Pillars of Eternity – Dove il ruolismo vive

Da Videogiochi @ZGiochi
di Michele Lerda

Tanto tempo fa quando sviluppare videogiochi costava molto meno, i GdR occidentali erano un genere abbastanza differente da quello che conosciamo adesso. In un periodo dove quasi tutti avevano in casa almeno un manuale (fotocopiato) di Dungeons and Dragons e il dado a venti facce era un oggetto di uso comune, le scelte dovevano avere una reale conseguenza e i giocatori erano pronti a urlare allo scandalo di fronte a un personaggio dal background appena abbozzato. Negli anni la situazione è molto cambiata, i giochi di ruolo hanno iniziato ad essere ibridi con elementi action. e seguendo le preferenze della massa lentamente il bilanciamento tra le due parti si è spostato in favore di meccaniche più immediate. Naturalmente, ogni tanto abbiamo visto titoli nati e sviluppati in favore di un pubblico alla ricerca di una esperienza old school, ma è innegabile che si tratti più che altro di uscite eccezionali rispetto al mood generale. Nel mondo dei GdR su PC Josh Sawyer e Chris Avellone sono delle specie di celebrità, cresciuti nella storica Black Isle Studios hanno lavorato e creato alcuni tra i più importanti titoli del genere tra cui Baldur’s Gate e Planescape: Torment. Con un curriculum del genere non stupisce che quando hanno chiesto i soldi per realizzare un gioco grandioso, differente dallo stile dei GdR degli ultimi dieci anni, i giocatori li abbiano sommersi di banconote. Pillars of Eternity è nato grazie a Kickstarter e alle migliaia di fan che ci hanno creduto e lo hanno finanziato. Vediamo insieme se il risultato finale è all’altezza delle altissime aspettative.

La compagnia dei pilastri

Un viaggio tendenzialmente tranquillo viene interrotto dall’improvviso crollo di un albero. Tutta la carovana è costretta a fermarsi per la notte in mezzo a delle misteriose rovine. Il capo spedizione ci affida alcuni semplici compiti, recupera delle bacche medicinali e un po’ d’acqua. Non passerà molto tempo prima che quella che doveva essere una nottata serena si trasformi in tragedia e che si scatenino un flusso di eventi impensabili. Pillars of Eternity inizia in maniera tradizionale come se fossimo seduti attorno ad un tavolo con un abile master che ci sta introducendo alla storia, mentre noi valutiamo le prime mosse da compiere. Il nostro protagonista potremo crearlo attraverso un classico editor dei personaggi che urla: non importa quale sia il nome ufficiale del gioco, quello che avete sotto il naso è chiaramente Baldur’s Gate 3. Dopo anni di GdR, che GdR non erano, si resta un attimo sbigottiti di fronte alla creazione del proprio avatar, ma la sensazione si trasformerà immediatamente in esaltazione, perché non avrete ancora finito di creare il primo eroe che già starete pensando a quali statistiche userete nella prossima run. L’editor del protagonista non vi chiede di fare un eroe figo, vi chiede di scegliere che tipo di avventura volete vivere perché ogni vostra decisione avrà una ripercussione diretta sul mondo di gioco. Un personaggio intelligente e colto risolverà più facilmente le questioni a parole ma, potrebbe non riuscire ad abbattere un muro che vi ostacola in un dungeon, obbligandovi a prendere una strada più lunga. Non esistono scelte veramente sbagliate (a meno che non esageriate) esistono solo eventi che potete decidere come affrontare. Vi hanno stancato gli eroi senza macchia? Nessun problema, potrete crearvi il peggiore dei criminali e durante il gioco minacciare e sterminare tutti quelli che proveranno a guardarvi male.

Il buono o il cattivo non dipendono da facili scelte, come convincere un ragazzino ad arruolarsi, qui viene presentato un mondo coerente dove l’attitudine parte dal background scelto e nel caso compiate scelte non coerenti il titolo agirà di conseguenza. Pillars of Eternity non vi chiede mai di giocare in una determinata maniera, vi dà delle missioni, starà a voi decidere qual è il metodo migliore per portarle a termine. Qualche giorno fa abbiamo intavolato sulla pagina della nostra community facebook una discussione sui GdR e perché oggi siano più che altro action con elementi di ruolo. Pillars of Eternity è la dimostrazione di come deve essere un vero gioco di ruolo, dove la storia ha una rilevanza fondamentale e in molti passaggi non può essere cambiata, ma sarete voi a decidere quali ruoli interpretare. Nel caso siate persone solitarie potete persino litigare con tutto il party e decidere di affrontare il gioco completamente da soli. Le varie quest vi verranno assegnate parlando con i vari NPC che troverete nelle città, come prevedibile non troverete frecce che vi indicheranno dove andare e sarà sempre consigliabile leggere tutte le richieste per non rischiare di girare a vuoto. Fortunatamente è presente un comodo registro delle missioni con un pratico riassunto con tutto quello che dovrete compiere. Il sistema di livellaggio fa di tutto per evitare il farming, otterrete punti esperienza attraverso varie vie, scoprire nuove aree e missioni principalmente, ma non uccidendo a caso le bestie minori. Qualcuno troverà la crescita del personaggio un po’ lenta e poco premiante, non possiamo che constatare che effettivamente non sentirete la smania di livellare come accade in altri giochi.La trama proposta rappresenta un lavoro di scrittura magistrale, con migliaia di parole atte a generare un mondo il più possibile coerente e credibile. Il nostro protagonista sarà dotato di un particolare potere che gli permetterà di scoprire il passato di chi gli sta davanti, espediente che permette di caratterizzare anche i personaggi secondari con un background e complessivamente di creare un mondo fantasy convincente. Molto probabilmente nessuno leggerà mai tutte le righe di testo proposte, sono una infinità e molte non aggiungono nulla alla trama, ma il solo fatto che esistano è già di per sé sufficiente a dimostrare la cura messa per la creazione del gioco e a donare realismo a un mondo dove sarete delle pedine e non protagonisti assoluti. Se la trama principale non si modificherà con le nostre azioni questo non vale per i rapporto con i personaggi non giocanti. Risolvere una faida da poco proposta in una side quest in maniera diplomatica al posto che con le minacce modificherà la nostra reputazione e di conseguenza il modo con cui gli altri si approcceranno al nostro party. Sotto questo punto di vista Pillars of Eternity dimostra di essere superiore a gran parte (se non tutte) le produzioni tripla A degli ultimi anni. Non troverete personaggi che stanno con voi per forza o scelte obbligate, avrete sempre la squadra che vi meritate, e preparatevi a vedere i vostri compagni litigare tra di loro e abbandonarvi nel caso le vostre azioni non siano di loro gradimento. La storia si dimostra epica e di spessore, chiaramente indirizzata verso un pubblico adulto. Nelle quasi 60 ore che ci sono state richieste per raggiungere i titoli di coda abbiamo assistito a numerosi colpi di scena che formano una trama in grado di coinvolgere e farsi ricordare decisamente a lungo.

Più botte per tutti

Una delle incognite più importanti era legata al sistema di combattimento. Obsidian non detiene i diritti per sfruttare il classico sistema di Dungeons and Drangons ma gli sviluppatori hanno aggirato il problema creando un regolamento nuovo praticamente da zero. Complessivamente il sistema creato funziona e risulta ben bilanciato pur mantenendo il sapore delle battaglie giocate quasi due decenni fa in Baldur’s Gate.

Pillars of Eternity sfrutta un sistema di combattimento in real time con la possibilità di mettere lo scontro in pausa a piacimento, esattamente quello che vi potreste aspettare dal seguito spirituale dei vecchi giochi Black Isle. Il giocatore prende controllo di uno o più componenti del party impartendo ordini in tempo reale oppure assegnando una sequenza di comandi. Il gruppo è organizzato secondo uno stile classico dove i tank stanno in prima fila e gli altri partecipanti attaccano da una posizione riparata. Ogni personaggio avrà una serie di abilità utilizzabili solo un numero limitato di volte, alcune si rigenereranno ad ogni incontro altre richiederanno un riposo completo prima di poterle riusare. Un aspetto fondamentale è quello del posizionamento in battaglia, gran parte delle magie avranno effetto su una area delimitata, per i vostri stregoni sarà necessario trovare il punto giusto per ottimizzare i danni senza incenerire i compagni. Allo stesso tempo è stata migliorata la gestione dell’aggro, ovvero come sceglierà la cpu chi colpire, i personaggi di supporto generalmente non sono in grado di resistere a più di un paio di colpi, i tank saranno in grado di bloccare fisicamente la linea di tiro degli avversari. Allo stesso tempo è stato ristrutturato completamente il sistema di stealth e delle trappole, offrendo maggiori possibilità a chi preferisce giocare con gli eroi furtivi, senza lasciare tutto al dado come avveniva in passato. Sfortunatamente l’intelligenza artificiale dei nostri compagni di ventura è praticamente nulla, sarete sempre voi a scegliere cosa fare e quando. Dopo un po’ di ore di gioco sarà richiesta una buona dose di micro-gestione di tutte le abilità dei vari personaggi. Il battle system funziona molto bene negli scontri più rapidi ma mostra qualche debolezza contro gli avversari più resistenti. Una volta che avrete esaurito le skill a disposizione se il boss di turno sarà ancora in piedi allora non potrete fare altro che aspettare mentre i vostri eroi colpiscono con l’attacco base fino quando non verrà decretato un vincitore.

Pillars of Eternity propone due sistemi di energie differenti, una generale e una riguardante il combattimento in corso. Durante la battaglia se i vostri personaggi perderanno tutti i punti vita sverranno e saranno inutilizzabili fino a fine scontro, per poi rialzarsi in caso di vittoria. Questi punti vita si rigenerano automaticamente tra una battaglia e l’altra, al contrario ad ogni svenimento i vostri personaggi perderanno un po’ di energia dalla seconda barra, questa si può ripristinare accampandosi dove possibile, mentre nel malaugurato caso si esaurisca per l’eroe arriva la morte.
Il gioco presenta ben undici classi differenti, ognuna caratterizzata da particolari meccaniche e un preciso stile di gioco richiesto. Ogni giocatore troverà di che divertirsi creando il proprio party personalizzato mixando le abilità che più gli piacciono. A livello di bilanciamento i ragazzi di Obsidian hanno fatto un buon lavoro, nonostante abbiamo trovato alcune combinazioni giustamente più performanti di altri, non ci sono classi nettamente più utili di altre. Il livello di sfida è alto ma abbordabile per tutti, un giocatore alle prime armi avrà il tempo di abituarsi alle numerose abilità a disposizione, nonostante fin dai primi istanti troverà avversari in grado di fargli la pelle. Il gioco propone quattro livelli di difficoltà differenti più la possibilità di impostare il “permadeath” dove se il giocatore viene ucciso il file verrà eliminato e dovrete ricominciare da capo.

Lode agli anni ’90

Sotto il punto di vista tecnico ci troviamo di fronte a un prodotto che nonostante la sua relativa semplicità è in grado di dire la sua, in un frangente dove il budget fa la differenza. In Obsidian sono riusciti a sfruttare al meglio il motore Unity per ricreare una versione moderna dell’Inifity Engine, facendo muovere personaggi 3D all’interno di spazi bidimensionali. Gli ambienti dove andrete a vivere le vostre avventure sono realizzati allo stato dell’arte, con una ricchezza di dettagli impressionante e studiati per amalgamarsi perfettamente con i movimenti di personaggi tridimensionali. I modelli poligonali dei personaggi sono ben realizzati anche se mostrano i limiti di una produzione che non ha un publisher immenso alle spalle. Lo stesso discorso vale per le animazioni, fluide ma tutte molto simili tra di loro. Le armi sono state ricreate con perizia e si distinguono anche per effetti visivi in battaglia. L’interfaccia è molto simile a quella di Baldur’s Gate e soci, se i giocatori di vecchia data si troveranno immediatamente a loro agio anche i novelli non impiegheranno più di un paio di minuti a comprendere tutti comandi. Stessa immediatezza l’abbiamo riscontrata anche nei menu, scorrere tra le varie statistiche è molto immediato e grazie anche ad una raccolta dati automatica esaustiva troverete rapidamente quello che state cercando. Un ulteriore plauso va alla colonna sonora, una delle migliori sentite negli ultimi anni con brani epici in grado di dare la giusta carica alle battaglie e accompagnare senza annoiare tutte le fasi esplorative. Tutti i dialoghi sono doppiati in inglese, ma chi non capisce la lingua originale non dovrà preoccuparsi perché è presente una traduzione nella nostra lingua di buon livello.

Dopo tante parole qualcuno potrà chiedersi a questo punto dove risiedono le note dolenti di questa produzione. Alcuni aspetti si sono rivelati leggermente sottotono, in particolare il lato del crafting che poteva essere più sviluppato. Il gioco per quanto abbastanza stabile non si è rivelato esente da bug, in particolare il personaggio Kana Rua sembra aver causato problemi a numerosi giocatori. Durante le nostre lunghe sessioni di gameplay, dove abbiamo testato le varie classi a disposizione, effettivamente abbiamo incontrato qualche NPC dai comportamenti anomali, fortunatamente ricaricando la partita tutto è ritornato in ordine. Oltre a questo abbiamo riscontrato qualche bug minore con le armi, ma niente in grado di rovinare realmente l’esperienza di gioco. Gli sviluppatori hanno letto di tutte queste anomalie e hanno preparato una patch per sistemarle. Non possiamo che consigliarvi di salvare ripetutamente, cosa che comunque vi conviene fare visto che anche un semplice orso potrebbe distruggervi.


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