Piccolo mondo antico vs. Breaking news

Da Nubifragi82 @nubifragi

Due storie di due persone divise da soli cento chilometri.
Da una parte c’è una signora di settant’anni, forse qualcuno in più. Non li porta bene o, forse, non si tiene a dovere. Abita in un paese di centocinquanta anime, centottanta nel fine settimana. Va da sé che il borgo non offre molto e chi non ha la patente deve gioco forza dipendere da altri o vivere esiliato come fosse al confino. La signora è pensionata, non ama leggere e il suo unico passatempo è la televisione. A dire il vero, le cose non stanno proprio così. Il vero passatempo della signora è la vita degli altri paesani. Non che le storie dei paesi limitrofi non la interessino, ma è materiale di seconda mano, roba che ha già attraversato chissà quante orecchie prima di arrivare alle sue. La casa della signora è situata all’inizio del borgo e la finestra della cucina si affaccia sull’unico parcheggio disponibile. La signora conosce orari e abitudini di tutti e giunta la sera, a chi glielo chiedesse, saprebbe senza esitazione riportare tipologie e colori dei capi indossati dai compaesani nell’arco della giornata. Il piatto più ricco è rappresentato dai forestieri. Si da il caso, infatti, che il paese in questione venga ricordato nelle guide turistiche e che ogni tanto qualche spaesato cittadino vi faccia una puntata. Accade soprattutto la domenica e questo la Signora lo sa e dovreste preoccuparvi se dalle ore tredici alle quindici del giorno del Signore non la troviate affacciata alla finestra della cucina in estate o appiccicata al vetro durante le stagioni fredde. A chi si azzarda a chiedere cosa ci faccia appostata per ore a quella finestra, la signora risponde sempre allo stesso modo: “Attendo al minestrone.”

Dall’altra parte c’è un uomo sulla quarantina, capelli e barba ben curati, aspetto sobrio e cravatta intonata ai calzini. Ogni giorno prende il treno alle sette del mattino dalla città dove vive per raggiungere, in poco meno di un’ora, la città dove lavora. Ogni giorno, parimenti, prende lo stesso treno alle ore sei del pomeriggio in senso contrario. Sono treni affollati, ma il nostro uomo trova comunque un posto a sedere. Una volta tolto il giubbotto, sistemata la ventiquattrore sotto il sedile e infilati gli auricolari, l’uomo sfodera l’Ipad e legge mail e giornali fino a destinazione. Sia nella città dove lavora, sia in quella dove vive, una volta sceso dal treno e uscito dalla stazione l’uomo deve coprire la distanza che lo separa dal posto di lavoro o dall’abitazione in autobus. In entrambi i casi è l’ora di punta e il mezzo è sovraffollato. Tuttavia il nostro uomo, mentre si divincola tra la schiena di un operaio cingalese e il petto di un pensionato settantenne, non rinuncia ad un’occhiatina a Twitter sullo smartphone. Non sprecate il vostro tempo, non chiedete a quest’uomo se al suo fianco, sul treno della mattina, c’era un uomo oppure una donna. E non chiedetegli nemmeno di chi era la borsa che, sul bus, gli pungolava il fianco mentre retwittava un famoso giornalista.

Non si vuole cercare morale in queste storie. Sono universi lontani e diversamente complessi, eppure, come per tutte le cose che riguardano il genere umano, gli atteggiamenti hanno sempre uno stimolo in comune. Cambia la società, cambia l’educazione e il modo di percepire le cose e  i rapporti tra persone, ma non cambiano gli istinti. L’immagine della signora alla finestra proviene dalla mia infanzia e rappresenta un mondo ancora vivo, ma destinato alla memoria. Si nota una curiosità semplice, fatta di piccole cose come piccolo è il mondo che circonda la signora. E il tipo di comunicazione, altrettanto semplice, si basa solamente sul passaparola, senza mezzi di comunicazione intermediari, perché di essi in un piccolo mondo non c’è bisogno. L’uomo rappresenta invece un’immagine, forse stereotipata ma credo nemmeno tanto, che mi si presenta ogni qualvolta prendo un mezzo occupato prevalentemente da pendolari. A volte sono io stesso quell’uomo. Anch’egli è avido di notizie e la sua curiosità può essere altrettanto morbosa di quella della signora: non di rado cede alla tentazione di cliccare su titoli che rimandano a sventure altrui. Come ella trae soddisfazione dal portare in piazza una notizia fresca, l’uomo vorrebbe essere il primo a twittare una breaking new ai conoscenti e all’etere interoTuttavia sono diversi i confini e le dimensioni del mondo dei due personaggi. Nel primo caso la notizia universale non può essere percepita e quindi non appaga né chi la riporta né, tanto meno, chi la ascolta. Nel secondo caso la notizia particolare non desta interesse perché altrove punta lo sguardo. La signora non può capire l’importanza di un tweet di Obama, nel suo universo Obama è una presenza lontana, di cui conosce solamente l’indispensabile. Ma Obama non verrà mai a visitare il paese di centocinquanta anime e le sue camice bianche non avranno mai un imperdonabile macchia sul petto. In compenso ella sa tutto sul guardaroba della vicina, perché questo è un qualcosa di importante per il suo microcosmo. Come se vivesse su un pianeta diverso, l’uomo è invece attratto da news che provengono da chilometri di distanza. Il suo atteggiamento è quello di chi è abituato a guardare il mondo con il binocolo e finisce così per smarrire gli occhiali da vista e non accorgersi di chi gli sta accanto.



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