Ieri mentre tornavo a casa con la Pupa è successo un piccolo inconveniente: la Pupa ha avuto un incontro “ravvicinato” con una sedia di metallo di un bar….Non vi dico la scena: pianti disperati (e come biasimarla, deve aver sentito un male cane!) e interessamento di tutti i commercianti/persone della zona. Per fortuna ero ormai vicino a casa e, conoscendo più o meno tutti se non di persona almeno di vista, alla vista di questa scena straziante, chi poteva esimersi dal venire a vedere cosa era successo e in caso darmi una mano o dispensare consigli sul da farsi?Partiamo dalla ragazza del bar davanti al quale è successo il fattaccio: è uscita con un sacchetto pieno di ghiaccio da mettere sul viso della Pupa (ovviamente lei non mi ha nemmeno permesso di avvicinarmi con quel sacchetto), lodevole interessamento, ho apprezzato il gesto.Superati pochissimi metri mi si è avvicinata una signora (che non conosco nemmeno di vista) che stava aspettando l’autobus e che, avendo assistito alla scena, si è sentita in dovere di darmi un consiglio:”… signora non può pensare di mettere il sacchetto con il ghiaccio direttamente sulla faccia della bambina (e su questo sono d’accordo ma al fatto che anch’io possa essere un po’ in panico nessuno ci pensa??): deve avvolgerlo in un fazzoletto! Ne ha uno? Se no entriamo in questo bar e ce ne facciamo dare uno di carta…”. Allora diciamo che apprezzo la gentilezza e l’interessamento, ma mi domando: se ha assistito alla scena si sarà anche resa conto che non riesco quasi a far girare la testa alla Pupa dalla mia parte in modo da rendermi conto del “danno” subito, come posso pensare di riuscire ad appoggiarle il sacchetto del ghiaccio? Dovrei prima trovare il modo di tranquillizzarla e questa è una cosa che, nell’immediato, reputo piuttosto difficile! Quindi ringrazio per l’interessamento ma mi lasci stare la prego…Ma nonostante io mi sia rivolta a lei in maniera gentile (e non è ironia) non riuscivo a togliermela di dosso! Prendo la palla al balzo e la ringrazio dicendole che preferisco chiedere un consiglio in farmacia (le farmaciste mi conoscono da tanto e in più la scena con la signora avveniva proprio davanti all’ingresso della farmacia).Entro in farmacia più per sapere se, una volta arrivata a casa (meno di 5 minuti di strada) potevo applicare, ad una bimba di 2 anni, una delle pomate che già possedevo.Dopo averle assordate con il pianto della Pupa, nonostante cercassimo tutte e tre di distrarla in ogni modo, mi sono finalmente resa conto della gravità dell’accaduto (niente di grave per fortuna) e cioè: un bel segno sotto l’occhio che, se non avessi usato una splendida crema all’Arnica, vendutami dalle mie amiche farmaciste, si sarebbe trasformato in una bella botta colorata e gonfia.Quindi la conclusione è stata che la Pupa si è tranquillizzata (del resto lei stessa mi aveva richiesto una crema per alleviarle il dolore), siamo riuscite a tornare a casa e lei ha trovato il suo personale modo di rilassarsi: “titti e chico (ombelico della sua povera mamma…e cioè io)”.Quella che a quel punto avrebbe avuto bisogno di un modo per rilassarsi veramente però ero io che, se devo essere sincera, mi sono un po’ spaventata…