L’11 settembre non è solo la data in cui il mondo ricorda gli attentati contro le Torri Gemelle. È anche la data del golpe cileno di Augusto Pinochet
L’ 11 Settembre 1973, il generale Augusto Pinochet compiva un sanguinoso colpo di stato in Cile, deponendo il presidente legittimamente eletto Salvador Allende. Dopo ben 40 anni, dopo che tantissimi fiumi di inchiostro hanno descritto quei dolorosi giorni della storia contemporanea del Cile, emerge sempre di più la responsabilità degli Stati Uniti e del loro appoggio al “golpe nero” di Pinochet. Un appoggio che fu determinante, perché gli Usa vedevano nel governo di unità popolare presieduto da Salvador Allende un pericolo. Un pericolo in grado di destabilizzare l’intero assetto geopolitico dell’America del Sud. Un avvento democratico verso il socialismo, rompendo la tradizionale tendenza degli stati sudamericani di avere governi populisti e dittatoriali senza compiere libere elezioni. Tutti governi da sempre al servizio degli Usa e della sua egemonia nel Nord America. Il Cile aveva scelto una linea democratica. Non vi erano bande di guerriglieri pronti a prendere il potere con le armi. Ma forze politiche sociali che avevano scelto la strada del confronto democratico. Tutto questo avrebbe potuto cambiare anche i rapporti di forza tra i paesi del blocco occidentale e quelli del blocco orientale. Nel 1973, si era infatti in piena guerra fredda tra Usa ed Urss. Vi erano anche interessi economici fortissimi. L’economia mineraria cilena era interamente controllata dagli Usa. La scelta di Allende di nazionalizzare l’intero settore, non era certo gradita agli Stati Uniti presieduti all’epoca da Richard Milhous Nixon . Il Cile per molto tempo era stato soggetto ad un notevole sfruttamento economico da parte di imprenditori interni e di esponenti del capitalismo internazionale. Allende si accingeva a rivedere le linee della politica economica nazionale. Per quanto i militanti del governo di unità popolare fossero ben radicati nel territorio, un intervento in massa dell’esercito, ben armato, non era certo a favore della resistenza, che in ogni caso fu fatta. Restano famose le immagini del piccolo ed eroico presidente Allende nel palazzo della “Moneda” bombardato dall’aviazione cilena, con l’elmetto in testa ed un fucile in mano nell’estremo tentativo di proteggere il proprio potere.