stanotte ha piovuto. una pioggia tipo monsone, forte impetuosa, violenta.
è stato bellissimo addormentarsi con quel suono che annullava la città nella purezza dello scroscio, come se con la sua violenza purgasse la città dai suoi veleni, anche sonori.
bello farsi cullare dal sonoro battere delle gocce sull'asfalto, dal sordo brontolio di un cielo cupo, dall'assordante urlo del tuono.
bello pensare che al di la di quella assordante cortina d'acua il mondo possa essere sparito per una notte, annullato, scomparso o semplicemente zittito dallo schiaffo sonoro di pioggia dato dal cielo.
quando ero più giovane a casa mia, nella solitudine della campagna, e mi capitava di essere a casa, sola, durante queste tempeste monsoniche non poche volte correvo fuori, sotto la pioggia, a far si che le violente sferzate dell'acqua, i gelo che istillavano nella mia pelle purgassero anche me oltre che il mondo con la loro purezza e violenza.
rimanevo sotto quella pioggia gelata, sferzata dal vento, fino a quando non sentivo più la pelle dal gelo, per poi tornarmene esaltata dall'esperienza in casa, col fiato corto, ad avvolgermi in asciugamani calde ed a guardare persa, quell'acqua che scorreva violenta fuori dalla finestra, desiderando di avere la forza di continuare a rimanere li sotto, esposta alla sua furia.
oggi non posso più, per l'età, per gli acciacchi e perché vivo in una città che non potrebbe capire, ma adoro ancora sentire quella furia scatenarsi fuori dall ama finestra e mi manca quella sensazione di esaltazione che provavo correndo fuori bagnandomi completamente, come in un battesimo del cielo.
come mi sentivo viva allora!!!!