"Mi sono trovato benissimo nel ruolo del diverso - continua Pelù -, ma credo ci sia bisogno di maggiore coraggio, la prossima volta. Di X Factor o altri programmi non posso dire nulla perché non li conosco, ma The Voice rappresenta un laboratorio che può essere migliorato e dove reputo importante la mia missione di portare, restituire il rock alla tv e agli italiani, non l'hip hop che non sopporto. Ma con i miei colleghi mi sono trovato benissimo, dalla Carrà a Cocciante, professionisti esemplari, a Noemi, che ha un grande futuro davanti: intanto le ho scritto una canzone che parla delle donne in lotta contro la 'ndrangheta, e credo la utilizzerà nel prossimo album. Mi sono divertito a fare il coach ma non ad essere giudice. L'idea di valutare i concorrenti con le spalle voltate, senza vederli in faccia, è una genialata. Una bella soluzione creativa per farli crescere senza esserne influenzati. Ma alcune cose non mi sono piaciute, soprattutto nelle scelte dei brani da destinare ai ragazzi in gara".
Identikit contiene venti brani, che raccontano il mondo musicale attraverso gli occhi di Piero dal 1999 a oggi: ci sono le esperienze dopo l'abbandono dei Litfiba, con alcuni brani rimasterizzati, altri completamente rivisitati e un paio di inediti, Mille uragani e Sto rock. Presenti la rilettura di Pugni chiusi ("che ho amato tantissimo grazie alla voce di Stratos") e Il mio nome è mai più, inno pacifista realizzato a fine anni '90 con Jovanotti e Ligabue.