Pietro Ichino |  LA LEZIONE DI DON MILANI, da Corriere della Sera del 18 aprile 2014

Creato il 28 aprile 2014 da Paolo Ferrario @PFerrario

RACCONTO COME ENTRÒ NELLA MIA VITA E NE CAMBIÒ IL CORSO – E CHIEDO CHE LA CHIESA ORA RICONOSCA L’ERRORE GRAVE DELL’OSTRACISMO CON CUI TENTÒ (SENZA SUCCESSO) DI ISOLARLO E MORTIFICARLO

Mi ricordo ancora come fosse ieri la volta in cui volle segnarmi come con un marchio a fuoco. Credo che fosse nel 1960; eravamo tutti – lui, i miei genitori, le mie sorelle e io – nel bel soggiorno della nostra casa di via Giotto; e lui, a bruciapelo, mi disse, facendo un gesto circolare per indicare tutto quel benessere: “per tutto questo non sei ancora in colpa; ma dai diciotto anni, se non restituisci tutto, incomincia a essere peccato”. Credo che fu questa invettiva (di cui si trova traccia anche in una lettera ai miei genitori pubblicata in una delle diverse raccolte) quella che decise il fatto che qualche tempo dopo io non andassi a lavorare nello studio di mio padre, ma al sindacato, per restare poi alla Cgil dieci anni filati. Ancora oggi, qualche volta mi chiedo perché non riesco mai a dire di no a chi mi chiede un incontro pubblico, una lezione, uno scritto, e molto raramente mi concedo una mezza giornata di vera vacanza; non ho ancora finito di restituire, e non finirò mai. 

Articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 18 aprile 2014

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Pietro Ichino |  LA LEZIONE DI DON MILANI.


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