Sarà che ci avviamo stancamente verso la fine della stagione, con le energie che vengono meno e bla bla bla.
Sarà che dopo mesi trascorsi a discutere di editoria alternativa, di eBook, di mercato parallelo, autoproduzioni etc etc non ho più le forze e la voglia di ribadire ancora questi argomenti.
Sta di fatto che ho una mezza voglia di smetterla per sempre di fare disamine, di discutere iniziative e strategie editoriali (pur nel mio piccolo, eh!). Mi vien voglia di tirar dritto e di occuparmi di cose più divertenti: recensioni, articoli mysteriosi, pseudobiblia, racconti partecipativi e non. Tutto fuorché editoria, eBook etc etc.
Causa scatenante di questo disgusto che sento ancora attaccato al palato, come se avessi inghiottito della cenere di sigarette, sono alcuni articoli che ho letto nelle ultime settimane. Articoli a opera di scrittori italiani che (più o meno) stimavo, limitatamente ai loro romanzi che mi è capitato di leggere. Certo, dopo aver letto certe farneticazioni in tema di eBook li stimo molto meno. Quasi zero. E capisco anche perché i loro ultimi libri hanno registrato dei cali qualitativi impressionanti.
Non vi dirò chi sono perché non mi interessa trollare, né attirare qui i loro fans talebani. Però vi faccio un riassunto di ciò che sostengono:
Gli eBook sono una fregatura;
Con gli eBook si immette tanta merda sul mercato;
Se gli editori devono proprio vendere anche eBook (ma meglio di no, eh!), è inopportuno tenere i prezzi bassi;
Gli eBook autoprodotti sono il ripiego dei frustrati che non sanno scrivere;
Gli eBook trasformeranno l'editoria italiana in una Terra di Nessuno;
L'editoria italiana tradizionale è così, quindi non lamentarti e adeguati. Ogni altra scelta è un escamotage per evitare di confrontarsi con “chi è più esperto di te”.
Ora, una volta per tutte, le mie risposte punto per punto sono queste.
Gli eBook sono una fregatura, sì, ma solo per quegli scrittori ed editori che da anni vivono in una sorta di oasi WWF, al sicuro da predatori naturali, abituati oramai a nutrirsi comodamente e a non temere alcun pericolo esterno. Gli eBook sono elementi estranei introdotti in un ecosistema che ha paura di veder emergere dei nuovi re nella jungla.
Vero: con gli eBook si immette tantissima merda sul mercato. Sarà il pubblico a decidere chi ha diritto di andare avanti e chi è meglio che si dedichi all'agricoltura. Si chiama selezione naturale baby, ma voi scribacchini con ottomila collaborazioni idiote che vi permettono di portare la pappa a casa senza spremere i neuroni, beh, non siete più abituati a combattere. E poi, nell'editoria tradizionale italiana non c'è merda, no vero? Tutti capolavori, tutte opere mature e professionali.
Eh sì, comodo no! Mettete in vendita gli eBook a 10 euro, così per voi non cambia un cazzo. Male che vada si rinuncia direttamente al formato digitale, così magari siete anche più contenti.
Probabilmente per molti autori autoprodotti pubblicare eBook è davvero un ripiego. Quindi? Che fastidio vi dà? Continuate a deriderli e beatevi della vostra superiorità. E poi: abbiamo tutti combattuto per anni la giustissima battaglia contro gli “editori a pagamento”. Ora che questo Impero del Male sta crollando grazie anche al mercato degli eBook, mi venite a dire che non vi va bene? Beh, inculatevi.
Gli eBook trasformeranno l'editoria italiana in una Terra di Nessuno, nel Far West? Speriamo! Vivaddio! Per me gli editori potrebbero chiudere tutti l'indomani e non riaprire più fino alla fine del mondo: non me ne frega nulla. Sopravviveranno i meritevoli, insieme ai più furbi, e ai più potenti. Se saranno i libri digitali a fare da virus pandemico per smuovere questo mercato stantio, autoreferenziale e ammuffito, ben venga!
Non mi adeguo un cazzo. Via le vecchie cariatidi editoriali che non hanno capito una mazza di come si è evoluta la narrativa mondiale negli ultimi trent'anni. Il mio rispetto per loro? Pari a zero. Largo alla gente capace, che si adattino loro al mondo, e non viceversa.
Concludo sfatando il mito “eBook contro cartaceo”. Una cosa non esclude l'altra, è una cazzata solo pensarlo. Sono le solite polemiche da sottosviluppati, alimentate per tirare l'acqua al proprio mulino. Perché, secondo questi signori imbecilli, è più importante parlare del mezzo, mai del fine.
Quindi: che si fottano in coro.