di Annalisa Audino
Le frontiere dell’arte, si sa, sono infinite, così come le forme in cui un artista può esprimersi e comunicare il proprio messaggio e il proprio talento. Spesso però l’arte è anche molto discussa, specie in alcune forme ed espressioni, particolarmente dissacratorie, scandalose o irrispettose dell’ambiente e della società. Tra queste c’è sicuramente il graffito: manifestazione sociale, culturale e artistica diffusa in tutto il pianeta, basata sull’espressione della propria creatività tramite interventi sul tessuto urbano pubblico e privato. Il fenomeno, ricordando la pittura murale, è spesso accostato ad essa, ma in realtà prevede prevalentemente scritture e non disegni, solitamente il nome dell’artista o frasi significative che diventano loghi o messaggi. Proprio perchè eseguita su muri, treni o oggetti ed edifici pubblici e privati, viene spesso associato ad atti di vandalismo: l’uso di vernici e bombolette, inoltre, non è certo salutare per la tutela dell’ambiente.
Ma non si può non ammettere che talvolta i graffiti sono vere e proprie opere d’arte.
Colpiti dalle numerose polemiche e intenti a trovare una nuova forma espressiva, negli ultimi tempi alcuni artisti legati al mondo della street art e dotati di una particolare sensibilità verso le tematiche ambientali hanno ideato un nuovo modo di fare graffiti, ossia gli Eco-graffiti o, come la chiama qualcuno, l’Organic Art. Gli artisti cercano di focalizzare l’attenzione sull’ambiente, sia per quanto riguarda i messaggi delle opere stesse, che per quanto riguarda la loro stessa composizione.
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