Piranha 3D
Creato il 18 luglio 2013 da Mattia Allegrucci
@Mattia_Alle
In un periodo in cui i remake sono all'ordine del giorno è sempre più frequente trovare al cinema vecchi titoli diventati importanti (alcuni anche fondamentali per ogni cinefilo che si rispetti) riproposti secondo una nuova chiave di lettura, a volte più seria, altre no. Questo è il caso "altre no" e, fondamentalmente, questa volta il risultato è garantito. Inaspettatamente il regista e produttore Alexandre Aja recupera e storpia il cult movie di Joe Dante rendendolo all'apparenza un prodotto esclusivamente spettacolare e totalmente privo di ogni senso logico e critico. Ma, sebbene si allontani dalla critica sociale e militare che l'autore di Gremlins aveva attuato con il suo Piranha, questa nuova riproposta stereoscopica della stessa idea vive di un paragone forse ancora più grottesco e macabro: quello tra gli antichi mostri preistorici risvegliati da un terremoto e l'essere umano. I primi sono delle creature assetate di sangue che hanno come unico scopo quello di divorare ogni cosa capiti loro a tiro, i secondi sono invece disgustosi ed evoluti animali che vivono esclusivamente per appagare i loro istinti sessuali (poppe è la parola più ripetuta all'interno del film, e se ne vedono anche tante), a sottolineare che tutti questi anni di distanza non rappresentano una sostanziale e marcata differenza tra le due razze che si combattono ancora una volta sullo schermo cinematografico.Il pubblico vuole sangue, corpi dilaniati e arti fluttuanti, divertendosi e non dispiacendosi della morte di tutti quegli homini sapiens. Aja lo sa bene e decide di puntare il tutto su una messa in scena eccessivamente esagerata e volutamente kitsch, dove l'effetto speciale più antico si fonde con una fastidiosa computer grafica visibilmente mal fatta, ma non tanto per sbaglio o per mancanza di budget quanto per scelta ponderata di regia. L'autore non voleva puntare sul realismo, l'intento era invece proprio quello di enfatizzare il suo contrario. Chi si sarebbe appassionato ad una storia del genere dopo che se ne sono viste tante simili? Aja, infatti, sceglie di giocare la carta del "brutto voluto", di lasciare perdere l'originalità della trama (del resto è pure un remake) e di sfruttare gli sceneggiatori Peter Goldfinger e Josh Stolberg solo per quanto riguarda l'effetto spettacolare del film, utilizzando personaggi stereotipati ma offrendo al pubblico una delle più divertenti sequenze di massacro di massa mai viste negli ultimi anni. Esagerazione è la parola d'ordine per un film maggiorato tanto quanto molte delle comparse presenti al suo interno, che oltre al sano divertimento da baraccone regala anche la spietata analisi di cui sopra, giocando anche con il cinema e riportando sullo schermo personaggi ormai dimenticati come il geniale Christopher Lloyd, qui in una macchiettistica versione del suo ormai iconico dr. Emmett Brown, e arricchendo il film con citazioni ai classici del genere (come ad esempio il cammeo di Richard Dreyfuss, protagonista de Lo Squalo, all'inizio della pellicola) e di battute a sfondo sessuale sì di dubbio gusto, ma con un senso di fondo. Nelle mani di un regista meno esperto sarebbe venuto fuori un film scialbo e privo di originalità, ma Aja è furbo e sfrutta tutti quelli che sarebbero potuti essere i punti deboli di questo film esasperandoli al massimo e, soprattutto, senza mai prendersi sul serio (ed è forse questo il vero punto forte di questo film). Un divertente passatempo serale con qualcosa in più di belle ragazze e qualche zinna di fuori da regalare a chi vorrà dargli una chance. Magari non tutti lo apprezzeranno come l'ho apprezzato io, ma quando un piranha ingoia un pisello in CGI e lo risputa dopo che due protesi di silicone sono fuoriuscite per tornare a galla dal corpo dilaniato di una ragazza, beh, ci si può solo togliere il cappello di fronte a tanto coraggio.
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