Pardo, com'è nata l'idea di "Tiki Taka"? Volevamo un programma pop con generi diversi: moviola, grandi storie e lo stile di Mughini.
Qual è la vostra forza? Il divertimento e il mix di punti di vista. Non c'è niente di male se una bella ragazza come Melissa Satta esprime la sua opinione competente. E accanto agli opinionisti tecnici ci sono i laterali.
Come il nostro Facci, Scanzi ecc...Fa concorrenza ai talk show? Mou diceva: "Se sai solo di calcio, non sai niente di calcio". E si divertono molto di più a parlare di pallone che di politica.
Qual è stato il momento più bello? Domenico Quirico che ha raccontato come durante il rapimento gli sia mancato anche il calcio. O l'infanzia di Tevez nella puntata su Scampia.
E l'ultima puntata ha superato negli ascolti anche "Porta a Porta". Mi inorgoglisce per il grande rispetto che ho per Vespa. E' come se il Chievo vincesse a Madrid.
Ha conquistato anche il direttore di Raitre Vianello. Sorpreso? Su Twitter lui promuove tutto ciò che gli piace. Mi dispiace anzi che per un complimento sincero si sia beccato delle critiche.
A proposito di Rai, cosa pensa del "Processo" di Varriale? Non è facile fare ascolti fuori dai canali tradizionali. Ma il digitale fa sperimentare: grazie a "Undici" su Italia 2 è nato "Tiki Taka".
Merito del direttore di SportMediaset, Claudio Brachino? E' il nostro Ferguson. Mi ha dato una serie di consigli preziosi per non morire alla prima puntata.
Quali i temi di questa stagione? Sarà un duello a tre tra Juve, Roma e Napoli. La spinta del CentroSud fa alzare gli ascolti mentre Milan e Inter restano marginali.
L'ospite dei sogni? Mourinho, De Rossi, Ibra: insomma gli irregolari. O Renzi: prima o poi dovrà parlare di calcio. E poi Barbara Berlusconi: vorrei approfondire la sua idea di calcio.
Intervista di Francesco Perugini per "Libero Quotidiano"