Piccola carrellata di orrori italinglesi

Creato il 30 settembre 2012 da Albino

Alle volte leggendo articoli di giornale italiani (su internet e non) mi chiedo chi (abbia dato la laurea a certa gente che scrive) abbia deciso come tradurre le parole inglesi d’uso corrente in italiano. Certamente chi l’ha fatto non sapeva l’inglese.

Cosi’ e’ la vita, cari lettori. Alcune parole inglesi sono diventate e stanno sempre piu’ diventando d’uso comune nella nostra lingua, e il significato viene distorto perche’ in Italia nessuno o quasi sa l’inglese. Un po’ come gli anglosassoni che chiamano il salamino piccante pepperoni perche’ non sanno l’italiano…

Abbiamo un paio di esempi classici di vecchia data, legati al cibo. In Italia chiamiamo plum cake praticamente ogni tortino di forma rettangolare di pasta simil-muffin fatto nello stampo rettangolare del… plum cake. Esiste il plum cake alla mela, alla pera, all’arancia, al cioccolato… ma possibile che nessuno si sia mai accorto che plum cake in realta’ vuol dire “torta di prugne“?

Lo strafalcione culinario che mi fa ridere di piu’ comunque e’ il mitico roast beef, letteralmente “manzo arrosto”, che in Italia spesso viene scritto in maniera orrifica “rosbif”, rosbeef”, “rost beef”, eccetera. In Italia il roast beef all’inglese e’ di solito una fetta di carne arrostita e tagliata sottile, spesso con l’affettatrice, che molti mangiano cruda con olio e limone e/o rucola tipo carpaccio. Cos’abbia d’inglese questa ricetta non lo sa nessuno.
Belle anche le signore in macelleria che ordinano al macellaio “un chilo di rosbif” come fosse un taglio di carne, tipo lombata o costata.

Ma veniamo ai tempi moderni, all’era del computer e della globalizzazione. Siamo partiti dalla diffusione dello scanner, parola inglese che noi italiani non sapevamo come chiamare (scansionatore evidentemente suonava male). Ecco allora che il verbo “scansionare” e’ diventato “scannerizzare”, ovvero “usare lo scanner”. Bello.

Ma noi italiani siamo un po’ cosi’ no, ci piace chiamare le cose col loro nome per indicarle con precisione. Scansionare sa tanto di sonar e navi da guerra, non e’ una parola adatta alla vita d’ufficio. Un po’ come la parola web, che noi non potevamo certo chiamare ragnatela (a parte per la lunghezza) visto che in Italia ci piace che ogni parola abbia un senso tutto suo, preciso, mica siamo faciloni come gli anglosassoni. Il mouse mica potevamo chiamarlo topo, altrimenti l’avremmo confuso con l’animale. L’inglese invece, ammettiamolo, e’ una lingua povera dove le parole sono limitate e ci si capisce un po’ dal contesto, diciamo. Anche se a guardar bene qualche esempio al contrario magari c’e', tipo la parola gelato, che secondo noi italiani va tradotta ice cream in inglese. Invece no: in inglese chiamano ice cream il gelato industriale, mentre quello artigianale “all’italiana” lo chiamano… gelato. Anzi, spesso lo chiamano gelati, plurale, e non ho mai capito il perche’.

Negli ultimi anni comunque di cacofonie d’origine inglese ne ho viste nascere di assurde. Mi piace quando i giornalisti negli articoli citano la la parola mobbing per indicare le molestie sul luogo di lavoro(derivato da mob, che in inglese semmai indica piuttosto una folla, un movimento di piazza) invece di usare quella corretta, in inglese, che semmai sarebbe harassment, o bullying. Poi non si capisce cos’avessero di sbagliato i corrispettivi italiani (molestie e bullismo); chi lo sa, forse serviva coniare una parola nuova per indicare il contesto lavorativo?

Bellissimo anche l’uso a-super-sproposito dell’espressione “lap dance“, che in Italia indica di solito il ballo sul palo (chiamato in inglese giustamente pole dance), e dove perfino il palo invece di “palo” viene chiamato “palo della lap dance”. LOL. Peccato che l’espressione in realta’ in inglese indichi un tipo preciso di ballo erotico a pagamento dove la tipa balla sul lap (= seduta in braccio) del cliente. Ah gia’, ma quello invece si chiama andare nel prive’. Giusto.


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