Pinkafè al Salone del libro di Torino

Creato il 03 giugno 2013 da Pinkafe

di Elnora


Ebbene si, quest'anno alla Salone del Libro di Torino c'ero anche io, in veste di  inviata, lettrice, curiosa, vacanziera e altro. Difficile concentrare in poche righe cinque giorni intensi trascorsi non solo dentro il Lingotto ma anche muovendosi fra le strade di una città che ha veramente tantissimo da offrire.  Ne è risultato una commistione intossicante di libri, arte, musei, abbazie e panorami spettacolari. Ma andiamo per ordine.L'ingresso al Salone del libro nel giovedì inaugurale è stato come infilare la testa dentro l'occhio di un ciclone, mi sono dovuta reggere forte. Libri ovunque e in tutte le declinazioni possibili e immaginabili; eventi, conferenze, tavole rotonde, incontri con gli autori. Ho capito che la visita alla Fiera richiede una certa pianificazione o ne vieni davvero travolta. Perdonatemi se non posso offrirvi un resoconto dettagliato, peraltro impossibile in questa sede. Durante il mio primo giro di perlustrazione ( durante ill quale poi non ho nemmeno visto tutto) mi chiedevo come fosse possibile scodellare tanti libri tutti insieme, tanto che la mia mente stordita vaneggiava pensieri tipo: sono più i libri dei lettori disposti a leggerli.Tante, tantissime le case editrici che si sono ritagliati il loro pezzettino di gloria agli occhi dei viandanti che si sono avventurati nel rutilante mondo del Salone. Certo difficile respirare un'aria di crisi all'interno degli stand dei “colossi” ( gruppo Mauri Spagnol, Mondadori, RCS, Feltrinelli)  presi d'assalto da avventori di tutte le età.  E proprio mentre sto scrivendo, un occhio vola alle somme tirate all'indomani della chiusura della fiera che parlano di un incremento del 20% delle vendite.Bagno di folla per Roberto Saviano e il suo  ZeroZeroZero,mentre nella sala azzurra è stato  impossibile sfondare il muro di persone per assistere alla Lectio Magistralis di Luciano Canfora, filologo, storico e profondo conoscitore della cultura classica.  Insomma, un trionfo della cultura e uno schiaffo alla crisi che pare non aver trovato posto nell'evento.Parola d'ordine: spazio per tutto. Dal digitale, al benessere, dalla piccola editoria ( a cui è stato riservato il padiglione n. 1)  al debutto delle giovani realtà editoriali tutte raccolte nel settore L'incubatore, fino ad arrivare ad una delle novità di quest'anno: Casa CookBook dove l'editoria sposa il gusto, un connubio che ultimamente pare soddisfare tutte le aspettative.
Ma fra le manifestazioni, gli eventi, i panel, le tavole rotonde gli incontri fra i professionisti, cosa è serpeggiato? Tanto e di tutto. Il digitale è in ascesa e non è più possibile bistrattarlo spocchiosamente. I lettori assidui, quelli attenti, quelli che non possono fare a meno di leggere, hanno tutti un ereader. Provengono da varie fazioni, amazoniani, sonysti, kobisti nazionalisti, ma sempre avanti guardano. Si è andato addirittura oltre con le parole di Marco Drago, scrittore pubblicato da Feltrinelli e autore radiofonico che con impeto in una conferenza sull'editoria nell'era del 2.0 vuole dire basta al feticismo della carta, appendice obsoleta di cui bisogna liberarsi. Fenomeno in crescita quello del digitale ma che deve ancora trovare la sua strada. Più di una persona ha paragonato la rivoluzione digitale che sta attraversando l'editoria a quella stessa che ha squassato la musica qualche anno fa, solo che in questo caso è sui risultati che le opinioni contrastano: qualcuno afferma che la musica con l'era digitale ci abbia guadagnato, altri come ancora  Marco Drago, afferma che è auspicabile non finire come la musica di oggi. Chi avrà ragione in un mondo come quello dell'editoria che a Torino è stato definito tutto una scommessa, sopratutto per quanto riguarda la narrativa ( qualcuno ha parlato di un 90% di pubblicazioni di narrativa che vengono buttate quale frutto di scommesse andate male).Bookrepublic, libreria specializzata in ebook, è fautore e sostenitore di un'editoria che parte dal basso, ossia estrapolare potenziali autori e scrittori dai forum e blog tecnici. Mettere su carta competenza tecniche, innalzare la soglia del pubblicabile creando dei testi virtuali dove attingere per ottenere informazioni, meglio se riguardanti digitale e tecnologia, i settori che almeno per Bookrepublic sono quelli che hanno fornito un riscontro soddisfacente. Si è parlato di selfpublishing e di assister publishing per dare un filtro nel mare di autopubblicazioni,  anche se su una cosa sono per fortuna tutti d'accordo: il lavoro dell'editore è comunque indispensabile.
Sono volati numeri: il 60% degli ebook in circolazione sono autori esordienti, nel 2013 le vendite digitali hanno prodotto un +17% e qualche audace arriva a pensare che l'anno prossimo la carta verrà superata. 0,15% era la percentuale delle vendite rappresentate dal genere erotico " pre Fifty". Dopo la pubblicazione della trilogia di E. L. James la percentuale di vendita è passata ad ottobre del 2012 al 4,27%.Joy Terekiev, editor della Mondadori, colei che ha acquisito le Cinquanta Sfumature non ha mai pensato alla storia di Mr. Grey come ad un erotico ma come ad una bella fiaba, una sorta di Pretty Woman fra le pagine di un libro. Solo che  ha fatto molto di più, perchè ha sdoganato un genere che mette il sale sulla code con tempi di pubblicazione. Si cavalca l'onda del successo e si chiede uno sforzo immane ai traduttori che si ritrovano più di un compito arduo, perchè la lingua italiana non è fatta per parlare di erotico senza risultare volgare o ridicola, per cui a loro il compito di unire in matrimonio due recalcitranti sposi: eros ed italiano.Gli editori riconoscono di pretendere tanto perchè le pubblicazioni originali arrivano prive di editing  e quindi i traduttori si devono anche cimentare in una sorta di editing preventivo. Caldamente consigliata dagli editor l'unione delle forze da parte dei professionisti, perchè la condivisione arricchisce e fa crescere. A questo proposito è stato rivelato come proprio il capitolo finale di Twilight sia stato tradotto da una task force proprio per ottenere un ottimo lavoro. Ma come ho già detto all'inizio, il mio soggiorno a Torino non si è tradotto solo fra i libri del Salone. Ho avuto l'occasione ( e la fortuna) di poter sbirciare una città che non si è tirata indietro nel mostrarmi tutta la sua storia e la sua eleganza. Se decidete di andare al Salone del Libro l'anno prossimo, ricordatevi di fare un salto alla Pinacoteca Agnelli, un piccolo scrigno di preziosi quadri annidato sempre all'interno del Lingotto (all'ingresso vi accoglieranno due statue del Canova e un Canaletto che apre il cuore). Il mio di cuore però, è rimasto all'interno della Sacra di San Michele, la millenaria abbazia all'imbocco della val di Susa che mi ha conquistato irrimediabilmente nel momento in cui mi si è rivelata maestosa in un cielo plumbeo denso di nubi basse e frastagliate. All'interno delle sue mura si respira un'atmosfera indimenticabile e piena di suggestione.
Ho cercato di farmi mancare il meno possibile e quindi ne ho approfittato per salire sulla Mole antonelliana e gustarmi un panorama mozzafiato, mentre il giorno seguente con l'emozione di una bimba sono salita sulla cremagliera che mi ha condotto sul colle di Superga, alla volta della Basilica omonima voluta da Vittorio Amedeo II come ringraziamento alla Vergine a seguito della vittoria sui francesi nel 1706.
La Basilica fu un progetto di quel Filippo Juvara che ha firmato pezzi da novanta dell'architettura barocca di Torino ( la palazzina di caccia di Stupinigi e la reggia di Venaria Reale, solo per citarne alcuni ) e raccoglie pezzi importanti, fra cui nella cripta reale le spoglie di alcuni membri di casa Savoia. Lassù un pezzettino dell'anima di tutti i tifosi del granata è custodita nella lapide sul retro dell'edificio, a ricordo della tragica scomparsa del Grande Torino il 4 maggio del 1949. Tutto ciò conferisce a questo luogo un sapore agrodolce che è davvero difficile dimenticare e che contribuisce a snudare sfumature di una città che merita davvero attenzione e passione, non solo in occasione del Salone Internazionale del libro, ma in ogni mese dell'anno.

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