Pioverà pace prima o poi. Poeti contro la guerra.

Da Met Sambiase @metsambiase

….Allora adesso tocca a voi parlare
Tutti voi amanti della libertà
Tutti voi amanti della ricerca della felicità
Tutti voi amanti e dormienti
Sprofondati in un sogno personale
Adesso tocca a voi parlare
Oh maggioranza silenziosa
Prima che vangano a portarvi via.

(Lawrence Ferlinghetti. Trad. Pina Piccolo

da Not in Our Name, vol I )

(c) David Young

(c) Alex Turco

L’ultima guerra ha la mascella ancora tesa.
Nostalgia del fuoco, dei lampi sulle coste. Cambierà luogo,
tempo ma si rifarà. Tu credi possa essere diverso
il futuro? Esso è talmente suggestionabile che
non va né avanti né indietro, si eterna nei
pochi stadi consentiti. Forse è la gravità.
Sulla terra tutto rimane.

VERA D’ATRI

***

Da Betelgeuse a Gaza

Dall’attenuante mimetica d’un camaleonte blindato all’estro correlativo d’un sembrare analogico nel rappresentare ordine e terrore.

Assemblato coassiale di baricentri, spostamenti multipli sulla faccia della moneta da spendere. Vuoi comprare la mia espressione?
Il mio volto irrilevante sull’altra faccia della luna, traccia senza orma preda il piede dell’assenza, l’arto amputato dalla luce mancante.
Un despota è la dimenticanza, la rinuncia nostalgica alla memoria. Non possiamo più prescindere dal giorno e dalla notte, dalla luce del crepuscolo, dall’impressione che il mercato è in ogni luogo, vendita all’incanto d’ombre e sentimenti. Sulla carta di credito sono rimasti organi vitali: il mio fegato per la tua sopravvivenza, il mio occhio per le tue visioni.
E se la mia euforia è un’euforbia, innesto vegetale sul vagone militare, il rapper canta di uomini in divisa che marciano sull’ipotesi d’una guerra giusta.

ANTONIO LIMONCELLI

da I CONTINENTI DEL MALE E ALTRE POESIE

La guerra è una macina,
la guerra è tiranna.
La guerra agli inizi è una giovane
che coi suoi ornamenti incanta l’ignaro,
e quando è ardente e divampa
torna ad essere una vecchia senza amante
megera rapata, suo malgrado esposta
per essere annata e baciata.

FAWZI KARIM
(c) Qudulibri edizioni per “I continenti del male e altre poesie”

(c) Frank Shepard Fairey

(c) Ajay Brainard

LIBERTà DALLA PAROLA
L’erosione della voce è la preparazione della guerra
Il silenzio non sostiene più le preghiere,
ma abita dentro le bocche aperte dei morti.

TERRY TEMPEST WILLIAM

(trad. Pina Piccolo)

***

CHIAROSCURO
Anche le tombe sono scomparse
Spazio nero infinito calato
da questo balcone
al cimitero
Mi è venuto a ritrovare
il mio compagno arabo
che s’è ucciso l’altra sera
Rifà giorno

Tornano le tombe
appiattate nel verde tetro
delle ultime oscurità
nel verde torbido
del primo chiaro

VEGLIA
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.

GIUSEPPE UNGARETTI

***

A UN COMPAGNO
Se dovrai scrivere alla mia casa,
Dio salvi mia madre e mio padre,
la tua lettera sarà creduta
mia e sarà benvenuta.
Così la morte entrerà
e il fratellino la festeggerà.
Non dire alla povera mamma
che io sia morto solo.
Dille che il suo figliolo
più grande, è morto con tanta
carne cristiana intorno.
Se dovrai scrivere alla mia casa,
Dio salvi mia madre e mio padre,
non vorranno sapere
se sono morto da forte.
Vorranno sapere se la morte
sia scesa improvvisamente.
Di’ loro che la mia fronte
è stata bruciata là dove
mi baciavano, e che fu lieve
il colpo, che mi parve fosse
il bacio di tutte le sere.
Di’ loro che avevo goduto
tanto prima di partire,
che non c’era segreto sconosciuto
che mi restasse a scoprire;
che avevo bevuto, bevuto
tanta acqua limpida, tanta,
e che avevo mangiato con letizia,
che andavo incontro al mio fato
quasi a cogliere una primizia
per addolcire il palato.
Di’ loro che c’era gran sole
pel campo, e tanto grano
che mi pareva il mio piano;
che c’era tante cicale
che cantavano; e a mezzo giorno
pareva che noi stessimo a falciare,
con gioia, gli uomini intorno.
Di’ loro che dopo la morte
è passato un gran carro
tutto quanto per me;
che un uomo, alzando il mio forte
petto, avea detto: Non c’è
uomo più bello preso dalla morte.
Che mi seppellirono con tanta
tanta carne di madri in compagnia
sotto un bosco d’ulivi
che non intristiscono mai;
che c’è vicina una via
ove passano i vivi
cantando con allegria.
Se dovrai scrivere alla mia casa,
Dio salvi mia madre e mio padre,
la tua lettera sarà creduta
mia e sarà benvenuta.
Così la morte entrerà
e il fratellino la festeggerà.

CORRADO ALVARO

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(c) Vittorio Ciccarelli

SARA’ CHE I MIEI SOGNI SPAVENTANO IL TIRANNO

Sarà che i miei sogni spaventano il tiranno
come un lontano canto,
come sepolte campane,
come tutte le voci che non capisce.
Sarà che i miei sogni,
di uomo e di poeta,
sono coperti dal ferro
che mi rinchiude la vita
e ora sogno spade allegre.
Sarà, mi domando,
che ancora non capiscono
che incarcerarono l’uomo
perché non furono capaci,
dell’assalto vincente
al forte dei suoi sogni
che con più forza lo fa sognare.

MARCOS ANA

*****

Di nero le bande sui primi fuochi
in ghingheri le palle di piombo
sui fianchi e la pelle
senza ossa le mani riportano
carni di sola antracite
e spinte d’esausta memoria
un giorno quel sole lassù
le sbarre del litio
una perdita lunga un’era
tiepida di grida
s’infossava una bomba fra la testa e il collo
le schegge nel cielo rimbalzavano
occhi di cielo
perdute le fedi dorate
i bimbi e le mamme
di fronte un pino soffiava su ceneri bianche

FEDERICA GALETTO

*****

1)

Qualcuno scrive sui muri delle ossa
che la guerra si vince non facendola
scacciandola dalla casa
e dalla paura delle bombe che resistono ai muri e ai campi.
Quando ricomincia il giorno
usciremmo dalle case a stendere gli astri al balcone
ma chiamano a sbarrare a chiave grossa ogni rifugio
la via è in scoppio
in tifone di venti taglianti, in una punta di nodo che scalza e rapisce
e con mani sempre più giovani
s’allineano le bombe con la loro epidermide d’acciaio:
qualcun altro le ha costruite lontano
per gettarle in piedi
come la bava di un vecchio diavolo.
- Guerra -
così si chiama
questa tana di tufo carica di declinato dolore.


2)

Si aspetta una parola necessaria per spiegare la guerra:
è sul necessario che si accende il suono.
Un muro è un muro
ma un muro necessario a chi vende droni da fuoco
è l’interruzione della linea dei campi
e più non son campi
quel che si formano intorno ai rifugi di fortuna
zeppi di tende e poi lamiere e poi silenzi cavi.
Si coniuga il presente di uccidere in maniera sequenziale
l’esposizione al dolore è ritmata
a chi è necessario piantare il campo di guerra
il raccolto avviene
e si vendemmia
con sudari al posto dei filari. 

MET

(Simonetta  Sambiase)

*****

Cara amica,
Ti scrivo da questa
Orma di terra
Senti questo grido
Di bimbi?

Laggiù
In ogni dove
il nostro
Benessere

Sempre
Fino a che non so

MARTA M.