Piccole annotazioni

Creato il 14 ottobre 2010 da Albino

Parliamo per assurdo. Mettiamo che un italiano con una certa professionalita’ vada all’estero, si faccia le sue esperienze e poi decida di tornare a casa e mettere la sua conoscenza al servizio della societa’. Tipo Robin Hood, ma con l’accento veneto.
Prendo qundi l’esempio mio, di cazzaro ingegnere nel settore dei trasporti con esperienza in Australia e soprattutto in Giappone. A parte quando faccio il mona, sono una persona che sta all’interno del settore e ha esperienza in svariati paesi del mondo. Ho avuto esperienza di svariati problemi in molte situazioni, e ho visto come ogni paese ha affrontato i suoi casini.

Ora, mettiamo per assurdo che tornassi in Italia e mi nominassero Commissario Straordinario Plenipotenziario ai Trasporti con Licenza di Uccidere, ma soprattutto di Decidere. Una specie di Bertolaso ai trasporti, ma con piu’ potere di lui. In such a case, che farei di bello per risolvere i molteplici problemi legati ai trasporti nelle grandi citta’ italiane? (ne cito alcuni: traffico, inquinamento, scarsa qualita’ del trasporto pubblico, dolore, disperazione, terremoto, traggedia, Lac d’ sanque).

Senza perdere tempo in preamboli e girare intorno alla cosa, andiamo diretti come una freccia al cuore del problema: punto primo, in Italia il trasporto pubblico fa schifo perche’ il mezzo di trasporto principale e’ l’automobile. Il trasporto pubblico e’ cosa di serie B, e’ considerato come piano di riserva quando, tuo malgrado, non puoi usare l’auto.
Punto secondo, il trasporto pubblico in Italia fa schifo perche’ non e’ mai colpa di nessuno: non e’ degli amministratori che mangiano, non e’ del personale che non lavora bene, non e’ degli utenti che scroccano le corse, sporcano, vandalizzano, non hanno rispetto.

A) Quindi, facciamo come il Giappone: prima cosa, togliamo l’automobile. Cio’ significa, introdurre una legge come quella che c’e’ a Tokyo: se non possiedi il parcheggio non puoi possedere un’auto. Per fare un esempio: diamo dodici mesi di tempo ai cittadini di Roma per procurarsi un parcheggio coperto o per vendere l’auto. Dopodiche’, iniziamo ad andare di carro attrezzi e a confiscare i mezzi. All’ACI da domani inseriamo la regola: se sei residente a Roma ti puoi intestare un’auto solo se possiedi il parcheggio..
E naturalmente, con questo deve andare l’abolizione di tutti i parcheggi a bordo strada. Tutti. Il vigile deve poter multare qualsiasi pezzo di metallo munito di 4 ruote che sia nel suo campo visivo, fermo e con nessuno a bordo.

B) Modifica delle politiche aziendali: come a Tokyo, divieto di andare al lavoro in automobile, trasformazione dei parcheggi aziendali in aree adibite a diverso uso. Introduzione come a Tokyo dell’obbligatorieta’ per le aziende di pagare l’abbonamento da casa al lavoro a tutti i dipendenti (anche precari, part time ecc). In caso di mancanza di mezzi pubblici, istituzione di bus aziendali dalla stazione piu’ vicina. Per evitare che la cosa pesi troppo sulle aziende, abolizione o riduzione dei buoni pasto / ticket restaurant: l’azienda ti paga il trasporto al lavoro, tu ti paghi il pranzo.

C) Abolizione dei controllori nei mezzi pubblici e inserimento di sistemi automatici di pagamento. E’ ora di finirla con la gente che sale nei mezzi pubblici a scrocco. Si faccia come nel resto del mondo civile, dove il biglietto non si compra a terra ma a bordo, dove non timbri il biglietto ma paghi. Tariffa unica, come nei bus in Giappone: che tu faccia 10 metri come 10 chilometri. Non so, due euro. Alla fermata si scende e si sale solo dalla porta davanti: prima tutti scendono, poi si sale, uno alla volta, e si infila la cazzo di monetina in una macchinetta, la quale permette l’accesso altrimenti ostruito da sbarra; in alternativa si passa una swipe card di quelle che si attivano al contatto. Sei una zingara o uno studentello balordo e vuoi salire a scrocco? Non ti si apre il gate, e non il conducente ma la gente bloccata dietro di te ti fa scendere a suon di bestemmie.
C1) Corollario a C: ho parlato di “macchinetta” per un motivo ben preciso: il conducente del bus non deve maneggiare denaro. Le monete vanno in una cassetta rinforzata, a prova di rapina o di vandalismo.
C2) Mi direte: e i controllori, li licenziamo? No, li mandiamo a fare il lavoro che elenco al punto G.

D) A+B significa abbattimento del traffico, mentre B+C significa nuove entrate sicure alle aziende di trasporto pubblico, che a fronte della nuova prospettiva economica devono fare pesanti investimenti in mezzi pubblici nuovi, in nuove tratte, in riduzione dei tempi d’attesa, e soprattutto in servizi di pulizia e controllo. Basta mezzi pubblici lerci, basta scritte dei pancabbestia su bus e treni.
D1) A corollario di D, privatizzazione assoluta di tutto il settore pubblico: lo stato non deve piu’ avere in mano nemmeno un minibus di quelli da patente B. In aggiunta, partecipazione limitata ad un massimo del 15%: il trasporto dev’essere privato ma non deve avere un padrone. Eliminazione dei subappalti per pulizia e servizi di sicurezza. Le aziende del settore devono assumere il personale di controllo e pulizia (=assumersi diretta responsabilita’ della qualita’ del proprio servizio). Basta mangiarci sopra coi subappalti, basta scaricare il barile quando succede qualcosa.

E) Interoperabilita’ dei biglietti. Come succede nei paesi sviluppati, basta con questa molteplicita’ di biglietti del treno, del bus, del tram, della minchia. Una sola smart card, ricaricabile, a contatto come si deve all’anno 2010 e non magnetica come negli anni ’80. Una carta in cui hai dentro il tuo abbonamento del treno o del bus (o entrambi), hai dei soldi che ci ficchi dentro e con cui puoi accedere a metro, bus, quello che ti pare. Anche comprarti il giornale o le sigarette in tabaccheria, se vuoi. Carta nominale, disattivabile in caso di smarrimento.

F) Layout dei treni. A fronte di un aumento dei pendolari, si faccia posto nei vagoni. La gente resti in piedi, con pochi posti a sedere, con il modello giapponese che funziona divinamente. Basta con i passaggi angusti tra serpentine di sedili, basta ragazzini che mettono i piedi sui sedili, basta vagoni fatti per essere vandalizzati, basta carrozze difficili da pulire. Se c’e’ posto ti siedi, se non c’e’ posto si siedano solo anziani, donne incinte e handicappati. E una volta la settimana, via di idropulitrice e si disinfetta tutto in mezza giornata.

G) Inserimento di sistemi CCTV (telecamere a circuito chiuso) in ogni vagone, in ogni autobus. Telecamere online o offline, collegate a GPS. Ogni mattina un addetto controlli lo stato del vagone, lasci un report. La sera un altro addetto controlli quel report. Compare un sedile strappato, una scritta “Francy ti amo” fatta con l’uniposca su un vetro? Si dia un’occhiata al video. Se ti vedo so quando l’hai fatto, col GPS so dov’era il bus in quel momento, se hai usato la card per pagare il biglietto so che eri nel bus. So dove abiti, so dove mandarti il conto per il tuo atto di vandalismo.
G1) A corollario di G, divieto di salire sui mezzi pubblici se non si e’ muniti di smart card identificativa dopo un certo orario. Di notte quando i mezzi sono vuoti voglio sapere chi c’e’ nel bus, per motivi di sicurezza.

H) E poi, a fronte di tutto, una responsabilizzazione seria del personale. Il bonus a fine anno (=tredicesima, quattordicesima) dev’essere pari a un valore nominale moltiplicato per l’indice di soddisfazione degli utenti. E questo valga per tutti, dall’amministratore delegato al tipo che pulisce il vagone. Troppo poco? Leghiamo anche una parte dello stipendio alla soddisfazione. L’utente paga, dev’essere trattato bene. Quando entra in un mezzo pulito e in orario e’ piu’ contento, piu’ rispettoso, e si crea anche un circolo virtuoso.

Ora, diciamocelo. Sto sognando, sto farneticando, sto esagerando? Magari si’. Pero’ che bello sarebbe se si riuscisse a far funzionare una cosa in Italia, per una volta. Sarebbe, appunto, un sogno.



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