Con l'arte e la religione, l'Uomo si separa definitivamente dal mondo istintivo ed animale che lo circonda e inizia la sua lentissima ascesa verso le regioni più alte della vita intellettiva. Nuovi segni di questa raggiunta maturità non tardano ad apparire: ecco infatti le prime selci scheggiate a punta di freccia o a lama di scure (siamo nell'Epoca Neolitica, o della pietra lavorata), i focolari accuratamente costruiti, infine le palafitte.
Il cammino dell'umanità prosegue. Un giorno, da una pietra pesante e scura che casualmente era stata posta sul fuoco, cola un liquido rossastro e densissimo che subito si rapprende e si solidifica: e l'uomo, che incuriosito si china a raccogliere un frammento dell'ignota sostanza, vede con stupore che è più malleabile e più dura della pietra e che, ripulita dalle scorie, lampeggia al sole. L'ignota sostanza era il rame!
Fino a questo punto le storie dei diversi popoli coincidono: tutti hanno subito le stesse vicissitudini, superato gli stessi ostacoli, e sono giunti, presto o tardi, alla prima grande tappa: la scoperta dei metalli. Ora le strade si dividono: solchi sempre più profondi, determinati dalla razza, dall'ambiente e dal clima, si scavano fra i diversi popoli, appena usciti dall'adolescenza e da poco consci, ognuno, di un proprio lontano destino.
E' anche di questo importante periodo della storia dell'Uomo la costituzione delle terramare, che rivelano un'organizzazione civile assai superiore ad ogni altra. Furono queste le prime città italiche, sorte nella Pianura Padana. La terramare era simile nella struttura ad una palafitta, ma i suoi pali di sostegno erano conficcati nella terra, in conche a forma di quadrilatero. Attorno correva un fossato pieno d'acqua; il bacino era tagliato da due principali strade che si incrociavano, mentre altre vie minori suddividevano la città in tanti rioni regolari. Le case erano di legno, di mota e di frasche e costruite sull'ampio tavolato sorretto dai pali infitti nel bacino.
Il popolo delle terramare, laborioso e guerriero, fu maestro nella modellatura della terracotta, nell'impiego del legno, nella lavorazione del metallo, tanto che non è azzardato affermare che le terramare furono la culla della civiltà italica.
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