Volevi andartene come una spiga senza reste;
non ti avrebbe abbandonata quella guaina
e sarebbe cresciuta con te
per continuare ad avvolgerti.Ti puntava una pistola il sole in faccia
e sentivi che era la levata,
quanto sale già allora sudato,
maggio con la prima sigaretta
fumata in un campo di culmi
sempre più alti di te.
Ma sei arrivata piccola spiga
e quella foglia così materna,
mentre ti corteggiano altre intorno,
è sempre lì con te
e con te ancora un po’ è cresciuta
per sapere come avvolgerti a quest’età.
Non potrai poi evitare il mondo:
verrà a cercarti a casa, giovane pannocchia!
con quelle trebbie assassine
e ti beccheranno galline da pollaio
o galline in giacca e cravatta.
Verrà giugno è sarà il tuo autunno;
le prime mattine d’estate il tuo tramonto;
quanti cadaveri di madri e rovine di case
in mezzo a quel campo prosciugato.
Ora che non ci sono più confini e colori
si fa mostruoso il canto dei giovani grilli.
Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane