...>> Eccoci dunque trasportati in un paese ignoto, scabro e roccioso, chiuso all'orizzonte da cupe foreste che si ergono come muraglie; nella larga radura che ci sta di fronte, enormi animali si muovono pesantemente brucando felci e arbusti di proporzioni inusitate. Siamo all'inizio dell'
Era Terziaria, sessanta o settanta milioni di anni fa: i colossali
Dinosauri, gli
Iguanodonti, gli
Ittiosauri, dominano il mondo in cui l'uomo, almeno quale noi immaginiamo, non è ancora apparso. I mostri lottano ferocemente fra di loro per la sopravvivenza, minacciati di continuo da una natura spietatamente selezionatrice: e, prima che i nostri lontani antenati aprano gli occhi nel mondo, questi giganteschi protagonisti degli avi lontani saranno estinti.
Ora la scena cambia: in un attimo abbiamo superato oltre cinquanta milioni di anni, per portarci all'inizio dell'
Era Quaternaria, quando la terra, dopo lunghi assestamenti, aveva ormai assunto un aspetto molto similie a quello odierno, ed i grandi ghiacciai scendevano come fiumi immensi dalle montagne europee. Gli animali e le
piante sono in complesso assai somiglianti a quelli attuali. Compaiono gli elefantidi, gli equini, i bovini. Intanto si verificano delle imponenti migrazioni di animali che si allontanano da luoghi il cui clima è per loro sfavorevole, alla ricerca delle condizioni ideali di vita. Inoltre durante questo periodo scompaiono rapidamente, a causa delle variazioni climatiche e geografiche, quelle affinità che finora esistevano fra la flora americana e l'europea.
Alla soglia di una caverna, scorgiamo finalmente degli esseri nuovi, in cui tuttavia stenteremmo a ravvisare i nostri diretti antenati: piccoli, tozzi, con lunghe barbe, irsuti per le pelli di animali di cui sono ricoperti, muniti di clave di legno e di pietre appuntite. E' l'età
Paleolitica, o prima età della pietra (circa 200.000 anni a. C. ): grossi orsi, felini giganteschi, terribili anfibi simili a coccodrilli insidiano di continuo l'esistenza di questi primi uomini, che da poco hanno preso coscienza della differenza che li separa dai feroci bruti che li circondano. Migliaia di anni, anni di terrore e di buio, dovranno trascorrere prima che l'uomo impari a scheggiare le pietre di cui si serve per la caccia, a riunirsi in gruppi più numerosi per far fronte ai pericoli sempre presenti; il fuoco, divino elemento caduto dal cielo, viene conservato con ogni cura in focolari di terra, perchè se si spegnesse nessuno sparebbe riaccenderlo.
Passano millenni: ora siamo in un'epoca relativamente vicina a noi, cira 50.000 anni or sono, sul finire del
Quaternario. Gli scheletri che ritroviamo nelle caverne, i resti dei focolari abbruciacchiati, le selci scheggiate a punta di freccia, sono i documenti su cui noi ricostruiamo la storia delle nostre razze, dall'uomo
Neanderthalense ( così detto per il luogo in cui fu trovato il cranio) che ancora presenta nello scheletro alcune caratteristiche scimmiesche, all'uomo
Aurignaziano (dalle caverne di Aurignac), molto simile a noi nelle proporzioni del corpo e già mentalmente evoluto.
...e la storia continua.
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