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Piccole ghiande di idiozia quotidiana, nel grande trogolo del pensiero dogmatico. Parte I

Creato il 04 giugno 2012 da Tnepd
Piccole ghiande di idiozia quotidiana, nel grande trogolo del pensiero dogmatico. Parte IIl problema, non è quasi mai lo strumento. Il problema, è quasi sempre chi lo interpreta. Un’idea non può nuocere, se non diviene ideale. E comunque, dipende dall’uso che se ne fa, no? Se un ideale è mio, e solo mio, in che cosa può nuocere, a qualcun altro?Ma il serbatoio senza fondo dell’idiozia collettivista, continua ogni giorno a lustrare e propagandare vecchi sistemi di credenze “per tutti”; o a fornirne certo anche di nuovi, più “aggiornati” e in linea con i tempi….ma identicamente omologanti. Cambia l’aspetto, non la sostanza. Sono i sistemi di credenze, IDEALI, che si pretendono validi per tutti. Il punto è che tutti, all’interno di queste griglie, non possono che risultare indisitntamente UGUALI…Voglio dire due parole a modo mio. Semplicemente, da essere umano. Il problema, allora, è che niente al mondo, dovrebbe potere valere indistintamente per tutti.  A maggior ragione, non “una cosa” destinata a risiedere nella mente di una persona, sotto forma di convinzione; e pertanto destinata a orientarne il rapporto con se stessa e il mondo. In maniera esattamente identica a come lo può fare, nella testa di molte altre. IDENTITA’vs DIFFERENZIAZIONE. Collettivismo vs il cammino di un’anima.L’idiozia collettivista non si manifesta certo solo in credi religiosi millenari, o credi politici secolari. Ogni cosa che viene in capo a qualcuno un bel giorno, presta il fianco all’idiozia tanto dei padroni, quanto dei servi,  di farne il baluardo risibile di una  futura, utopica “libertà per tutti”. Padroni e servi. Burattinai e burattini. Inseguono in realtà la stessa cosa; solo, da due prospettive diverse…Ma la MATRICE, e la paura di fondo, è la stessa.Piccole ghiande di idiozia quotidiana, nel grande trogolo del pensiero dogmatico. Parte I Prendete la filosofia di vita di una persona. Buona, cattiva, intelligente o vacua. Prendetela semplicemente, come il patrimonio di elaborazione esistenziale di quel singolo individuo. La sua ricerca di compimento. Sua, e di nessun altro. Trasformatela ora, imprudentemente in  in dogma.  Lo fate, in primis perché volete controllare gli altri. Oppure, perché volete essere controllati. Atteggiatevi  un attimo a “padroni” di questo mondo,a questo modo.  Immedesimatevi con la pretesa di guidare masse di de-centrati,con un credo nuovo di zecca, applicabile indistintamente. Oppure, atteggiatevi a mo di “servi”, di questi padroni del mondo. Ovvero, mimate un attimo quella larga fetta dell’umanità che attende costantentente, passivamente, l’imbeccata gerarchica di qualche istituzione collettivista, per le questioni di importanza somma, per la loro ESISTENZA. Quelli che si affidano costantemente agli intermediari, appunto, per conoscere la propria ESISTENZA solo in differita…Che ve ne sembra, di questo gioco di ruoli?
Che vi atteggiate a servi, oppure a padroni, non fareste meglio piuttosto a vivere l’unicità che vi portate dentro, invece che collettivizzare e abbracciare passivamente il pensiero di qualcun altro, per controlare o farvi controllare?
Ognuno è certo libero di fare come meglio crede. Ma non sarebbe meglio imparare a conoscere se stessi, piuttosto che passare la propria vita a inseguire il miraggio di “una pace” attraverso il pensiero o il comportamento di qualcun altro?Piccole ghiande di idiozia quotidiana, nel grande trogolo del pensiero dogmatico. Parte IIl pensiero di uno, la filosofia di vita di uno, il modo di leggere la realtà, di uno: uno, come valido per tutti?…..Religione, politica, filosofia….la ricetta è sempre la stessa. E Il mondo, per pura conseguenza, si dividerà così tra seguaci da una parte, e nemici dall’altra, ideologici, di quella persona. Un’ennesima ideologia, un’ennesima frammentazione. Nessuno è se stesso, all’interno di questi o altri sottoinsiemi. E questa, è l’unica ragione per cui nessuna di queste persona, né pro, né contro qualcosa di “Ideale”, può essere mai semplicemente felice….Non ha lui, o lei, il timone della prorpia ESISTENZA. Tutto qui…Tanto i seguaci, quanto  i nemici ideologici, hanno in realtà il medesimo problema nei confronti della loro stessa esistenza. E hanno una grande paura, di ciò che può trovarsi al di là e oltre, le proprie invisibili e spietate barricate mentali e  interiori. Vivono in una condizione di perenne alienazione dalla propria condizione di “irripetibilità”. Di “unicità”. Di “individualità”. E passano la vita a temere quel -non io, che hanno escluso dal poprio campo di possibilità….Piccole ghiande di idiozia quotidiana, nel grande trogolo del pensiero dogmatico. Parte IE, parlando di individualismo, mi viene in mente un esempio emblematico, del pericolo e della onnipervasività del pensiero dogmatico. M innanzitutto, perché mai un pensiero può arrivare alla condizione di dogmaticità? Appunto perché, la sua validità non è veramente esperita in prima persona da ogni individuo che accetta di sottostare a questo determinato schema di traduzione della realtà. Il pensiero che si propone “valido per tutti”, è dogmatico di necessità, in virtù del fatto che la sua validità, in qualche punto, risiede nel “Le cose stanno così e basta!” ( un capisaldo del sistema educativo a partire dalle prime lezioni di vita dei genitori sui bambini, allorchè impongono loro, attraverso tale  dogma, ciò di cui non sanno creativamente argomentare la validità; o la necessità ). E “le cose stanno così e basta”, sempre e comunque (o, naturalmente, “quasi”), perché la persona che accetta un sistema di credenze dall’esterno, non ha realmente sperimentato sulla propria pelle, il patrimonio di saggezza, o al contrario di idiozia, che pertengono a quel ben preciso  sistema di credenze. La validità personale, di un modo di leggere se stessi ed il mondo, risiede infatti, nella “personalità” stessa, dell’esperienza che ha portato a maturazione quel determinato paio di “lenti sul mondo”. In quello, e in nient’altro. Con buona pace degli ideologi di tutto il mondo, un paio di occhiali non possono servire con fedeltà due miopi diversi. Figuriamoci folle di individui, ad oggi totalmente inconsapevoli. E spesso ostili. Ma ammettendo che la funzione specifica di maestro, un Gesù, un Osho, un Buddha o chi più vi piace, l’evesse esercitata unicamente per se stesso ( e, secondo me, ogni grande personalità spirituale della storia, ha preteso effettivamente E, più in generale, quale il giusto rapporto, tra uomini che pongono a confronto le rispettive filosofie di vita? La risposta, a mio avviso, è riassunta nella parola ISPIRAZIONE. Gli esseri umani, quelli che almeno si comportano da tali, trovano il giusto rapporto allorché si rapportano, gli uni gli altri, in termini di semplice, essenziale, meravigliosa, ISPIRAZIONE RECIPROCA. Senza indottrinamento, senza plagi, senza scopiazzatura o adorazione cieca.  Senza, per naturale conseguenza e a maggior ragione, nemici ideologici di sorta.  Se non sono frustrato dalla sensazione di non essere me stesso, infatti, non ho ragione alcuna di coltivare un qualche contenitore ideologico per l’aggressività masochistica, e  per poterla  “incanalare”, quindi,  verso l’esterno….Non trovate?
 L’ispirazione, è il giusto rapporto, nonché la chiave che io posseggo per elaborare quanto dall’esterno mi viene donato o proposto, senza rendermene mai schiavo. Ma l’ispirazione, è naturalmente prerogativa di persone che sappiano centrarsi in se stesse. Ma i “passivi passeri pigolanti” in attesa delle imbeccate di “mamma istituzione dogmatica”; e i “padroni di questo mondo”, che affidano la propria sensazione di esistere, all’idea del numero dei loro seguaci, o alle cecità della dedizione, non possono, sfortunatamente per tutti, afferrare questo concetto. INDIVIDUALITA’Piccole ghiande di idiozia quotidiana, nel grande trogolo del pensiero dogmatico. Parte IMa, sempre a proposito di individuo e individualismo, volevo porre poco fa un esempio efficace dell’onnipervasività, e della somma pericolosità, di un modo dogmatico di asservire la vita ai credo. Giacché l’uomo che è assuefatto a ridurre tutta a dogma, non importa da quale credo politico o religoso provenga, finirà inevitabilmente per continuare a irrigimentare il libero pensiero che giunge dall’UNIVERSO; a renderlo schiavo della lettera morta, dell’ideale; e a renderlo prescrittivamente valido per tutti…. Parlate pertanto di “individualismo” a una folla di personaggi dall’ “assetto psichico” dogmatico, ed eccoli prontamente richiedere un insieme di regole valide per tutti, dell’individualismo stesso che si predispongono a recepire passivamente dall’esterno. Eccoli in breve richiedere che vengano stabiliti dovere e obblighi, “paletti e “sanzioni”, anche per ciò che la parola individualismo debba o non debba significare universalmente. Eccoli pronti a controllare loro stessi, la propria interiorità. I propri pensieri. Eccoli pronti a costruire un nuovo super-ego, una nuova fortezza collettivista interiore, pronta a soppiantare o a ingarbugliare la precendente forma di imperatore interiore. Eccoli   pronti, dunque,   a controllarsi gli uni con gli altri fin nei più minimi comportamenti quotidiani; affinché anche per l’individualismo venga protetto a costo della vita il “canone”dell’ “universalemente valido”. Eccoli infine pronti a nuove caccie alle streghe, a nuovi falò del libero pensiero e della diversità. Il tutto, uncamente perché in gruppo si sta meglio, e si prova mooooolta meno angoscia, che in compagnia del proprio guardiano interiore, e basta. Il silenzio fa paura. Lo schiamazzo, ahimé, rassicura la devastata psiche. E’ così che la ragionano, le persona che hanno scelto, di frnte alla propria esistenza, l’INAUTENTICITA’….  Piccole ghiande di idiozia quotidiana, nel grande trogolo del pensiero dogmatico. Parte IPotrei sentirmi a mio agio, e giungere persino a definirmi, un INDIVIDUALISMO. Potrei, se non temessi, lo ammetto tutto quello che gli altri possono leggerci in questa stessa parola. E in verità, è perfettamente iusto ed equlibrato, che ogniuno legga in una determianta parola, quello che più gli pare e piace. Il problema, è che l’approccio dogmatico alla vita sopravvive ad ogni cambo di stagioni del pensiero. Perchè non è una questione di contenuti,. Ma di forme, che finiscono per distruggere anche i più sublimi tra i contenuti.Piccole ghiande di idiozia quotidiana, nel grande trogolo del pensiero dogmatico. Parte IUn egoista, un essere immorale totalmente privo di capacità di provare empatia con il suo prossimo, giungerà grazie a un approccio dogmatico  di qualche tipo, a definirsi agevolmente un “individualista”, solo per mascherare da virtù la propria corruzione interiore. La sua totale indifferenza per il bene degli altri. La sua incapacità totale, di amare e predersi cura di qualcuno che non sia lui stesso. Troppo difficile, realizzare che si può coltivare efficacemente noi stessi, e AL CONTEMPO prenderci cura ANCHE degli altri? Per molta gente, evidentemente,sì….E l’approccio sogmatico, evidentemente li aiuta, in questo…Ho conosciuto molto da vicino, anni fa, gente che impiegava non meno del 90% della propria energia vitale, nell’elaborazione e mantenimento di una pura maschera di serenità.Persone che si professavano maestri di vita e di equilibrio, che si riempivano la bocca continuamente delle parole “spiritualità”e “amore”; nel frattempo,  occultavano sotto gli sgargianti “sorrisi di accettazione”, una violenza e una necrofilia interiore  im-pres-sio-nan-te.Gente che sotto la patina tutta “new age” , “amore a baci a tutti quanti”", e “respirazione meditativa lenta e  profonda”, nascondeva una depravazione sessuale senza confini. Una freddezza emozionale totale nei confronti della natura, tanto interiore quanto esteriore ( occultata da maschere di sensazionalismo ). E odio, odio viscerale e profondo verso tutto e tutti, continuamente tenuto a bada dalla sistematica soppressione dei cosiddetti “sentimenti aggressivi”, in un falso, ipocrita atteggiamento di TRASCENDENZA. Questa gente, si era costruita un castello e una fortezza vuota, totalmente illusori e privi di fondamenta, appunto dogmatizzando, a proprio uso e consumo, un semplice strumento ideologico “per tutti”. Uno strumento, è appunto solo uno strumento. Ma l’uso che può farne una qualche collettività o gruppo di squilibrati, che siano alla ricerca di “identità”, piuttosto che di “diversificazione”, è tutta altra storia.E quello dei falsi ricercatori spirituali con cui ho avuto a che fare, è solo un semplice esempio, di come molte persone riescano a cambiare nome alle cose, ad “adattarsi” e ad adattare, per rispettare la lettera morta, e la forma a discapito dei contenuti, in virtù di un approccio INAUTENTICO e IMPERSONALE, alla propria vita.Piccole ghiande di idiozia quotidiana, nel grande trogolo del pensiero dogmatico. Parte INel pur tuttavia fortunato caso, che le persona si rendano un giorno finalmente conto, di quanto è importante essere INDIVIDUI, piuttosto che pedine, non ho dubbi che persone del tipo di quelle sopra richiamate troveranno un modo agevole per chiamarsi allora prontamente INDIVIDUALISTI, per seguire un’ultima moda… Piuttosto che diventarlo veramente, individui;  e smetterla pertanto di manipolare e strumentalizzare, parole ed esperienze, che non appartengono affatto a LORO in prima persona. Ma del resto,chi non cerca rifugio presso se stesso, lo cerca inevitabilmente nel consenso di una maggioranza qualsiasi di gente ugualmente confusa o in fuga. La gente della categoria “pronta ad accettare di tutto, pur di sapersi a  propria volta accettata” farà indubbiamente anche di un “sano individualismo”, un rifugio per le proprie inconfessate paure. Un rifugio, privo di un’anima.David The Hurricane Di Bella  

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