Pippo Franco a Cagliari

Creato il 16 giugno 2013 da Albix

Scordatevi il Pippo Franco della sexy  commediografia all’italiana degli anni settanta e ottanta, dai titoli più che eloquenti di “Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda”, “Giovannona coscialunga disonorata con onore”, “Boccaccio” ecc.; mettete da parte anche lo show -man  ciociaro   (in salsa burina )  del mitico Bagaglino; dimenticatevi anche il candidato post-democristiano che ha corso, senza la fortuna di Grillo, nelle liste elettorali  dell’ex-ministro Rotondi (nessuno, d’altronde, è perfetto; e chi non ha peccati politici sulla coscienza scagli la prima pietra).

Insomma, il Pippo Franco che si è esibito al Teatro Massimo di Cagliari, sabato 15 giugno c.a. è, come avrete intuito, un artista ritrovato che a 73 anni quasi suonati (gli mancano tre mesi per acquisire il diritto a soffiare sulle 73 candeline) si ripropone in una veste rinnovata, capace di mostrare al pubblico la sua componente culturale più recondita.

Intendiamoci: nessuno dia per scontato che un comico debba necessariamente essere  una persona capace soltanto di dire buffonate e di far ridere la gente.

A parte che far ridere la gente con le tue battute  non è mica così facile come sembra.

Ma poi Pippo Franco non è mai stato soltanto un comico. Nel suo curriculum spiccano oltre 50 film come attore e qualcuno anche come regista (e non ha girato soltanto commedie dove l’attrazione principale erano senz’altro le curve indimenticabili di Edvige Fenech); innumerevoli programmi televisivi come conduttore e show-man; una decina di LP e una ventina di 45 giri (alcuni di grande successo commerciale come “La licantropia” “Mi scappa la pipì papà” ecc.) e, per finire, una mezza dozzina di libri tra i quali c’è anche quest’ultimo, che si intitola “La morte non esiste” (Edito da PIEMME) che lo sta portando in giro per i maggiori teatri italiani. E sicuramente ho dimenticato altri titoli.

L’occasione che ha portato il grande artista romano a Cagliari è stata inoltre una raccolta di fondi a favore della Croce Rossa Italiana – Sezione di Cagliari che assiste in città ben 4.000 famiglie  indigenti.

Pippo Franco ha intrattenuto il numeroso pubblico con un monologo di un’ora e mezza di spettacolo nel corso del quale  l’artista ha veramente fatto emergere le sue solide basi culturali, la sua capacità di riflessione, la sua visione del mondo; senza dimenticare mai il suo antico e affascinante mestiere, che è quello di far ridere la gente.

La vecchia lezione plautina di castigare i cattivi costumi con l’ironia e le risate, Pippo Franco l’ha fatta propria.

E’ riuscito a mostrare il lato umano e intellettuale dei grandi uomini dell’immenso patrimonio culturale occidentale (principalmente, ma non solo, di quello greco-romano) facendo emergere però anche il loro pensiero; magari soltanto quegli aspetti del loro carattere più legati alla sua verve artistica di grande comico, che non è davvero poca cosa, se si pensa che nel corso del suo spettacolo egli ha citato, senza mai annoiare, Socrate, Platone, Aristotele, Pitagora, Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Charles Darwin e tanti altri.

Mentre lo ascoltavo, siccome l’artista ha parlato anche della scuola (usando toni non molto lusinghieri e cavalcando sull’onda di superficiali luoghi comuni, a onor del vero) pensavo che forse lo Stato dovrebbe investire qualche soldo per introdurre nuove metodologie nell’insegnamento, attraverso una formazione dei docenti che li abitui a padroneggiare, insieme ai loro diversi linguaggi specialistici (da economisti, avvocati, ingegneri, matematici, biologi, fisici, letterati, musicisti e quant’altro) anche dei linguaggi comunicativi fondati sulla simpatia, sulla gestualità, sulla conquista dell’attenzione. Io, nel mio piccolo, ho potuto sperimentare come, attraverso il teatro e la recitazione, possano passare allo studente anche molteplici messaggi culturali; e come apprendere sia più facile se si riesce a trovare una maniera di comunicare meno pedante e noiosa di quella che i nostri professori usavano con noi nei tempi andati. Ma il discorso delle metodologie scolastiche non è un molto semplice da affrontare e non può certo liquidare con la vetusta barzelletta della breccia di Porta Pia che lo show-mjan ha riproposta da par suo, nel corso dello spettacolo (se non la conoscete ancora, ve la trascrivo in calce).

In conclusione, complimenti  a Pippo Franco per la sua simpatia e per i suoi 72 anni portati benissimo; e grazie per la bellissima serata.

BARZELLETTA: Un ispettore si reca in una scuola. Per verificare la preparazione degli studenti interroga uno a caso, chiedendogli a bruciapelo: “Chi ha fatto la breccia a Porta Pia?”

Il povero studente, preso alla sprovvista, si schermisce affranto: “Le assicuro, signore, che non sono stato io!”

L’ispettore indignato chiede al professore come mai lo studente abbia dato una tale, vaga risposta, sulla breccia di Porta Pia.

Il professore, a sua volta, prendendo le difese dello studente tranqullizza l’ispettore: “Le assicuro, dottore, che il ragazzio non può essere il responsabile. E’ stato in classe tutto il tempo!”

Fuori di sè l’ispettore si reca dal preside e gli fa una ramanzina d’altri tempi. A che il preside, con fare accomodante, risponde risolutivamente: ” Ispettore, qui siamo tutti una famiglia. Ci quantifichi i danni e siamo pronti a risarcire tutto!”.


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