Il giorno dopo Pinocchio si svegliò allegro e pimpante. Corse in cucina con una voglia matta di latte e Nesquik nel quale far annegare una torre di Pan di Stelle, ma ebbe un’amara sorpresa: sul tavolo c’era solo una tazza di latte tristemente bianco e del pane con burro e marmellata
“Caro Geppetto… Che minchia è questa roba? Dov’è il Nesquik? E i Pan di Stelle? Le Gocciole? Gli Oreo? Perché non compri queste cose? Sei vegano? Comunista?”
Geppetto, paziente, rispose con i soliti discorsi da genitore salutista che non ottengono mai alcun risultato salvo quello di suscitare un’innata voglia di libertà nei propri figlioli. E infatti Pinocchio, sulla strada verso scuola, iniziò a fantasticare sulla sua futura vita da giovanotto indipendente:
“Devo studiare per poi trovare un lavoro, fare tanti soldi e andarmene a vivere da solo! Oggi voglio imparare subito a leggere, domani imparerò a scrivere, domani l’altro imparerò a far di conto così potrò evadere le tasse. Con le mie abilità troverò un lavoro molto remunerativo, con tutti i miei denari comprerò una badante per Geppetto, ma non la solita ucraina, piuttosto una bella svedesona o una finlandese, una di cui si possa vantare con gli amici del bar mentre gioca a scopa. Per me comprerò una piccola mansarda in centro, un mini attico dove fare sempre feste e baccanali, e in casa ci sarà sempre ogni genere di porcheria ipercalorica…”
E continuava così, fantasticando ad alta voce e creandosi aspettative di vita che poi vengono sempre disattese dal destino o dalle nostre scelte scellerate.
“Comprerò l’Xbox, e ci giocherò su un televisore grande quanto l’intera parete, farò colazione con barattoli di Nutella e andrò a dormire mangiando birra e patatine e….”
“Ma lo sai che ci sono modi più veloci per fare tutti i quattrini che desideri?!”
Pinocchio sobbalzò spaventato, si voltò e vide due personaggi, diciamo, poco sobri: un Gatto e una Volpe vestiti come due tamarri di periferia arricchitisi in circostanze palesemente poco chiare. Ma la vera sorpresa fu quando dal nulla partì una musica fuori campo. Brutto vizio dei cartoni animati:
“Quanta fretta ma dove corri, dove vai? Se ci ascolti per un momento capirai, lui è il Gatto, io la Volpe, siamo in società, di noi ti puoi fidar…”
“Ma che siete Testimoni di Geova?!”
“Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai…”
“Si ragazzi a me il pianobar piace molto ma oggi non è giornata, devo andare a scuola a far quattrini…”
“Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai, dacci solo quattro monete e ti iscriviamo al concorso per la celebrità…”
A quelle parole Pinocchio si fermò e iniziò ad ascoltare con attenzione. La Volpe se ne accorse e capì che era il momento giusto per fare il suo affondo:
“Avanti, non perder tempo, firma qua! È un normale contratto, è una formalità! Tu ci cedi tutti i diritti e noi faremo di te un divo da hit parade!”
“Uhm spiegati meglio…”
“Pinocchio tu sei un burattino senza fili, capisci?! Sei il primo burattino wireless e siamo solo nel milleottocento e qualcosa! In poco tempo puoi diventare una star, hai la stoffa, hai l’X Factor! È inutile perdere anni a studiare: se tutto va bene, dopo l’università ti ritroverai a saltare da uno stage malpagato all’altro senza certezze e garanzie, nutrendoti solo di kebab e McDonald.”
“Già! Vieni con noi piuttosto! Ti condurremo sulla breve strada verso il successo, ti faremo diventare protagonista assoluto di spettacoli e cabaret! Ti faremo condurre il Festivalbar, il Karaoke e Non è la Rai!”
“Non è la Rai, Pinocchio, Non è la Rai! Centinaia di ragazzine che farebbero di tutto per avere un po’ di visibilità vicino a te! E quando sarai all’apice del successo potrai sempre fiondarti nel baratro della droga, perdendo la tua dignità, il denaro e i finti amici che ti sarai fatto. Ma se sarai determinato potrai risorgere e tornare a presentare un programma in prima serata, allora la tua storia diventerà d’esempio per gli altri, e potrai permetterti di fare la morale a tutti quando sarai ospite nei salotti della tv.”
“Capisci Pinocchio? Ti stiamo offrendo fama, soldi facili, dissoluzione, una storia strappa lacrime e la possibilità di avere un credito morale presso il pubblico. Forse potrai anche candidarti in Parlamento con uno di quei partiti che raccoglie guitti e volti noti per racimolare voti come si racimola l’audience… Pinocchio, una Poltrona!!!”
A Pinocchio brillavano gli occhi. D’improvviso la vita gli pareva facile e lastricata d’oro. Già si vedeva giovane rampante stravaccato su un divanetto di una discoteca, strafatto di vodka pagata trenta volte il suo reale costo, attorniato da ragazze sconosciute e protetto dai manierosi e calabresi gestori del locale. Dopo era in uno studio televisivo, truccato e impomatato, a presentare giochi idioti e a mettere in ridicolo casi umani davanti alla nazione intera, mentre la gente rideva e applaudiva. E in fine col Telegatto in mano, a ringraziare il Buon Dio, il buon Geppetto, il Gatto e la Volpe, e anche quel cagacazzi del Grillo Parlante…
A proposito, dov’era il Grillo Parlante? Quel fesso era ancora a casa a dormire, già in ritardo nel suo primo giorno di lavoro da coscienza moralista e bacchettona.
Pazienza, Pinocchio aveva voglia di cantare, di ballare, di volare, non voleva diventare Direttore Generale delle Poste o delle Ferrovie, voleva solo divertire la gente, voleva diventare popolare. Pop! Che bella parola! Breve, facile, ricca. Giusta ma sottilmente degradata. Perché non c’è proprio nulla di male ad essere pop, il problema è che al popolo viene propinato il peggio e solo quello come modello. Il grande segreto è che si può essere pop ma qualitativamente elevati, pop ma con qualcosa di costruttivo da dire. Ma questo Pinocchio non lo sapeva. Il Gatto e la Volpe forse si, ma comunque a loro la cosa non tangeva.
“Vieni Pinocchio, ora che hai firmato siamo ufficialmente i tuoi agenti!”
“Che sono gli agenti?”
“Sono persone che lucrano su altre persone danarose ma senza istruzione, come calciatori o attori, prendendosi laute percentuali.”
“E a che servono?”
“A nulla! Ehm cioè, ad aiutarti con i contratti da firmare con le case di produzione e a selezionare il proprio ventaglio di conoscenze.”
“Per queste cose non basta un buon avvocato e un po’ di buon senso?”
“Ma se hai soldi da spendere perché limitarti ad avere un avvocato, quando puoi avere anche due agenti, tre commercialisti, portaborse e segretarie?! Vedi Pinocchio, la moneta deve girare per tutti…”
E spiegandogli queste ed altre cose sui massimi sistemi della società postmoderna, i due luminari accompagnarono Pinocchio sul suo personalissimo viale del tramonto precoce, verso il carrozzone di un grande impresario metà italiano e metà zingaro: Mangiafuoco!
FINE PARTE II
di Marco Improta – All rights reserved