Dal 31 gennaio al 30 marzo 2014, la Capitale rende omaggio al celebre fotografo Pino Settanni (1949- 2010) con una mostra allestita al Museo di Roma in Trastevere, intitolata “Pino Settanni. Ritratti e paesaggi”.
A queste si accompagnano i ritratti di personaggi del mondo del cinema e della cultura, alcuni dei quali diventati vere e proprie icone, come la serie “Ritratti con sciarpa rossa”.
Tutti ricordano gli straordinari servizi realizzati dal celebre fotografo dai Balcani e Kabul; anche se Settanni è stato lo specialista del ritratto fotografico.
Per l’artista di origini tarantine, la macchina fotografica era simile ad un pennello. Egli affermava che senza aver approfondito lo studio degli artisti del Cinquecento, non avrebbe saputo come realizzare i suoi ritratti.
Ed effettivamente le foto dedicate ai grandi personaggi del cinema, da Roberto Benigni a Federico Fellini, da Ennio Morricone a Lina Wertmuller, solo per citarne alcuni, sembrano quadri di Rembrandt. I suoi primi soggetti furono gli alberi di ulivo anneriti dai fumi della fabbrica nella quale
Celebre anche la serie de “I tarocchi”, sontuosa rassegna fotografica che raccoglie una selezione reinterpretata delle tanto discusse 78 carte da gioco. Si devono proprio a Settanni le immagini più belle dei due monumentali protagonisti della “Dolce vita”: di un Federico Fellini novello “giocoliere”, che lancia in aria delle matite colorate, e un Marcello Mastroianni non più giovane che passeggia in riva al mare, mentre il vento scuote la sciarpa rossa che Pino gli aveva avvolto attorno al collo.
La figura che emerge della donna è il risultato di una ricerca, di un punto d’incontro fra “innocenza e furfanteria” al tempo stesso. E del resto, di quale attore o modella o artista, che vivesse a Roma o che passasse da Roma, Pino non ha fatto un ritratto divenuto iconico? In quello studio di via Ripetta 226 dove si sono realizzati capolavori senza precedenti.
Settanni era molto legato al regista Mario Monicelli, che proprio a Taranto, qualche anno fa, fu testimonial di una sua mostra al Castello Aragonese intitolata “Cento ritratti”. Per il fotografo fu molto importante l’incontro negli anni Settanta con il pittore Renato
Un rapporto di amore-odio il loro, che portò ad un connubio, non privo di conflitti, durato 5 anni. Nel settembre 2010 Pino Settanni se ne è andato, stroncato da un male incurabile, portando con sé un unico rimpianto. Non essere riuscito a immortalare la sua città, Taranto, come avrebbe “dovuto e potuto”. Queste le sue parole. E Roma lo ricorda, esponendo i suoi scatti più “segreti”.
Written by Cristina Biolcati