Le pillole del sapere affrontano diversi argomenti, individuati sulla base dei programmi didattici del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), nell’ottica di favorire un approccio alle materie scolastiche diversificato, completo, innovativo nel linguaggio e capace di stimolare l’apprendimento e semplificare la comprensione dei contenuti. I video sono destinati agli studenti delle scuole elementari e delle scuole medie (dai 6 ai 14 anni) e sono suddivisi, per ciascun livello scolastico, in 10 materie tra: italiano, matematica, storia, geografia, inglese, scienze, educazione tecnica, arte e immagine, musica, educazione motoria.
Questi video hanno provocato la reazione sdegnata del sindacato siciliano ANIEF che ha commentato così: "Proprio mentre alla scuola pubblica si sottraggono 8 miliardi di euro, si cancellano 200mila docenti e ATA, si aprono le classi pollaio, si tagliano due istituti su dieci, oltre che i fondi per comprare la carta igienica e i gessetti, si bloccano i contratti e gli scatti automatici del suo personale, al MIUR si creano commissioni di “sapienti” che, attraverso la Consip e delle banche “amiche”, elargiscono ad aziende private ben 730mila euro per comprare 19 “pillole del sapere” dalla durata di 3 minuti ciascuno: degli spot, già ribattezzati “supposte del sapere”, che costano allo Stato una cifra che sfiora i 40mila euro l’uno “.Possibile che nella rete non ci sia nulla di simile e a costo zero ? Non è difficile trovare un video didatticamente giusto e gratis, basta navigare con consapevolezza in internet e si possono trovare, ad esempio, simulazioni di un semaforo a costo zero .In un momento difficile come questo, invece di richiedere costosissime consulenze esterne, si dovrebbe fare maggior affidamento alle competenze interne al mondo della scuola, fornite dalla sapienza disciplinare di migliaia di insegnanti preparati.
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=41444&action=view
19/11/2012
Se poco consola il rimpallo di responsabilità fra i dirigenti Miur durante la trasmissione Report, l’Uil Scuola, attraverso il suo segretario, Massimo di Menna propone di mettere in rete tutte le commissioni che fanno capo al Ministero dell’Istruzione, i nomi dei componenti, l’incarico, le finalità, i risultati.
Dopo la trasmissione di Report mandata in onda domenica sera, all’interno del palazzo del Miur circolano incredulità, sospetti e dubbi di una pessima amministrazione dei fondi ministeriali e di conseguenti appalti truccati. Poco ci consola lo scarica barile attuato dal dott. Giovanni Biondi, capo dipartimento del Miur per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, che poco elegantemente ha rimpallato le responsabilità dell’accaduto all’Ansas, come responsabile dell’acquisto delle imbarazzantissime “pillole del sapere”, e ha indicato nella Consip l’unica responsabile dell’individuazione della Sbressa come unica idonea ad accaparrarsi l’appalto delle “pillole del sapere”. Biondi tenta una difesa d’ufficio del Miur, ma ci tiene a sottolineare che al Ministero nessuno ha legami di amicizia o di interessi con la signora Ilaria Sbressa. Intanto la conoscenza di questa inchiesta e la contemporanea presenza di un “corvo”, che invia documenti scottanti sugli sprechi del Miur alla testata de "Il fatto quotidiano", diventa un vero e proprio problema politico, che richiede un immediato chiarimento. Quindi il problema che in queste ore sta sconvolgendo il Miur è una questione che non riguarda soltanto il palazzo di viale Trastevere ma, coinvolge anche inevitabilmente, la Commissione cultura della Camera dei deputati, guidata dalla democratica Manuela Ghizzoni. Contestualmente Di Menna, il segretario generale della UilScuola, pretende trasparenza che deve essere una regola, proponendo di mettere in rete tutte le commissioni che fanno capo al ministero dell’Istruzione, i nomi dei componenti, l’incarico, le finalità, i risultati.“Mentre sulla scuola ci sono tagli di risorse assistiamo ad uno spreco evidente in relazione al servizio trasmesso da Report sulle cifre impegnate dal ministero dell’Istruzione per prodotti multimediali per la scuola e la realizzazione di video divulgativi di pochi minuti (‘pillole del sapere’). Il Ministero dovrebbe farci sapere se ci sono scuole che li hanno utilizzati. E con quali risultati".Di fronte a casi come questo, si apre una doppia riflessione: la prima riguarda le decisioni del ministero, le spese che vengono fatte, senza sapere quali obiettivi si vogliono perseguire e senza una verifica successiva dei risultati ottenuti. Ogni intervento dovrebbe prevedere una verifica pubblica dei risultati.
"La seconda riflessione riguarda la trasparenza che deve essere una regola, continua Di Menna. Ogni tanto spunta qualche commissione di esperti e di super esperti incaricati di qualche compito speciale. I risultati, dai test dei concorsi alla gestione dei Tfa, fino alle ‘pillole di saggezza’, sono sotto gli occhi di tutti. "C’è una richiesta che abbiamo già fatto direttamente al Ministro il servizio di Report ci induce a farla di nuovo: ministro metta in rete tutte le commissioni che fanno capo al ministero dell’Istruzione, le finalità per le quali sono state create, di che cosa si stanno occupando attualmente e i nomi dei componenti. Le decisioni che vengono prese nel chiuso delle stanze del ministero, senza confronto, non sono la soluzione del problema, sono un problema".http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=41437&action=view