Sto parlando, ovviamente, della reunion dei Litfiba, che si celebrerà in una serie di concerti nella prossima primavera, e che vedrà la formazione fiorentina ripresentarsi nella line up più splendida da parecchio tempo a questa parte.
Immaginatevi quindi colui che più volte è stato citato in questa rubrica come termine di paragone per svariati sex symbol, che stanotte scende dal camino con un vestito (di pelle) da Santa Claus, e vi sveglia al grido di: "Buouon Nuatualeee!"
Piero Pelù
Nato ormai quasi 50 anni fa a Firenze, si consegnò all'immortalità dai primi anni '80 fondando i Litfiba, quando la città conosceva un fermento artistico-culturale senza eguali e che porterà il suo gruppo in pochi anni all'apice del successo, per poi eclissarsi alla fine dei '90, in una incomprensibile inversione di rotta parallela a quella del capoluogo toscano, che non ha mai spiccato il volo dalla rampa di lancio di 25 anni orsono, ma anzi si è rintanato in una provincialità fatta di immobilismo neo-democristiano e traffico congestionato.
Ma Piero è sempre li, a bere i birrini al Rex, con la sua enorme testa e la sua accessoristica etno-tribale, fondamentale orpello di un look devastante, da pirata metropolitano, da indiano di San Frediano, che, unito alla sua unica gestualità sfoggiata sui palchi di tutto lo stivale, ha ammantato l'autore di Cangaceiro di una inestimabile percentuale di carisma, che nessun Toro loco o altre cadute di stile della sua poco ispirata carriera solista riusciranno a scalfire.
Infinita è la lista di personaggi che hanno tratto ispirazione, nel corpo e nelle basette, dalla sua figura; mi vengono in mente Johnny Depp come Lorenzo Petti, Orlando Bloom e Gabriel Batistuta, tutti idoli delle folle che però, piccolo particolare, sono venuti inesorabilmente dopo di lui...
Grazie Piero.
Buon Natale.