Pillole di recensioni #3: L'estate di Ulisse Mele (Alba), L'amante (Baraldi)
Creato il 29 giugno 2014 da Mik_94
Buongiorno,
amici! Come state? Io – con i nuovi esami ancora lontani – non
sono ancora in fase intensiva di studio. Mi limito a sottolineare e
ad appiccicare post-it, per il momento. Ripeterò più in là. Nei
prossimi giorni, mi toccherà recuperare un po' di film vecchi e
leggere Julius Caesar
e King Lear.
Macbeth,
finito qualche giorno fa, già eliminato dalla lista. Il tempo di
leggere, per ora, sono riuscito a trovarlo ugualmente. Mi sono
buttato su racconti e romanzi brevi per tenervi sempre aggiornati.
Oggi, infatti, vi parlo degli scritti di due autori italiani – e ho
notato che di libri italiani ne leggo davvero, davvero tanti. Bene!
L'estate di Ulisse Mele,
in libreria dal 18 Giugno, e L'amante,
un racconto di Barbara Baraldi disponibile esclusivamente in ebook e
parte della raccolta La dolce vita,
pubblicata negli Stati Uniti qualche tempo fa, ormai. Le recensioni
sono in pillole e non contengono, al solito, spoiler o anticipazioni.
Buona domenica e a presto, M.
Titolo:
L'estate di Ulisse Mele
Autore:
Roberto Alba
Editore:
Piemme “Open”
Numero
di pagine: 208
Prezzo:
€ 14,50
Il
mio voto: ★★★½
La
mia recensione: Il piccolo Ulisse non sente, ma non conosce il
silenzio. Legge le labbra dei suoi parenti, vive nel trambusto
festoso di una famiglia imperfetta, ma calorosissima. Con i suoi alti
e bassi, le riunioni, le gite annuali e giocose sotto il sole di una
Sardegna calda, ciottolosa, evocativa. Vanessa Roggeri, in un esordio
impeccabile, ci aveva parlato di una terra contraddittoria e antica,
dominata da superstizioni, streghe, profumi selvatici. Roberto Alba –
cagliaritano doc – trasforma invece gli sterminati campi di
girasoli in labirinti da scandagliare. All'ombra di alberi secolari,
sul letto di vasche di cemento e melma, il divertimento dei più
piccoli. E la morte degli innocenti. A nove anni, Ulisse sperimenta
il silenzio vero. In quella casa, piena di cugini dispettosi, zie
dagli accenti esotici, zii fanatici dell'avventura, mamme apprensive
e papà con le mani pesanti, tutto tace d'un tratto. Quando i
fratelli Mele scompaiono nel nulla, i carabinieri piombano in
giardino con le loro domande e l'ombra del sospetto cala sulla vita
ordinaria di quel bambino straordinario. L'estate di Ulisse Mele è
un romanzo non completamente originale, ma d'impatto. Tenero, amaro,
precoce, acuto. Appagante, nonostante le duecento pagine complessive
possano sembrare insufficienti per alimentare a dovere il mistero. Lo
stile: elementare, con periodi paratattici, metafore di bimbo, colori
primari, caldi, accecanti. Giallo per il sole, marrone per la terra, arancio
per la frutta di stagione, un rosa carico per il tramonto. Sanno
gelare nel momento in cui il panico serpeggia. Diventano soffocanti,
le schegge di una gola di pietra. Un'estate spietata e drammatica fa
della Sardegna un Grand Canyon di certezze infrante, amori folli,
fedeltà cieca. Il giallo dell'autore deve tanto al nero della
cronaca e, come nelle tragedie al tg, molti retroscena restano
segreti. Ho percepito una vaga incompletezza, ma al protagonista si
perdona tutto. La scrittura volutamente semplice rende vera la voce
di Ulisse. Il saggio, puro, grazioso Ulisse: tutto famiglia e buone
intenzioni. La storia vista attraverso le tapparelle del suo
personalissimo sguardo avvince e rattrista. I bambini non dovrebbero
mai crescere. Lui ci ricorda com'era avere nove anni e sognare di
cambiare l'universo, combattere le zanzare e il caldo per tre mesi
all'anno, essere i satelliti silenziosi di imprevedibili fratelli
maggiori. Dare il giusto peso alle cose giuste. Stonata forse
l'immagine di un bambino di nove anni, sordomuto e con una famiglia
severa e tradizionalista, con un profilo Facebook tutto suo; meno il
resto. Un'indagine non sempre implacabile, ma seguita da un dolce
cronista d'eccezione che s'improvvisa detective, notaio, autore di
necrologi. Un buon noir italiano, tra Kevin Brooks e l'Ammaniti di Io
non ho paura.
Titolo:
L'amante
Autrice:
Barbara Baraldi
Editore:
Mondadori
Numero
di pagine: 24
Prezzo:
€ 0,99
Il
mio voto: ★★★
La
mia recensione: L'ossessione verso un uomo, la
prigionia del matrimonio, la curiosità che è femmina. Mimma è una
donna del sud. Un nome corto e deciso, una testa piena di ricci
bruni, un corpo accogliente. L'amante perfetta. Amante per sempre di
quell'uomo affascinante e brizzolato che, alla festa di Capodanno,
l'ha fatta sua con movimenti decisi, e sorrisi gelidi, e bugie
meravigliosamente allettanti. Quello verso Fernando è un amore-non
amore. Ladro, clandestino, bestiale. Sesso dove capita, passione
sboccata e cannibale in macchina, sulle panchine deserte, in ufficio.
Quella moglie che non si decide a lasciare, quell'altra donna che
rende curiosi e che diventa pensiero strisciante. Sara: algida,
pacata, un cigno bianco. Bellezza che non fa rumore, seni acerbi che
stanno a bada sotto le magliette. Al supermercato, si scontrano con i
carrelli, per il desiderio forte di Mimma. Il più intimo:
incontrarla, parlarle. Diventano amiche. Fernando era il cacciatore,
Mimma la vittima. I ruoli si invertono. Mimma diventa la cacciatrice
dell'altra donna, in un letto viola come gli incubi, in una storia
che dà il tormento. L'amante è
un racconto di poche pagine, scritto dalla Barbara Baraldi che più
mi piace. Quella la cui prosa, al servizio del noir e dell'eros,
diventa uno stiletto piantato nella suola di una scarpa dal tacco
vertiginoso. Le gambe si allungano, affusolate. I capitoli come
battiti di ciglia, le metafore che piovono dal cielo, i dettagli che
scuotono. I titoli dei paragrafi li scrivono, a volte, canzoni di
un'epoca fa. Pazza idea, La bambola, Il
Paradiso. Quelle di una Patty Pravo un
po' ninfa, ai tempi del Piper, che faceva girare la testa agli uomini
e barcollare, dall'alto del suo mistero, dalle sabbie mobili del suo
charme. L'amante
è così. Sottratto a un altro tempo, dannato, furbo. Un groviglio di
cromosomi X ricamati con eleganza, raddoppiati; per questo, più
spietati ancora. Un gioco di labbra, un intrigo di perle e manette.
Solidarietà femminile portata all'estemo. Due personaggi agli
antipodi, cigni dal piumaggio diverso che si mordono e si baciano a
sangue. L'erotismo descritto con i toni rugginosi del giallo, sul
terreno di vetro dei peccati capitali. Nudo e crudo. Diciamolo con
un'altra canzone. Caffè nero bollente
Potrebbero interessarti anche :