come altri del resto) la "possibilità che il visibile sia manifestazione" in regioni quali l' intenzionalità

Per una pura tarologia occore dunque vedere anzitempo e continuare a creare. Del resto,
n ell'intenzione dell'artista la Visione non solo perpetua la sempre novella creazione, ma sa cogliere "innanzi al tempo" di un qui e ora determinato la superiore verità del suo guardare. Per lui vale il motto: ruit hora, precipita l'ora!

In quel momento magico e dirompente, il materiale (energia animica e fisica) si proietta anziché confinarsi nel limite di un giudizio certo e certificato. Non c'è tempo per le analisi e le analitiche della ragione . Tutto si compie, immediato vibra e si (s)compone.
Quella di Pablo

" È appunto l'arte di dipingere COMPOSIZIONI nuove con elementi attinti non dalla realtà visiva, ma interamente creati dall'artista e da lui dotati di una realtà possente". (Apollinaire)

LA RUOTA DI KEICHU

Precipita l'ora... rovina in un adesso attivo e contemplativo. Gallina e gatta ci cova. " Pesce fiori ruggine: segni colorati. Limiti del diafano. L a comune meccanica del pensare muta, e sfugge la RUOTA (Si pensa che la radice latina di Getsuan disse ai suoi studenti: "Keichu, il primo fabbricante di ruote della Cina, fece due ruote di cinquanta raggi ciascuna. Ora supponete di togliere il mozzo che unisce i raggi. Che ne sarebbe della ruota? E se Keichu avesse fatto questo, potrebbe essere chiamato maestro nel fabbricare ruote?"". (Mumon) TAROT sia appunto ROTA: ruota).

Da che la Ruota sfugge... allora la funzione cogitativa può lavorare ad un livello superiore. Con estrema audacia il gesto si fa rapido, diventa netto, senza indugi riempe il vuoto di una tela che prima era morta. In quell'attimo, atomico sguardo accade: ciò che non ci si poteva aspettare. Famosa la frase di Picasso: "Io non cerco. Trovo". Immediato.

Pensate alla questione in termini per voi vitali... riferitevi a quel gesto-dinamico come all' intenzione vostra e scoprirete senz'altro l'Arcano.Esso è LA VOLONTÀ che afferra il movimento quotidiano della vita, per ritrasmetterlo fuori dai limiti apparenti e condizionanti, fuor dal mondo sbricio. Si è in e out ad un tempo, si è "nelle" cose cum vigor, senza per questo essere schiavi "delle" stesse.

" Vale a dire che stai vedendo quello che ti succede, ma sei totalmente immerso nella vita, in piena azione" . (Jodorowsky)

Sei totalmente un Atomo Cuore Madre. Che c'è da capire?! In questo girotondo meraviglioso vieni a realizzarti proprio in virtù di quell'atto dotato di intenzione, e dunque creativo - rispetto ai freni che ti vincolano, creativo nel "tra" le cose che l'Arcano gira e fa girare...

Un bagliore della meditazione

UN BEL GESTO E GLI OCCHI COME IL BALENO

Del resto si sa, la vita dell'artista non è mai una vita ripetitiva e abitudinaria, egli piuttosto vede e ascolta, sente e ritrasmette quell'energia spirituale che dà colori, spande emozioni. Un bel gesto e tutto e niente fatuità. Ecco cos'è?! Forse l'anima?

" Essa vien meno quando l'orrendo nero è in noi. Ma lo spirito fiorisce, lo spirito può compenetrare questo nero, lo spirito può affermarsi in esso". (Steiner)

Tutto ciò è come imperscrutabile, razionalmente diventa perlopiù imponderabile.

" Ora possiamo dire: nel nero avviene (e provate una volta a esaminare, a questo proposito, l'arte del bianco e del nero, del chiaro-scuro sopra una superficie), dunque nel nero avviene questo: che mentre dipingete il nero sulla superficie bianca, voi immettete dentro questa superficie bianca lo spirito. Proprio col tratto nero, con la pennellata nera, spiritualizzate il bianco.

Col nero potete introdurre lo spirito. Ma è l'unica cosa che può essere portata col nero. E con ciò otteniamo la formula: Il nero rappresenta l'immagine spirituale di ciò che morto".

(P.S. L'invito è che tu possa condividere queste conoscenze con tante persone. Ed un augurio per una Pasqua felice e creativa. Michel e gli tutti gli amici che mi sostengono in questo progetto).



"Non posso fare a meno di considerare la reazione che comincia a manifestarsi in Occidente contro l'Intelletto... in favore dell'intuizione, come un segno di progresso culturale, un ampliamento della coscienza oltre i limiti angusti posti da un intelletto tirannico" (Jung)


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