Pillole di recensioni #6: Io, te e la vita degli altri (Maston), La morte dell'innocenza (Baraldi)
Creato il 18 settembre 2014 da Mik_94
Titolo:
Io, te e la vita degli altri
Autore:
Vincent Maston
Editore:
Salani
Numero
di pagine: 220
Prezzo:
€ 13,90
Il
mio voto: ★★½
La
mia recensione: Per le commedie francesi ho un debole, ma ne ho
lette pochissime. Ci riprovo con un romanzo firmato Salani,
scritto da un uomo che promette di farci scoprire un'inedita
Parigi. Io, te e la vita degli altri mi ha preso alla
sprovvista. L'esordio
di Vincent Maston è un romanzo unico, breve, ma che poco ha in
comune con i colori pesca della copertina, il titolo romantico,
l'aria poetica. Un romanzo senza farfalle – nello stomaco, nei
barattoli, nei punti in cui la carta da parati confetto si scolla.
Una storia urbana e poco fiabesca su un trentenne preso in giro dai
colleghi, veloce nel pensare e lento nel parlare. Germain è
innamorato perdutamente della sua logopedista, ma incespica nelle
parole. Fuga dalle frustrazioni, il metrò. Lì, calpesta qualche
piede, dà spintoni, ruba il posto ai prepotenti. Finchè non scopre
che ci sono altri come lui. Gli propongono di entrare a far parte della loro banda, e
Germain – solitario – ne è felice. Si scioglie, inizia a
parlare; ma in cambio dell'amicizia arriverà a perdere se stesso e
la donna che ha conquistato. Irrimediabilmente? Maston – con una
prosa senza punte di diamante - rende il suo romanzo
indefinibile. Non mi è parso immeritevole, ma frettoloso. Irrisolto.
Una commedia balbettante che fa sorridere, ma senza un messaggio. Che
cosa apportano Germain e i suoi amici alla vita degli altri?
Mi aspettavo una storia di umana comprensione e ascolto, di
gentilezza. Il dramma giudiziario che colora l'ultima parte –
gestita, per me, grossolanamente – è quello che dà un senso a
tutto. Una riflessione sulle cattive compagnie, su giochi da grandi
che sfuggono di mano. Poteva essere un interessante spunto per un
noir, ma i toni dell'inizio – con gli appuntamenti e la musica pop
– non permettono che viri verso quel filone. La morale arriva nelle
ultime pagine, pronunciata da un papà che è voce di un lettore che
non ha capito gli atteggiamenti dei personaggi. In Francia,
il libro è Germain dans le mètro e sulla copertina ci sono
strade; tratte ferroviarie. Il romanzo di Maston è di quello che
parla. Ha poco o niente in comune con la percezione sognante che gli
italiani hanno di Parigi. Pensiamo alla Francia e, per magia, spunta
il paragone ingannevole con Il favoloso mondo di Amelie, che è
cosa altra, splendida, inimitabile. Un'adesione maggiore al modello
originale, forse, me lo avrebbe fatto vedere con occhi diversi. Mi
sono trovato a leggere una storia piacevole e tutto, invece, ma che
non riconoscevo. Perché non era quella che avevo scelto io.
Titolo:
La morte dell'innocenza (da Eros &
Thanatos)
Autrice:
Barbara Baraldi
Editore:
I Gialli Mondadori
Prezzo
dell'intera raccolta: € 6,50
Il
mio voto: ★★★
La
recensione: Dopo L'amante, altre due protagoniste. Un altro racconto. Questa
volta, da Eros & Thanatos.
La morte dell'innocenza è
affascinante, donna. La tensione – quella sessuale, quella vera –
si taglia con un coltello. Incuriosisce nel giro di un attimo, con un
incipt meravigliosamente brusco: segreto, privato. Chiacchiere di
donne al bagno, un dialogo davanti a uno specchio che mette in luce
ogni imperfezione, ogni particolarità. Cosa si dicono le donne
quando vanno alla toilette? Mi è piaciuto l'alternarsi dei punti di
vista di Lola e Aurora. Raccontate in terza persona, da una
narratrice implacabile e subdola, saltano da un pensiero all'altro.
Bello il vedere come ci vediamo noi e come ci vedono gli altri,
dall'esterno. Come siamo davvero? I difetti percepiti come pregi, la
bellezza femminile filtrata da occhi femminili. I vent'anni contro i
quaranta - in una guerra a cena, in un duello all'ultimo successo.
Venditrici, Lola e Aurora conoscono l'arte della bugia, il piacere
della lusinga. L'attrazione principale, quella inespressa ma latente,
è tra le due, che si sfidano e si attirano. Si piacciono. Gli uomini
della storia, marginali, li usano, anche se il gioco è loro. I
personaggi aprono la bocca e flirtano, come la Natalie Potman dal caschetto fucsia in Closer. Le sfumature noir, l'erotismo
insano, lo spiazzante colpo di scena finale sono nello stile di una
Barbara Baraldi che ha visto tanto Brian De Palma. lo, avrei voluto
qualche pagina in più – cento? - ma La morte
dell'innocenza è ottimo così.
La tensione concentrata intorno a un solo cardine, la passione che
non si spezza mai. Senza distrazioni. Conturbante. Perverso.
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